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Redazione
Anche l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) aderisce alla manifestazione per la libertà di stampa “No all’informazione al guinzaglio” che la Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa) ha indetto per sabato 3 ottobre, a Roma, in Piazza del Popolo, a partire dalle 15.
Annunciandolo in un comunicato, la Giunta nazionale dell’associazione dei giornalisti cattolici precisa che la libertà «ancora esiste, ma è minacciata da alcuni poteri forti presenti sia nell’informazione radiotelevisiva – dove si fatica a trovare voci che non rispondano agli ordini di una scuderia politica -, sia nella carta stampata, dove le intenzioni di schieramento e di lobby prevalgono ormai sulla autonomia delle imprese editoriali».
«Dopo la squallida aggressione che ha portato alle dimissioni il direttore di Avvenire», l’Ucsi segnala «il pericolo che anche nel mondo cattolico possano trovare forza le voci di chi preferirebbe una stampa asservita e normalizzata». Per l’associazione sarebbe «insensato» che, «mentre i giovani spostano progressivamente su fonti incontrollate i propri bisogni di informazione, le imprese istituzionali si arroccassero sempre più in una informazione governata dalle veline, da qualunque parte provengano; una informazione, questa sì, davvero farabutta». Anche l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) aderisce alla manifestazione per la libertà di stampa “No all’informazione al guinzaglio” che la Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa) ha indetto per sabato 3 ottobre, a Roma, in Piazza del Popolo, a partire dalle 15.Annunciandolo in un comunicato, la Giunta nazionale dell’associazione dei giornalisti cattolici precisa che la libertà «ancora esiste, ma è minacciata da alcuni poteri forti presenti sia nell’informazione radiotelevisiva – dove si fatica a trovare voci che non rispondano agli ordini di una scuderia politica -, sia nella carta stampata, dove le intenzioni di schieramento e di lobby prevalgono ormai sulla autonomia delle imprese editoriali».«Dopo la squallida aggressione che ha portato alle dimissioni il direttore di Avvenire», l’Ucsi segnala «il pericolo che anche nel mondo cattolico possano trovare forza le voci di chi preferirebbe una stampa asservita e normalizzata». Per l’associazione sarebbe «insensato» che, «mentre i giovani spostano progressivamente su fonti incontrollate i propri bisogni di informazione, le imprese istituzionali si arroccassero sempre più in una informazione governata dalle veline, da qualunque parte provengano; una informazione, questa sì, davvero farabutta».