Il direttore del "Corriere Cesenatese", riconfermato presidente della Fisc per il triennio 2014-2016, ne ribadisce le linee guida: «Fare circolare esperienze e idee, fare opinione pubblica nella Chiesa e in Italia». Uno sguardo attento alle indicazioni del cardinale Angelo Bagnasco, sul «fare spazio ai giovani e sulla cura della formazione di tutti».

di Vincenzo CORRADO

Zanotti

Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), è stato riconfermato presidente della Fisc (la Federazione cui fanno capo 187 testate diocesane) per il triennio 2014-2016. L’elezione con riconferma è avvenuta oggi a Roma durante il Consiglio nazionale riunito per la prima volta dopo la XVII assemblea nazionale elettiva dello scorso novembre.

Durante il Consiglio sono state rinnovate anche le altre cariche dell’esecutivo: don Bruno Cescon (Il Popolo, Concordia-Pordenone) vicepresidente vicario, Chiara Genisio (Agenzia giornali diocesani, Piemonte) vicepresidente, Francesca Cipolloni (Emmaus, Macerata) segretaria e Carmine Mellone (Agire, Salerno) tesoriere. Nel corso della seduta è stato anche costituito il Comitato tecnico consultivo, composto da Sergio Criveller (La Vita del Popolo, Treviso) quale coordinatore e Roberto Giuglard (La Vita diocesana pinerolese, Pinerolo) come segretario; Walter Matten (L’Amico del Popolo, Belluno-Feltre) è stato scelto come membro del Cda della Fisc Servizi srl. Con Francesco Zanotti tracciamo alcune “linee d’impegno” della Fisc per il prossimo triennio.

Quale sarà l’agenda della Fisc per il prossimo triennio?
L’agenda vera e propria verrà stabilita dal nuovo Consiglio nazionale. L’esecutivo, poi, cercherà di mettere in pratica quanto elaborato dal Consiglio. Comunque sia, ogni proposta sarà realizzata tenendo conto degli obiettivi indicati dai nostri fondatori e validissimi anche oggi: fare circolare esperienze e idee, fare opinione pubblica nella Chiesa e in Italia. Impegni, questi, da realizzare ogni giorno, con rinnovato entusiasmo, perché ciò che di bello abbiamo incontrato non possiamo tenerlo per noi. È un tesoro che siamo chiamati a condividere con tutti, in primis con i nostri lettori.

“Fare spazio ai giovani”; “curare la formazione di tutti”; “sviluppare un rapporto più organico tra Fisc e Ucsi” per “far emergere una presenza di qualità” nel Paese: è la triplice consegna del cardinale Angelo Bagnasco durante l’assemblea elettiva.
Il cardinale ci ha affidato tre impegni stimolanti, che ci toccano nel vivo. A noi ora il compito di metterli in pratica e non lasciarli cadere nel vuoto. Una prima risposta è il nuovo progetto "Crescere insieme" rivolto ai collaboratori/giornalisti delle redazioni dei nostri giornali, un investimento sulle nuove generazioni approvato dalla commissione Sir-Fisc. Grazie al cosiddetto "Fondo Cacciami", nel prossimo biennio, 16 nostri giornalisti avranno l’opportunità di frequentare il Sir per uno stage di formazione della durata di tre mesi ciascuno. Un’occasione che di questi tempi non capita tanto spesso a chi desidera ampliare le proprie conoscenze professionali. Senza dimenticare che i nostri giornali da sempre hanno porte aperte per chi desidera avvicinarsi alla professione giornalistica, i giovani in particolare. Con l’Ucsi continueremo a condividere l’esperienza della scuola di Fiuggi, magari potenziandola o adottandola in maniera più organica. È un’occasione preziosa da sfruttare al meglio.

Questo triennio sarà caratterizzato da un’importante ricorrenza per la Fisc: il 50° di fondazione nel 2016. Come ci si preparerà?
Nel novembre 2016, a chiusura di questo nuovo triennio, toccheremo 50 anni di storia della nostra Federazione. Sarà un’occasione preziosa per valorizzare la memoria dei fondatori. Celebreremo il mezzo secolo di vita non tanto per compiacerci, ma per capire quale sarà il nostro futuro, sia a livello di singolo giornale sia a livello d’intera Fisc. Ci prepareremo con i nostri consueti appuntamenti dei convegni nazionali, degli incontri in Sicilia che si tengono ogni anno in settembre, delle occasioni proposte con i Consigli nazionali allargati a tutti i direttori.

Il triennio passato è stato contraddistinto da diverse difficoltà economiche, legate in modo particolare al Fondo editoria. Come vede il futuro in tal senso?
In un momento in cui diminuiscono gli abbonamenti, scende il numero degli inserzionisti a motivo della crisi economica che non risparmia alcun settore, per il secondo anno consecutivo nel dicembre scorso abbiamo subito una pesante riduzione dei contributi all’editoria. Dei 20 centesimi di euro a copia stampata ne sono rimasti meno di 9: una miseria. Diventa assolutamente necessario alzare la percentuale del 5% sull’intero Fondo in cui sono confinati i periodici non profit. Occorre portarla almeno al 7-8%, immediatamente. Solo in questo modo potremo scongiurare chiusure che mi paiono davvero dietro l’angolo. È un appello che mi sento di fare al governo: non si può rimanere a questi livelli di elemosina (il 44,7% di quanto percepito due anni fa, 1,75 milioni di euro in totale, per circa 70 testate). Ribadisco: i contributi all’editoria non sono regali di Stato, ma un sostegno alla democrazia informativa. Il resto fa parte della demagogia e delle chiacchiere da bar.

Cosa si attende da questo triennio? Qual è il suo augurio per i giornali delle “periferie” italiane?
Da questo nuovo triennio mi aspetto che cresca ancora di più tra noi la condivisione di un lavoro comune, attento alle persone, che ci fa compagni di viaggio nei nostri territori e nel Paese. Noi ci sentiamo giornali delle “periferie”, vicini alla gente per definizione e per tradizione. Abbiamo una responsabilità da mettere in campo ogni giorno: leggere la realtà, tutta la realtà, nulla escluso, alla luce del Vangelo, con un’opzione preferenziale per gli ultimi, per «curare le ferite e scaldare i cuori», come dice Papa Francesco.

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