A Roma la 3ª edizione del Festival internazionale del cinema cattolico
a cura di Marta FALLANI
«Dare spazio ai produttori e ai registi di film, documentari, docu-fiction, serie tv, cortometraggi e programmi che promuovono valori morali universali e modelli positivi». Con questo obiettivo prende il via la terza edizione del festival internazionale del cinema cattolico “Mirabile dictu”, patrocinata dal Pontificio Consiglio della cultura, in programma a Roma dal 2 al 5 luglio.
Un palcoscenico privilegiato
«Un’occasione privilegiata per accogliere una domanda antropologica di senso che sale dal cuore di ogni uomo». Così monsignor Franco Perazzolo, del Pontificio Consiglio della cultura, ha definito “Mirabile dictu” (“bello da dire” in latino), nel corso della conferenza stampa di presentazione; un festival, ha precisato Perazzolo, che «offre la possibilità, in un momento così difficile, di una sosta per riflettere». Sono 1.124 i film provenienti da tutto il mondo che hanno concorso al festival. Di questi solo tre sono stati selezionati e verranno presentati nel corso della rassegna alla giuria, presenziata dal cardinale Gianfranco Ravasi. «C’è bisogno oggi di valori trascendentali, di Dio, e anche il cinema può contribuire a questo cammino spirituale», ha sottolineato Liana Marabini, ideatrice e presidente del festival. «I film cattolici – ha aggiunto Marabini – hanno vita molto dura nell’industria del cinema»: per questo «il festival si propone come un palcoscenico privilegiato», ha detto la regista, precisando che «la volontà è di promuovere nella divulgazione anche i film non selezionati perché sviluppano valori positivi».
Cinema e nuova evangelizzazione
La rassegna si aprirà a Roma lunedì 2 luglio con il Congresso internazionale “Cinema e nuova evangelizzazione”, un evento che nei prossimi 18 mesi, toccherà dieci città in tutto il mondo (dopo Roma, Parigi, Bruxelles, Barcellona, Oxford, Budapest, Vienna, Los Angeles, Toronto, Rio De Janeiro). L’intento è «far prendere coscienza che un’arte apparentemente “frivola” come il cinema è al giorno d’oggi un mezzo potentissimo, che può essere utilizzato per raggiungere il cuore delle persone», ma anche quello di «aiutare chi fa cinema a utilizzarlo per scopi positivi».
Al termine del congresso di Roma verrà presentato in anteprima italiana il film Una donna di nome Maria del regista francese Robert Hossein, che riceverà in occasione del festival il premio alla carriera. Tre sono i lungometraggi in concorso per il premio come “miglior film”: il francese Churchmen di Rodolphe Tissot; l’americano War of the Vandée di Jim Morlino e lo spagnolo A song di Immacolata Hoces. Nel corso del festival saranno inoltre assegnati i premi come “miglior attrice/attore protagonista”, “miglior regista”, “miglior cortometraggio” e “miglior documentario”.