L’annuale rapporto di Reporters Sans Frontières

di Antonio RITA

Computer
ROMA 23-04-2010 CEI TESTIMONI DIGITALI - MEDIA TV INTERNET DIGITALE PH: CRISTIAN GENNARI

Come ogni anno Reporters Sans Frontieres (Rsf) ha pubblicato, nella Giornata mondiale contro la cyber-censura, la sua ricerca sui nemici della Rete: tra nuovi ingressi e aumento della pressione, il 2011 è stato un anno particolarmente drammatico per chi ha cercato, attraverso Internet, di risvegliare le coscienze e conquistare spazi di democrazia.

È cambiata la geografia della censura di Internet: il numero di governi che impongono una stretta alla Rete, tentando di monitorare o addirittura bloccare la circolazione delle informazioni, è sempre più alto e ai soliti noti (regimi dittatoriali o simili) si sono aggiunti anche Paesi democratici, finiti nella watchlist di Rsf, ovvero “sotto osservazione”. A Birmania, Bielorussia, Cina e Iran (tanto per citare alcuni regimi che dal 2008, anno di nascita della classifica, non mancano mai di qualificarsi) si sono aggiunti alcuni Paesi già noti alle cronache per comportamenti non perfettamente limpidi: la Russia del neo-eletto Putin, la Turchia, l’India e il Kazakistan. Tutti i protagonisti della primavera araba, sbocciata proprio grazie alla Rete, sono ormai tra i “quasi ex-nemici” del web: Internet è stata la benzina per il motore delle rivolte, ma anche uno degli strumenti utilizzati per cercare di soffocarle. Tra gli osservati speciali dell’associazione internazionale ci sono, poi, due insospettabili: la Francia, inserita nell’elenco per le questioni relative al copyright e alle fonti giornalistiche, e l’Australia.

I numeri di Reporters Sans Frontières esprimono tutta la forza repressiva delle dittature: 5 netizen sono stati uccisi durante i giorni più caldi della primavera araba. Nel solo 2011 sono state arrestate circa 200 le persone tra blogger, attivisti, giornalisti; un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. Solo in Siria sono stati ben 120 i cittadini arrestati per il solo reato di aver utilizzato il web. Il 2011, spiegano i giornalisti di Rsf, «resterà nella storia come un anno di una violenza senza precedenti contro i blogger e i cittadini attivi in Rete».

La pubblicazione dei risultati della ricerca è stata anche l’occasione per consegnare il premio “Cittadino della Rete 2012”: i vincitori sono stati i netizen, giornalisti e attivisti siriani che in questi mesi stanno lottando per fare conoscere a tutto il mondo la dura repressione che stanno vivendo. Il premio è stato ritirato da Jasmine (27 anni, attivista siriana che ora vive in Canada) a nome dei Comitati locali di coordinamento, un media center che riunisce gruppi di giornalisti e cittadini allo scopo di raccogliere e diffondere, in tempo reale, informazioni e immagini della rivolta siriana.

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