Gli spettacoli vincitori de “I Teatri del Sacro” in scena fino a maggio in un evento unico di animazione urbana con i laboratori per il pubblico
Roma e Milano, due grandi metropoli, due capitali della cultura e dell’arte, due città diversamente rappresentative della tradizione religiosa diventano un unico palcoscenico del sacro, in un evento che traccia una linea unitaria simbolica di riflessione sulla spiritualità. Dopo il successo delle prime due edizioni de “I Teatri del Sacro” (Lucca 2009 e 2011), nelle settimane prima e dopo la Pasqua saranno proposti in contemporanea a Roma e a Milano alcuni degli spettacoli più rappresentativi del Festival.
A Roma l’evento “I Teatri del Sacro – Posti riservati a giovani in ricerca” è ideato e organizzato dalla Federgat con il sostegno dell’Assessorato alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale e dell’Acec e con il contributo del Teatro di Roma. La capitale ospiterà 14 spettacoli in 7 spazi (Teatro Tor Bella Monaca, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Centrale Preneste Teatro, Sala Cantieri Scalzi, Basilica di San Saba, Basilica di Santo Stefano Rotondo, Sala della Comunità Santa Silvia) in una serie di appuntamenti dal 28 marzo al 26 maggio.
La sezione milanese del Festival si chiama “I Teatri del Sacro – Epifanie urbane” ed è anch’essa ideata e organizzata dalla Federgat, con il sostegno del Comune di Milano. L’ evento sarà suddiviso in due momenti, una prima parte introduttiva dal 27 marzo al 4 aprile e una seconda parte (18-30 maggio) a precedere il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, con due appuntamenti dedicati ai 20 anni dalla morte di Padre David Maria Turoldo. Gli spazi coinvolti sono Crt, Teatro Arsenale, Teatro Rosetum, Teatro Pime, Teatro San Paolo e il nuovo spazio di Campo Teatrale, un segno di creatività e di progettualità artistica e culturale nell’area decentrata di Zona 3 che verrà inaugurato proprio con questa rassegna.
Un evento pensato come animazione urbana, ovvero un’occasione di libero e aperto confronto intorno ai temi del sacro, per far emergere le istanze che toccano da vicino le inquietudini e le speranze dell’uomo contemporaneo, e che suscitano l’interesse di credenti e non credenti, con una particolare attenzione alle nuove generazioni. Gli spettacoli selezionati spaziano nei diversi approcci alla spiritualità e nei molteplici linguaggi della scena: dai testi biblici alle tradizioni popolari, dalla prosa alla danza, dal teatro ragazzi a quello di narrazione.
La scelta è quella di collocare gli spettacoli nei luoghi della quotidianità, per sottolineare la stretta relazione tra arte, vita e spiritualità, e tra il teatro e la città, privilegiando le aree urbane periferiche, come i Teatri di Cintura e le Sale della Comunità, dando vita a una teatralità diffusa innestata negli spazi della vita sociale e comunitaria. Nell’era dello smarrimento post-moderno, della comunicazione virtuale, della dislocazione globalizzata delle identità e delle relazioni, la presenza dell’esperienza teatrale ha intercettato il bisogno di ritrovare un’occasione autentica di incontro, basata sul dialogo e sulla condivisione.
In questa rinnovata sinergia tra il teatro, la città e la vita, uno spazio rilevante ha assunto la dimensione del sacro e della spiritualità. Nel loro reciproco richiamarsi, il sacro e il teatro sono oggi uniti da un legame di necessità connesso a un bisogno sempre più diffuso di momenti aggregativi autentici, in cui percepirsi uniti, così da mettere in gioco liberamente e intimamente, al di qua dei clamori e dei condizionamenti mediatici, le proprie emozioni, ritrovando nello spettacolo una visione della spiritualità con cui dialogare a viso aperto.
Il progetto intende inoltre valorizzare il ruolo dello spettatore come soggetto attivo della visione, grazie al laboratorio gratuito per il pubblico “Visioni e Condivisioni”: un viaggio di ricerca dentro gli spettacoli, ricco delle riflessioni collettive e delle testimonianze in cui la spiritualità, l’arte e la vita si intrecciano fino a confondersi. Il laboratorio nasce dall’esperienza di Giorgio Testa e del Centro Teatro Educazione dell’ETI, ora diventato La Casa dello Spettatore.
Al termine dei lavori laboratori, i materiali che, al termine dell’evento, confluiranno in una pubblicazione che testimonierà la ricchezza delle intersezioni avvenute dentro e oltre la scena.