Un corso voluto dall'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi ambrosiana punta a promuovere la qualità dei "fogli" informativi locali e la sensibilità verso l'impegno mediatico e culturale
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Redazione Diocesi
22/10/2008
di Vito SALINARO
Tratto da�”Avvenire” del 22 ottobre 2008�
Un tempo erano bollettini parrocchiali. Oggi si stanno trasformando in veri e propri giornali della comunità. La differenza è sostanziale.
A un asettico succedersi di informazioni ‘istituzionali’ spesso riferite soltanto agli avvisi parrocchiali si va sostituendo una comunicazione di contenuti più ricca, aperta al dibattito sociale, civile, religioso del territorio che non è più solo quello parrocchiale perché sovente comprende un’area più vasta, un intero paese, una città. Nella sola diocesi di Milano, spulciando le tirature dei vari ‘Comunicare’, ‘Eco’, ‘Gazzetta’, ‘Voce’, si fa presto a tirare le somme: più di un milione di copie ogni mese vengono distribuite nelle varie parrocchie.
L’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, in collaborazione con il Centro ambrosiano documentazione e studi religiosi e il mensile diocesano Il Segno, ha dunque pensato di offrire una formazione di base a chi realizza questi giornali, promuovendo tra loro una maggiore professionalità che è garanzia di una più incisiva presenza di queste testate nel panorama culturale. Il secondo modulo del corso (il primo si è svolto in primavera sul tema “Il progetto: pensare il giornale della comunità”) si divide in quattro lezioni, tutte dedicate alla realizzazione di un giornale della comunità.
Sabato scorso il primo appuntamento che ha avuto per tema: ‘Che argomenti scegliere e quali notizie? Con che ordine? Comporre il timone del giornale’. Il primo appuntamento è stato diretto da Nino Ciravegna, segretario di redazione de Il Sole 24 Ore. 110 corsisti, in buona parte giovani, provenienti dalle sette zone pastorali della diocesi – Milano, Varese, Lecco, Rho, Monza, Melegnano, Sesto San Giovanni – si sono confrontati sull’organizzazione di un giornale in bianco e nero formato A4 da 32 pagine. I ‘giornalisti parrocchiali’, tutti volontari, hanno affrontato questo esercizio avendo a disposizione 47 notizie. Aiutati da giornalisti professionisti essi si sono trovati di fronte a domande tutt’altro che scontate: cosa mettere in copertina? Dove inserire la pubblicità? Cinque notizie non ci stanno: quali rimandare al prossimo numero? Quale spazio per ogni argomento? In quale caso prevedere un’intervista? Su quale notizia prevedere un’inchiesta? Quali notizie danno spunto per delle rubriche fisse ogni mese?
Anche in questo modo, è convinzione dell’Ufficio diocesano comunicazioni sociali, diretto da don Davide Milani, i giovani partecipanti al corso vengono coinvolti e progressivamente saranno invitati a impegnarsi per un progetto più vasto: l’animazione della comunicazione e della cultura nelle rispettive comunità. Una sfida importante che investe la pastorale, oggi più che mai impegnata nel saper comunicare la rilevanza culturale della fede. Non a caso, a sottolineare l’importanza di questo percorso formativo, il prossimo 15 novembre interverrà al corso l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi. Preceduto, nella stessa giornata dall’intervento del direttore di Avvenire, Dino Boffo.