Ricca di manifestazioni d’affetto la giornata trascorsa dal cardinale Tettamanzi nei campeggi ambrosiani di Les Combes, durante la quale ha preso idealmente congedo da ragazzi e giovani impegnati negli oratori estivi
di Elia MADDIVIN
«Dov’è la casa di Dio?»: questa la domanda che ha guidato oggi l’incontro del cardinale Dionigi Tettamanzi con i ragazzi che stanno vivendo l’esperienza del campeggio estivo in Valle d’Aosta (guarda la photogallery). Una domanda simbolica, come simbolica è stata tutta la giornata, che il Cardinale ha trascorso in compagnia degli oltre 500 giovani e giovanissimi provenienti dalle parrocchie di Nova Milanese, Carugate, Gorgonzola, Cassago Brianza, Cerro Maggiore, Rescaldina, Gesù Divin Lavoratore in Milano, Cassina de’ Pecchi, Muggiò, Concorezzo, Cantalupo, Cantù, Induno Olona e Bresso. Un incontro che idealmente ha abbracciato tutti i 50 mila ragazzi ambrosiani che in questi giorni vivono l’esperienza spirituale estiva con i propri oratori.
Un piccolissimo paese – Introd, 630 abitanti – è stata la sede di questa festa. Un luogo caro a tutta la cristianità perché ha ospitato per ben dieci estati le vacanze estive del Beato papa Giovanni Paolo II e per tre anni quelle del suo successore Benedetto XVI. Si è mostrato commosso, il cardinale Tettamanzi, visitando il luogo dove hanno abitato nei mesi estivi i due Pontefici: «Cari ragazzi, in questo luogo non ci incontriamo solo come Chiesa milanese. Qui siamo spinti ad aprire il nostro cuore al mondo intero, alla Chiesa universale. Ce lo ricordano la memoria del Beato Giovanni Paolo II e la presenza spirituale di Benedetto XVI, al quale va tutto il nostro affetto e la nostra preghiera» (ascolta le parole del Cardinale).
È stato un incontro simbolico, quello organizzato da don Massimo Pavanello della Pastorale del Turismo della Diocesi di Milano e da Campeggi riuniti, anche perché – senza alcuna ufficialità, ma con calore incommensurabile – ha segnato il congedo del vescovo dai più giovani, componente amatissima dello sconfinato gregge ambrosiano.
«Dov’è la casa di Dio? È nel creato, in quanto di bello il Signore ha fatto per noi, in virtù del suo grande amore per noi»: così il Cardinale ha risposto alla domanda che lui stesso ha posto e che ha guidato la sua omelia nella Messa celebrata nella spianata di Les Combes. «Sì, la natura è luogo privilegiato dove Dio abita, si mostra. Gesù stesso rimaneva incantato dalla natura che osservava. Dalla natura Gesù ricavava spunti per le sue riflessioni. Tutti ricordiamo i brani del Vangelo in cui parlava degli uccelli del cielo, dei gigli del campo!». Ma c’è una casa ancor più vicina, presso la quale il Signore abita: «La dimora del Signore siamo noi uomini, noi ragazzi e ragazze. Il Signore Gesù è tra noi quando stiamo in relazione di amicizia profonda con chi ci è vicino. Questa amicizia noi vogliamo e cerchiamo di viverla tutti i giorni, qui in campeggio e quando torneremo a casa, per tutto l’anno».
Concludendo l’omelia della Messa – concelebrata con il vescovo di Aosta monsignor Giuseppe Anfossi e una ventina di sacerdoti ambrosiani -, Tettamanzi ha mostrato un luogo ancor più intimo presso il quale incontrare il Signore: «È Gesù a spiegarci che il Padre abita nella casa del nostro cuore: Dio vuole abitare presso di noi. E per accogliere questa presenza è necessario imparare il silenzio e la contemplazione da questi luoghi incantevoli, è necessario vivere la dimensione del silenzio e della preghiera personale».
Nel pomeriggio il cardinale Tettamanzi ha poi guidato la preghiera con i ragazzi e ha ricordato le recenti beatificazioni in piazza Duomo a Milano di padre Clemente Vismara, suor Enrichetta Alfieri e don Serafino Morazzone, insistendo sul tema della santità: «Come il Beato papa Giovanni Paolo II anche noi possiamo incamminarci sulla via della santità. È un’impresa possibile!». E le ultime parole del cardinale Tettamanzi, prima di congedarsi – anche idealmente – dai ragazzi che affettuosamente lo acclamavano, sono state ispirate proprio da Karol Woityla: «Non abbiate paura, per me voi sarete sempre presenti!».