La tradizionale visita del cardinale Tettamanzi ai campeggi ambrosiani quest’anno ha evocato il cammino percorso dalla Diocesi nel nome di San Carlo e dei tre nuovi beati
di Annamaria BRACCINI
«Cercate il Signore nella sua dimora, nella bellezza del creato, nel dialogo a tu per tu con Dio fatto di silenzio e di preghiera, nel tesoro dell’amicizia tra voi». Il cardinale Tettamanzi sale a Les Combes, 1400 metri di altezza, piccolissimo borgo alpino della Valle d’Aosta che si affaccia sul Monte Bianco, diventato famoso nel mondo per aver ospitato nelle vacanze prima Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI.
Proprio accanto alla casa intitolata al Papa Beato, il Cardinale incontra circa 300 ragazzi che stanno vivendo l’esperienza del campeggi, una piccola rappresentanza dei 50 mila coinvolti negli oratori estivi, di cui 15 mila ospitati nelle tende dell’Associazione “Campeggi riuniti”, da 28 anni sulla breccia.
Visita tradizionale – quella del Cardinale ai piccoli campeggiatori e ai loro accompagnatori, educatori e genitori -, con l’Eucaristia presieduta nella più bella cattedrale del mondo – la natura -, ma che quest’anno vuole essere emblematica ed evocativa del cammino di santità percorso dalla nostra Chiesa nel nome di San Carlo e dei tre nuovi beati ambrosiani. Lo spiega don Massimo Pavanello, responsabile della Pastorale del Turismo e i Pellegrinaggi, e lo sottolinea lo stesso Cardinale, accolto dal vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, e da Vittorio Anglesio, sindaco di Introd, di cui Les Combes è una piccola frazione.
L’invito che viene dal Cardinale – autodefinitosi «uomo di pianura che ama la montagna» – è proprio quello di aprire con generosità gli occhi e il cuore sulla grande casa del Signore, «quella che ci circonda, e che dobbiamo salvaguardare, e quella che è abbiamo dentro. Il Signore abita tra di noi quando sappiamo collegarci, “entrare in rete”, divenire una realtà di amicizia profonda», dice.
Legame che mai come in montagna è evidente, fonte di solidarietà e di accoglienza, non solo per i giovani, ma anche per le loro famiglie chiamate a mettere a frutto anche questo periodo di svago in modo consapevole. «Se faremo questo – ha continuato, infatti, il Cardinale nella sua omelia -, coltivando il colloquio familiare, il dialogo nella preghiera con il Signore, le nostre vacanze saranno belle e piene di un significato vero, non dimenticando mai che il momento più decisivo delle nostre giornate è quello del silenzio e della parola più bella, la preghiera».
L’emozione si fa così concretezza, nella visita alla casa intitolata a Giovanni Paolo II (gestita dai Salesiani, come tutto il complesso che la circonda, verrà inaugurata il 24 luglio prossimo dal cardinale Bertone) e al piccolo, delizioso museo allestito in paese. Dove il Cardinale sosta tra fotografie e ricordi personali, guardando con attenzione la giacca a vento bianca del Papa, gli strumenti per andare in montagna, i paramenti. Infine, nel pomeriggio, ancora tra i ragazzi, con la loro allegria, ma anche con la preghiera che conclude una giornata bella in tutti i sensi. E il pensiero rimane «verso la cima della santità», come diceva appunto il Papa.