don Agostino

Ieri è morto don Agostino Cerri, che era residente dal 2008 a Giussano presso la parrocchia Santi Filippo e Giacomo, dove è stato parroco dal 1970 al 1995. Nato a Milano il 28 settembre 1920 e ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 3 giugno 1944 è stato anche vicario parrocchiale a Cogliate dal 1944 al 1955, amministratore parrocchiale a Ponte Nuovo di Magenta dal 1955 al 1968, direttore dell’Opera Pastor Angelicus dal 1968 al 1970. Ha inoltre ricoperto incarichi pastorali nel Decanato di Seregno (con residenza a Giussano presso la parrocchia Santi Quirico e Giulitta) dal 1995 al 2004, ed è stato residente a Parabiago presso la parrocchia Visitazione di Maria Santissima a Santa Elisabetta dal 2004 al 2008. 

Lettera dell’Arcivescovo ai fedeli
della parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Giussano

Carissimi fedeli, partecipo con viva commozione al vostro cordoglio per la morte di don Agostino Cerri e mi unisco a tutti voi nell’elevare la preghiera cristiana di suffragio. Don Agostino aveva da poco festeggiato il suo settantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale: una lunga e intera vita spesa al servizio della nostra Chiesa Ambrosiana e, in particolare, della comunità di Giussano. Dopo i primi incarichi a Cogliate, a Ponte Nuovo e come direttore dell’Opera Pastor Angelicus, nel 1970 gli fu infatti affidata la responsabilità della parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo, dove rimase per ben venticinque anni. Molto attento ai rapporti umani, intessuti con sincera cordialità, egli seppe anche dedicarsi alle necessità concrete della sua gente, realizzando la costruzione dell’oratorio. Predicatore vivace e acuto, preparava con cura i momenti di annuncio della Parola di Dio, affinché potesse realmente toccare il cuore di chi ascoltava. Rimesso il mandato di parroco, scelse di restare in Città, andando a risiedere nella frazione di Robbiano. Qui volle poi tornare ancora nel 2008, dopo la breve esperienza a Parabiago, e fino all’ultimo si prodigò instancabilmente nella celebrazione della S. Messa domenicale, nell’assidua disponibilità all’ascolto in confessionale e, soprattutto, nel visitare personalmente gli ammalati per portare loro il conforto della vicinanza sua e del Signore. È una preziosa testimonianza di fedeltà e di dedizione fondate sul Vangelo quella che don Agostino ci lascia, e dobbiamo farne tesoro. Con tutto l’affetto che sicuramente vi unisce a lui, affidiamolo ora insieme alla Misericordia del Padre, nella quale egli aveva sconfinata fiducia, e domandiamogli di continuare a vegliare sul nostro cammino. Con affetto, invoco su tutti voi la benedizione del Signore.

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