Rivolto soprattutto ai giovani il programma condotto il mercoledì da Arianna Ciampoli: «Al centro le domande che abitano in ciascuno di noi»
di Riccardo BENOTTI
La rivoluzione di Tv2000 va in onda ogni mercoledì sera. Se la Chiesa e il mondo sono un “ospedale da campo”, infatti, anche la televisione non può fare a meno di accettare la sfida lanciata da Papa Francesco. Nasce così “Revolution”, il nuovo programma serale di Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre, 18 di TvSat, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it) in diretta ogni mercoledì alle ore 21. Firmato da Monica Mondo, “Revolution” vuol essere un listen show di storie raccolte da Arianna Ciampoli attraverso cui affrontare le grandi domande del cuore: l’odio e il perdono, il disamore di sé, la morte, la giustizia, l’amore, la paura. In studio, tanti ragazzi desiderosi di chiedere, interessati a capire, in dialogo con due ospiti autorevoli, uno religioso e uno no, sollecitati da Antonio Soviero.
La prima novità di “Revolution” è grafica: nel logo del programma, è contenuta la parola “love” scritta al contrario. «La rivoluzione è quella di porre al centro di tutto le domande cha abitano ciascuno di noi», spiega Arianna Ciampoli. “Revolution” è, però, anche un grande “ospedale da campo” televisivo: «Le domande più importanti possono essere ferite aperte, e quando si è feriti c’è bisogno di qualcuno che si prenda cura di te. Con i punti di sutura delle storie raccontate – prosegue Ciampoli -, vorremmo saldare cielo e terra. Anche le parole possono essere un balsamo per le ferite». Nessun pregiudizio sugli ospiti in studio, perché tutti possono affrontare le tematiche discusse, e una novità sostanziale nella qualità del dibattito che non vuole essere il classico talk show urlato ma un listen show che dia spazio all’ascolto: «Prendersi il tempo di ragionare su questi temi è, a detta di molti, un lusso che la televisione non ammette. È il lusso dell’ascolto. Ma voi vogliamo provarci». Per questo, aggiunge Ciampoli, «gli ospiti possono essere sia credenti che laici, senza timore di scontro come avviene nel dibattito dei talk».
A seguire le dirette di “Revolution” è un pubblico che non conosce limiti di età, perché «le domande che ci poniamo non hanno identità generazionale». Ma i giovani restano al centro dell’attenzione, non soltanto quelli in studio: «Il loro punto di vista è più diretto rispetto a quello degli adulti. Crediamo che i giovani non siano quelli che non hanno niente da dire, come tanti sostengono. Le loro domande e le loro risposte – conclude Ciampoli – possono servire a tutti noi». Tra i temi trattati fino ad ora: la capacità di perdonare e la difficoltà nel farlo, l’amore per se stessi, la paura della morte. In programma, nelle prossime settimane, la lotta civile, l’impegno attivo contro la criminalità e l’amore.