Il sociologo Aldo Bonomi sottolinea la necessità per le istituzioni di tornare ad affrontare i veri problemi
Redazione
16/12/2008
di Pino NARDI
Di fronte alla frattura tra cittadini e politica, espressione di una società frammentata, occorre ricostruire l’intreccio con il dialogo. Il sociologo Aldo Bonomi riflette sul Discorso alla città, sottolineando la necessità per le istituzioni di tornare ad affrontare i veri problemi.
Tettamanzi parla di frattura tra cittadini e politica. Che ne pensa?
Il Cardinale ha messo l’accento su un’evidenza che non è solo un problema tra società civile e politica. Da anni non riusciamo a combinare quattro momenti: il sociale, l’economico, il politico e la dimensione spirituale. Nel secolo scorso la società viveva con mezzi scarsi, ma fini certi dal punto di vista della convivenza sociale, del benessere economico, delle istituzioni e della politica, della spiritualità e religiosità. Poi c’è stato il passaggio epocale a una società con mezzi iperabbondanti e una dimensione dei fini totalmente incerti. Dentro questo meccanismo i quattro segmenti si sono frammentati e ognuno va per conto suo. Certo può succedere che se il Cardinale convoca i giovani c’è il palazzetto pieno, non è che la religiosità e la rete delle parrocchie non tiene più. Altrettanto possono fare le convention dei politici o i soggetti dell’economia o il volontariato in aumento. L’Istat ci dice che la società reagisce, si muove e fa. Il vero problema è che manca l’intreccio.
E infatti il Discorso è sul dialogo…
Il dialogo significa che ognuno deve prescindere dalla propria autoreferenzialità. Il sociale, l’economia, la politica, anche lo spirito religioso, da soli non ce la fanno. La parola chiave del dialogo si avvicina all’intreccio. In una società dei frammenti occorre produrre l’intreccio, “rimettere assieme i cocci”. Quindi dialogo tra le diversità, tra le fedi.
L’Arcivescovo invita a non generalizzare tra la casta e i politici onesti…
Se i problemi sono nei grandi passaggi epocali, non si risolvono con atteggiamenti moralistici, ma morali e di grande visione come evidenziato dal Cardinale. Parlare di “casta” è moralistico e per certi versi giustizialista e populista. Rispetto a un discorso così, vale il "chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Recuperare la partecipazione anche con la scuola di formazione alla politica per i giovani?
In una società del frammento il vero problema è ricostruire i luoghi del racconto. La metafora delle scuole: ho notato che più la forma partito e la politica sono in crisi più fioriscono scuole di formazione. Non che non ci sia bisogno di politica, anzi c’è un bisogno forte, ma non viene canalizzato. Quindi tutti i luoghi del racconto sono auspicabili. E – come sottolinea il Cardinale – anche i luoghi in cui si esercita il proprio credo religioso vanno tutelati e difesi.
Quale ruolo per le istituzioni: la cabina di regia?
Fare istituzione significa dialogare con tutti i soggetti sociali. Quindi non solo in cabina di regia, ma prima sul territorio, sui veri problemi.