Nel mercato delle abitazioni a Milano, si allungano i tempi per quanti sono alla ricerca di un compratore
Redazione
24/07/2008
di Cristina CONTI
Centoventisette giorni per trovare un compratore. L’attesa per chi vende casa sta diventando sempre più lunga. Ed è una situazione comune sia in città che nell’hinterland. Secondo uno studio realizzato da Tecnocasa, tra giugno 2007 e giugno 2008, nei grandi centri – Milano in testa -, il numero di giorni di attesa per riuscire a vendere è aumentato di 17 giorni. Più penalizzate le province lombarde, con una media di 147 giorni contro i 126 dell’anno scorso, e i Comuni con 173 giorni contro i 149 del 2007.
Maggiore offerta di abitazioni e aumento dei tassi di interesse sui mutui, sono secondo l’agenzia le cause principali del rallentamento. Gli acquirenti hanno più possibilità di guardarsi intorno e rimandano l’acquisto solo nel momento in cui trovano una soluzione davvero adatta alle proprie esigenze. A questo si aggiunge anche il divario tra le richieste dei potenziali venditori e la disponibilità di spesa dei potenziali acquirenti: posizioni che comportano inevitabilmente trattative più lunghe.
Ma nel capoluogo lombardo il problema casa continua a farsi sentire. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. «La questione degli alloggi è uno dei problemi più gravi della città, nonostante qualcuno abbia recentemente sostenuto che l’aumento dei prezzi immobiliari è segno di maggiore competitività – spiega Ermanno Ronda del Sicet -. Si tratta di un fattore che a lungo andare potrebbe anche diventare discriminante sulla scelta di abitare a Milano o andarsene fuori. E questo potrebbe creare delle discriminazioni anche nella collocazione dei diversi nuclei familiari».
Contratti a termine o stipendi che comunque non riescono a coprire le spese dell’affitto, sempre più giovani costretti a stipulare un mutuo per comprare una casa, padri di famiglia che si ritrovano all’improvviso senza lavoro con affitto o mutuo da pagare. «Penso che questi siano problemi di grande importanza sociale per una grande città, sia a breve che a lungo termine, e per i quali sono necessarie soluzioni immediate», aggiunge Ronda.
Gli ultimi dati sul prezzo delle abitazioni intanto indicano una lieve diminuzione. Ma non è ancora una frenata: «Il percorso speculativo durerà ancora per i prossimi due o tre anni, prima che si verifichi una stagnazione vera. In generale, infatti, l’esperienza ci insegna che il mercato immobiliare cresce, poi si ferma e al massimo perde qualche punto: ovviamente stiamo parlando degli alloggi non molto ricercati, nelle zone più periferiche».