Da un controllo sugli ospedali milanesi risultano medici non qualificati, strutture prive di requisiti di sicurezza e documentazioni irregolari
Redazione
13/11/2008
di Cristina CONTI
Chirurghi senza titoli e sale operatorie “fuorilegge”. È pesante il bilancio che emerge da un dossier riservato del nucleo operativo di controllo (Noc), istituito dalla Regione nel ’97 per controllare gli ospedali. Nei sopralluoghi svolti a tappeto a Milano tra luglio e ottobre sono state prese in esame quasi 15 mila cliniche in 12 istituti ospedalieri. Medici senza titoli di studio adeguati, sale operatorie prive di requisiti di sicurezza, irregolarità nella compilazione dei registri operatori e della documentazione clinica.
Contro gli ospedali coinvolti sono scattate diffide da parte da parte dell’Asl e della Regione. I problemi principali sono stati riscontrati nelle case di cura Sant’Ambrogio, San Pio X, San Giovanni, Igea, Istituto ortopedico Galeazzi e Istituto Stomatologico italiano. Irregolarità anche nella casa di cura privata del Policlinico. Mentre sono attesi chiarimenti dall’Istituto oncologico Europeo di Veronesi e dalla clinica San Siro.
Nel mirino ci sono ancora una volta anche la Santa Rita e San Raffaele Turro, già coinvolti in inchieste giudiziarie la scorsa estate. «Sono per un sistema trasparente e lineare con regole chiare e applicate da tutti», ha commentato Gabriele Pelissero, presidente dell’Associazione italiana dell’ospedalità privata. Le verifiche riguardano soprattutto, infatti, strutture private accreditate, cioè parificate agli ospedali per i rimborsi a carico del Servizio sanitario nazionale.
Ma le irregolarità continuano. I sopralluoghi dei Noc, infatti, sono stati estesi anche al Policlinico, dove al pronto soccorso è stata rilevata una grande carenza di medici per la traumatologia. E spesso i risultati dei controlli hanno dato vita ad attività ispettive svolte con la collaborazione dei Nas e della Guardia di Finanza.
«La settimana scorsa c’è stato un incontro sulla Santa Rita, con una contemporanea ispezione per verificare se siano stati superati i problemi che hanno fatto chiudere le sale operatorie – precisa Emilio Didonè, responsabile sanità della Cisl -. Ma la questione è più ampia: le regole a garanzia della qualità dell’attività ospedaliera devono essere applicate ovunque. Per una concorrenza leale tra gli ospedali pubblici e privati, ma soprattutto a garanzia dei malati».