Mercoledì 20 maggio al Liceo "Crespi" verrà proiettato il documentario realizzato sul sacerdote ambrosiano colpito a morte 18 anni fa da un giovane psicolabile che lui aveva aiutato come un figlio

Saverio CLEMENTI
Redazione

Avrebbe festeggiato quest’anno i 40 anni di ordinazione sacerdotale e sono in molti a chiedersi come sarebbe oggi don Isidoro Meschi, “Lolo” per gli amici. Sono trascorsi 18 anni da quando la pugnalata al cuore inferta da un giovane psicolabile, da lui aiutato come un figlio, stroncò la vita di un prete ambrosiano che chi lo ha conosciuto spera di vederlo, prima o poi, salire alla gloria degli altari.
A tenerne vivo il ricordo è l’associazione “Amici di don Isidoro” di Busto Arsizio, città dove svolse quasi tutto il suo ministero sacerdotale. Dopo convegni e pubblicazioni, ecco arrivare un dvd che raccoglie testimonianze, filmati e fotografie. Sarà proiettato mercoledì prossimo, alle 21, nell’aula magna del Liceo “Daniele Crespi”, la scuola dove insegnò religione dal 1978 al 1991, l’anno della sua morte. L’iniziativa, curata dalla casa di produzione Hagam, è stata realizzata grazie ai contributi di Provincia di Varese, Comune di Busto Arsizio e Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.
Il documentario ha come titolo Ricordando un poco pure me. È una frase ripresa dal suo testamento spirituale, là dove invita tutti a mettersi sotto la protezione materna di Maria e alla preghiera. Il regista Mauro Colombo e il produttore Gianluca Gibilaro hanno raccolto filmati e foto d’epoca. Si apre con uno spezzone dei funerali, celebrati nella Basilica di San Giovanni Battista con una straordinaria partecipazione di popolo. C’era idealmente l’intera città a dare l’ultimo saluto a un prete che aveva saputo farsi amare nonostante il carattere schivo e riservato. Ci sono poi spezzoni di pellicole girate sui campi di calcio. Lo sport era infatti l’altra grande passione di don Isidoro. Una decina di testimonial raccontano poi la sua figura nei vari ambiti di azione pastorale.
E sì, perché nella sua breve ma intensissima vita, il sacerdote ha lasciato molte tracce: fu vicerettore in Seminario, coadiutore in parrocchia, direttore dell’edizione Altomilanese del settimanale cattolico Luce, insegnante, assistente spirituale della Caritas decanale, fondatore e animatore della comunità “Marco Riva” per il recupero dei tossicodipendenti. Una vita vissuta quasi di corsa. Il filmato contiene inoltre una splendida testimonianza del cardinale Carlo Maria Martini, che seppe apprezzarlo e valorizzarne le qualità. Lo chiamò, tra l’altro, a far parte della commissione che lo aiutò a preparare due tra le più celebri lettere pastorali, quelle dedicate ai temi della comunicazione: Effatà e Il lembo del mantello. Avrebbe festeggiato quest’anno i 40 anni di ordinazione sacerdotale e sono in molti a chiedersi come sarebbe oggi don Isidoro Meschi, “Lolo” per gli amici. Sono trascorsi 18 anni da quando la pugnalata al cuore inferta da un giovane psicolabile, da lui aiutato come un figlio, stroncò la vita di un prete ambrosiano che chi lo ha conosciuto spera di vederlo, prima o poi, salire alla gloria degli altari.A tenerne vivo il ricordo è l’associazione “Amici di don Isidoro” di Busto Arsizio, città dove svolse quasi tutto il suo ministero sacerdotale. Dopo convegni e pubblicazioni, ecco arrivare un dvd che raccoglie testimonianze, filmati e fotografie. Sarà proiettato mercoledì prossimo, alle 21, nell’aula magna del Liceo “Daniele Crespi”, la scuola dove insegnò religione dal 1978 al 1991, l’anno della sua morte. L’iniziativa, curata dalla casa di produzione Hagam, è stata realizzata grazie ai contributi di Provincia di Varese, Comune di Busto Arsizio e Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.Il documentario ha come titolo Ricordando un poco pure me. È una frase ripresa dal suo testamento spirituale, là dove invita tutti a mettersi sotto la protezione materna di Maria e alla preghiera. Il regista Mauro Colombo e il produttore Gianluca Gibilaro hanno raccolto filmati e foto d’epoca. Si apre con uno spezzone dei funerali, celebrati nella Basilica di San Giovanni Battista con una straordinaria partecipazione di popolo. C’era idealmente l’intera città a dare l’ultimo saluto a un prete che aveva saputo farsi amare nonostante il carattere schivo e riservato. Ci sono poi spezzoni di pellicole girate sui campi di calcio. Lo sport era infatti l’altra grande passione di don Isidoro. Una decina di testimonial raccontano poi la sua figura nei vari ambiti di azione pastorale.E sì, perché nella sua breve ma intensissima vita, il sacerdote ha lasciato molte tracce: fu vicerettore in Seminario, coadiutore in parrocchia, direttore dell’edizione Altomilanese del settimanale cattolico Luce, insegnante, assistente spirituale della Caritas decanale, fondatore e animatore della comunità “Marco Riva” per il recupero dei tossicodipendenti. Una vita vissuta quasi di corsa. Il filmato contiene inoltre una splendida testimonianza del cardinale Carlo Maria Martini, che seppe apprezzarlo e valorizzarne le qualità. Lo chiamò, tra l’altro, a far parte della commissione che lo aiutò a preparare due tra le più celebri lettere pastorali, quelle dedicate ai temi della comunicazione: Effatà e Il lembo del mantello.

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