Ogni mese, l’ultimo sabato alle 11, Rai Vaticano propone un programma dedicato all’Anno Santo della Misericordia. Su Rai Italia per l'estero, in replica la domenica successiva nella rubrica “Cristianità”

Papa Francesco

Il Vangelo è ancora capace di dare senso agli uomini del nostro tempo? Può la Misericordia parlare a chi crede e a chi non crede? Dove va la Chiesa di papa Francesco? È il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, a rispondere alle domande di Massimo Milone nella prima puntata de Il Giubileo di Francesco, appuntamento mensile di 30 minuti che, ogni ultimo sabato del mese, sarà realizzato da Rai Vaticano per Raiuno. Si parte sabato 31 ottobre, alle 11. E la domenica successiva, per l’estero con Rai Italia, il programma sarà trasmesso in replica nella rubrica “Cristianità”.

«Il Vangelo è una risposta alle domande più profonde del cuore dell’uomo – dice nell’intervista il cardinale Parolin-, è ancora capace di dare senso e gioia agli uomini. E la Chiesa, con un atteggiamento tenero e accogliente, di fronte alla crisi del senso di Dio, è chiamata a rendere ragione del Vangelo». Papa Francesco, che si appresta ad aprire l’8 dicembre a Roma il Giubileo della Misericordia, «vuole arrivare – aggiunge Parolin – fino ai più estremi confini della terra, laddove l’uomo soffre, piange, muore». E Mosca? E la Cina? «Difficile sapere se si avvererà questo desiderio, ma papa Francesco guarda con amore anche a queste due grandi realtà».

Nella prima puntata de Il Giubileo di Francesco, Rai Vaticano torna a Lampedusa, dove l’8 luglio 2013 papa Francesco ha iniziato il suo Pontificato itinerante guardando alle periferie della terra. La Misericordia, qui, ha il volto della Chiesa locale: sacerdoti, religiose, volontari che sono da sempre «ospedale da campo». E poi, sempre nella prima puntata, una finestra su Assisi, la terra di San Francesco: nel 2016 saranno 800 anni da quando il Papa concesse a San Francesco l’indulgenza plenaria per tutti coloro che avessero varcato la Porziuncola. «Qui la Misericordia significa innanzitutto perdono – dice a Rai Vaticano il Custode del Sacro Convento padre Mauro Gambetti -. Qui c’è sempre una porta aperta per attrarre un mondo sempre più lontano da Dio, ma sempre più alla ricerca del suo amore».

In ogni puntata de Il Giubileo di Francesco Rai Vaticano proporrà tra l’altro la memoria degli Anni Santi, con immagini inedite dalla Teca che a Borgo S. Angelo a Roma conserva la storia dei Pontificati.

E ancora: storie, protagonisti, interviste a personaggi che racconteranno in prima persona cosa ha significato nella loro vita la Misericordia di Dio. Con l’Agenda degli eventi giubilari, le indicazioni che il Pontificio Consiglio per l’Evangelizzazione ( guidato da monsignor Rino Fisichella) e la Diocesi di Roma (con il Vicario del Papa cardinale Agostino Vallini) offriranno a milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, per “vivere” il Giubileo. L’apertura delle Porte Sante, i pellegrinaggi, le opere di misericordia, i tre momenti attorno ai quali, per volontà di papa Francesco, si articolerà l’Anno Giubilare che dovrà portare i cristiani a essere sempre più coscienti che «la Misericordia è l’architrave che sorregge la vita della Chiesa».

Il programma è a cura di Massimo Milone (responsabile di Rai Vaticano), con i servizi di Costanza Miriano e Nicola Vicenti, consulenza di Giuseppe Corigliano, collaborazione di Filippo Di Giacomo, montaggio di Pier Luigi Lodi, produttore esecutivo Milvia Licari. «Racconteremo il Giubileo non solo per i grandi eventi religiosi, ma per quelle opere di misericordia corporale e spirituale che quotidianamente, spesso senza riflettori, la Chiesa realizza nel mondo – spiega Milone -. Racconteremo innanzitutto il dramma della povertà e delle solitudini, ma anche la speranza, cuore del Vangelo, oggi più che mai. E lo faremo facendo parlare i protagonisti. Gli uomini di Chiesa, ma anche la gente comune, chi crede e chi non crede. Tutti quelli che sperimenteranno, con il Giubileo voluto da papa Francesco, l’amore di un Dio che consola, perdona e dona speranza».

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