Radice

Oggi è morto don Felice Radice.

Nato a Figino Serenza (Co) il 17-1-1939; originario della parrocchia S. Michele di Figino Serenza (Co). Ordinato presbitero il 26-6-1965.

Vicario parrocchiale a Carnate (1965-1989).

Parroco al Sacro Cuore di Monza (1989-2009), Canonico effettivo aggregato a S. Giovanni Battista di Monza (1990-2009).

Dal 2009 al 2015 Vicario nella Comunità pastorale “Ss. Trinità d’Amore” a Monza. Dall’1-12-2015 era residente con incarichi pastorali nella Comunità pastorale “Ss. Trinità d’Amore” a Monza.

Lettera dell’Arcivescovo ai fedeli
della parrocchia Sacro Cuore di Monza

Carissimi,

partecipo con viva commozione al vostro cordoglio per la morte di don Felice Radice e mi unisco a tutti voi nell’elevare la preghiera cristiana di suffragio.

Grande deve essere oggi la nostra gratitudine davanti al Signore, per averci donato un sacerdote che ha risposto gioiosamente e fedelmente alla propria chiamata, portando molto frutto in ogni tappa del suo lungo ministero a servizio della Chiesa ambrosiana.

Dopo l’ordinazione, celebrata nel 1965, don Felice fu nominato vicario della parrocchia di Carnate. Vi rimase per più di vent’anni, intessendo relazioni di stima, affetto e amicizia che hanno resistito alla prova del tempo e ancora oggi testimoniano la sua apertura d’animo e la capacità che aveva di far fiorire quella fraternità, fondata in Gesù, a cui tanto il Vangelo ci esorta. Assunta nel 1989 la responsabilità della comunità Sacro Cuore in Triante, continuò ad impegnarsi affinché le strutture parrocchiali divenissero luoghi di incontro per l’intero quartiere. Seppe abbellire la chiesa con semplicità e finezza di gusto, rendendola una casa più accogliente; approfittò inoltre della sensibilità di cui era dotato per raggiungere, tramite l’arte e la cultura, anche le persone meno coinvolte in un cammino di fede. Cordiale disponibilità manifestò pure in confessionale, dove spesso era possibile rivolgersi a lui per trovare, insieme alla grazia della misericordia di Dio, il conforto umano di un attento ascolto e di un consiglio. Egli stesso fino alla fine si abbandonò con fiducia alla volontà del Signore, attraversando serenamente, docilmente, senza lamenti né ribellioni, persino la sofferenza della malattia.

Mentre dunque facciamo tesoro del prezioso esempio che ci ha lasciato, affidiamo don Felice all’abbraccio del Padre e domandiamogli di continuare a vegliare sul nostro cammino.

Di cuore invoco su tutti voi la benedizione del Signore.

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