Quasi 60 mila persone al servizio degli altri in oltre mille enti. Più di metà ha oltre 54 anni, con titoli di studio elevati, in media impegnati 4 ore alla settimana. E fanno risparmiare alla società oltre 100 milioni di euro. Sabato 29 novembre un convegno del Ciessevi
Redazione
27/11/2008
di Alen CUSTOVIC
In un anno nella provincia di Milano il volontariato mobilita 56.838 persone, più della metà con oltre 54 anni, operanti in 1162 organizzazioni. È la conferma di “Milano capitale del volontariato”, titolo del convegno organizzato dal Ciessevi (Centro servizi per il volontariato) di Milano a conclusione delle celebrazioni del decennale di attività, in programma al Centro congressi di via Corridoni 16 a partire dalla mattina di sabato 29 novembre. Un’altra occasione che testimonia quanto il volontariato emerga sempre più nella vita sociale.
Ma qual è il profilo che lo caratterizza nel territorio milanese? A rispondere ci pensa la ricerca Il volontariato a Milano e provincia, indagine resa possibile dalla sinergia tra la Provincia di Milano e il Ciessevi. Un terzo degli enti di volontariato ha sede a Milano, mentre la maggioranza (64%) opera nell’hinterland, soprattutto a nord. Questo significa che nel territorio milanese 2 persone su 100, di età compresa tra i 14 e i 70 anni, offrono gratuitamente parte del loro tempo in attività di volontariato e ognuno di loro dedica mediamente 4 ore a settimana.
Tra i dati più significativi emerge la predominanza di un volontario di età matura: infatti, quasi la metà delle persone coinvolte appartiene alla fascia degli “oltre 54 anni”. Sono più numerosi infatti quando i figli sono cresciuti e la carriera lavorativa, se ancora presente, è già avviata e consolidata. Interessante è anche notare il livello di istruzione dei volontari, che risulta piuttosto elevato (20,4% di laureati e 47% con diploma superiore), se si considera che complessivamente solo il 10,2% della popolazione milanese ha la laurea.
Le principali categorie di persone assistite sono malati e traumatizzati (421 mila), minori (125.801, tra cui 26.731 stranieri), anziani autosufficienti (60.104) e non (46.996), diversamente abili (46.102), persone in difficoltà economica (44.729), immigrati (38.792), detenuti ed ex detenuti (26.177). Più che con corsi propedeutici, la maggior parte delle organizzazioni trasmette le competenze necessarie ai nuovi volontari prevalentemente attraverso l’impegno sul campo.
Per quanto riguarda gli introiti annui, stando alle dichiarazioni delle organizzazioni iscritte al Registro generale regionale del volontariato, si stima che essi si attestino attorno ai 153 milioni di euro: più della metà degli enti può contare su entrate inferiori ai 30 mila euro l’anno, mentre circa il 20% dispone di entrate superiori ai 100 mila euro. Tra i problemi aperti permangono le difficoltà nell’ottenere finanziamenti, i costi sostenuti per le retribuzioni del personale stabile oppure per l’affitto dei locali.
Il volontariato è diventato una realtà così importante che la ricerca fa una stima dei costi che la società milanese risparmia grazie alla loro attività. Considerando il numero delle ore di servizio prestato dai volontari in un anno, e paragonandole alla retribuzione media del contratto di commercio, l’indagine ha ipotizzato che la collettività risparmia circa 100 milioni di euro.