Il messaggio del cardinale Scola per la Giornata del Quotidiano cattolico, uno strumento che «ha come impegno esplicito quello di far emergere la questione del “senso” della vita attraverso ciò che quotidianamente accade e di cui facciamo esperienza»
del cardinale ANGELO SCOLA
Arcivescovo di Milano
In occasione della Giornata del Quotidiano Cattolico Avvenire, vorrei proporre qualche sintetica riflessione sul vasto tema della comunicazione.
Spesso si riduce questa realtà fondamentale, ma assai complessa, a poche attività puntuali e funzionali: pronunciare delle frasi, accedere alle informazioni dei notiziari, diffondere avvisi in parrocchia… In realtà, se guardiamo all’esperienza di ciascuno, tutto in noi e di noi è comunicazione: oltre che con le parole comunichiamo con gli sguardi, i gesti, il vestito… Ma c’è di più, c’è una radice ancor più profonda e vitale che ci porta ad affermare che tutto dell’uomo e nell’uomo è comunicazione.
Dio stesso, che è Padre, ha voluto comunicarsi all’uomo nel Suo Figlio: noi cristiani, raggiunti gratuitamente da questo incontro, viviamo l’urgenza della testimonianza per comunicare a chi vive con noi e intorno a noi Gesù Cristo, speranza e salvezza dell’umano. E questo non per nostra iniziativa o protagonismo. Ma per pura gratitudine. Da questa consapevolezza deriva quindi la scoperta che tutto dell’uomo e tutti gli uomini sono interlocutori di Gesù, aperti alla comunicazione con Lui e con i fratelli. La fede è un dono che ci raggiunge, ci interpella ed è offerto a tutti.
Abbiamo il compito di essere “seme buono” nel campo che è il mondo e di esserlo – in questi convulsi tempi di cambiamento – nel quotidiano, dentro le dimensioni della comune ed elementare esperienza umana che condividiamo con tutti: gli affetti, il lavoro, il riposo.
È quindi in questo orizzonte che si vede l’importanza di un giornale come Avvenire. Esso ha come impegno esplicito quello di far emergere la questione del “senso” (significato e direzione di cammino) della vita attraverso ciò che quotidianamente accade e di cui facciamo esperienza.
Infatti, quale lettura adeguata del tempo presente, delle sue opportunità e difficoltà possiamo tentare senza lasciarci provocare in continuazione dalla verità che viene al nostro incontro? Come affrontare una simile impresa senza l’aiuto di strumenti, come Avvenire, che ci informa, documenta, provoca e interpella? In discussione non è la bontà delle opinioni dei singoli, ma la possibilità che in noi abitino, vengano rinnovate, crescano e siano narrate le domande e la risposta sul senso dei fatti – spesso tragici e inquietanti – che l’informazione ci racconta.
Cerchiamo il senso di quanto accade e cerchiamolo anzitutto – senza per questo costringerci in circoli esclusivi – in compagnia di chi è animato da questa stessa preoccupazione.
L’Avvento, tempo in cui ci disponiamo ad accogliere la comunicazione di Dio all’uomo in Gesù Bambino, è propizio anche per maturare la necessaria decisione – come singoli e comunità cristiane – di accedere consapevolmente e con responsabilità a una corretta informazione. L’impegno alla lettura e alla diffusione del quotidiano Avvenire e di Milano7 ci offre in proposito una occasione stimolante.
+ Angelo Card. Scola
Arcivescovo