Il movimento "Ubuntu" mira a creare spazi di dibattito e di confronto tra culture, in cui stranieri e italiani possano incontrarsi


Redazione

28/11/2008

di Andrea GIACOMETTI

Un movimento di stranieri che puntano a dialogare con tutti e a offrire alla città in cui sono giunti, partendo da terre lontane, il meglio che ognuno si porta dietro. A muovere le acque a Varese è il movimento “Ubuntu”, una parola usata dal vescovo anti-apartheid Desmond Tutu, che significa «essere persona solo attraverso il riconoscimento delle altre persone».

Uno spazio di dibattito e di confronto tra culture, in cui si incontrano stranieri e italiani, ma in cui soprattutto prendono la parola i rappresentanti delle tante famiglie di immigrati che vivono sul territorio. Come ricorda Thierry Dieng, franco-senegalese, una delle colonne dell’integrazione varesina e tra i fondatori del movimento, «vogliamo promuovere sul territorio cittadino e provinciale azioni non violente e di difesa dei diritti degli immigrati, ma nello stesso tempo cerchiamo di promuovere azioni di solidarietà e iniziative culturali».

Una realtà nata in sordina nel profondo Nord, anche grazie alla fattiva collaborazione tra gli stranieri e l’Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere), promossa dalla Cisl varesina, e di cui lo stesso Thierry è stato responsabile. Un movimento che ha capito che tra le priorità doveva esserci la comunicazione tra gli stessi stranieri, e poi tra le comunità di stranieri e la cittadinanza.

È nato così l’originale bimestrale Bingo Bongo (un titolo autoironico, che ripropone l’espressione, assai poco amichevole, con cui sono chiamati gli immigrati), pagine vivaci con gli aggiornamenti sulle nuove normative, riflessioni sui problemi più attuali, informazioni sulla vita delle comunità presenti nel Varesotto, il tutto in più lingue.

«Dobbiamo essere consapevoli che abbiamo a che fare con la seconda generazione di stranieri – sottolinea Redouane Otky, esponente marocchino del movimento -, e dunque dialogo e scambio sono necessari. Ma l’integrazione non è un processo a senso unico: è un punto d’incontro, un obiettivo verso cui anche gli italiani devono essere disponibili».

Non manca la preoccupazione per le misure contenute nel pacchetto-sicurezza in discussione in Parlamento (come il permesso di soggiorno “a punti”), ma prevale sempre l’atteggiamento di chi vuole dare un proprio originale contributo alla città. Per i Mondiali di ciclismo di Varese è stato realizzato un ciclista con scotch “di riporto”, poi donato al Comune. Peccato che l’opera non sia stata accettata, in quanto – la motivazione del Comune – non rispondente ai canoni estetici mondiali.

Ma gli stranieri di “Ubuntu” non si sono persi d’animo e continuano a “sfornare” iniziative. Tra gli eventi organizzati, anche una sfilata di moda Africa style, cene etniche e concerti come quello con Doudou N’Diaye Rose, prestigioso maestro di percussioni senegalese, che ha collaborato anche con i Rolling Stones.

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