Una proposta per vedere, o rivedere, film recenti che presentano storie di uomini e di donne che hanno percorso le orme di Cristo o che lo hanno seguito nella radicalità di alcune scelte. Il primo è «Million dollar baby», di Clint Eastwood.


Redazione

15/02/2008

I racconti della vita di Gesù percorrono e caratterizzano la storia del cinema fin dal suo nascere. Si è molto scritto e studiato di questi oltre 100 anni di rappresentazioni, nella cui varietà non mancano veri e propri “casi cinematografici” , film realistici oppure plasmati dall’atmosfera e dai fermenti del periodo di realizzazione (due esempi eclatanti sono Il Vangelo Secondo Matteo negli anni Sessanta, Jesus Christ Superstar negli anni Settanta). L’interesse per il genere è stato recentemente confermato dal ricco dibattito intorno a The Passion di Mel Gibson, uscito nel 2003, che ha suscitato grande attenzione dei media e del pubblico.

Parallelamente, la storia del cinema ha presentato lungo tutto il suo cammino altre storie, legate a doppio filo alla vicenda di Gesù. Vite di uomini e donne che hanno in parte ripercorso le orme di Cristo o che lo hanno seguito nella radicalità di alcune scelte, nel farsi servi e testimoni della ricerca del senso per la propria vita e per quella dell’Altro. Persone che cercano la Verità della propria vita e nel farlo coinvolgono chi sta loro accanto nella ricerca della propria: conversioni che chiamano altre conversioni, domande di senso che si trasmettono per osmosi agli altri.

Nel percorso che stiamo iniziando guarderemo al cinema di questi ultimi anni per ritrovare le rappresentazioni del volto di Gesù – non sempre mostrate in modo che risulti palese anche ad un occhio allenato – e le storie di conversione e illuminazione sovente causate dall’attraversamento di un dolore o da un incontro. Folgorazioni e cambi di direzione che peraltro non sempre culminano nel riconoscimento di Dio come senso. Entrano quindi in scena uomini e donne che compiono un percorso in cui noi possiamo riconoscere il divino (anche se loro stessi non sempre hanno questa consapevolezza), che spesso incespicano, cadono (è proprio della condizione umana sbagliare nuovamente), si fermano, ritornano sui loro passi.

Perché compiere questo percorso e perché farlo in Quaresima? Nel momento dell’anno in cui ci fermiamo per ritrovare il senso del nostro credere e sostare in preghiera, ci accorgiamo di non essere i soli che cercano, che riflettono, che domandano. In questo può esserci d’aiuto il cinema, attraverso le sue storie e i personaggi che le popolano.

A cura di Itl Cinema

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