Saranno preti, suore e laici i missionari in partenza dalla diocesi tra novembre e i primi mesi dell'anno prossimo
di Annamaria BRACCINI
Redazione
Si può essere missionari ogni giorno, non solo andando dall’altra parte del mondo, ma anche vivendo nelle nostre case e strade. A pensarci sembra una provocazione, mentre a pochi metri di distanza dalla basilica di Sant’Eustorgio, dove si celebra la Veglia missionaria per la città di Milano – contemporaneamente se ne svolgono in ciascuna delle Zone pastorali -, impazza una movida disordinata e consumistica.
E allora il pensiero torna a quello “Spezzare il pane per tutti i popoli”, tema della 84esima Giornata missionaria mondiale che si ricorda nel rito attraverso le letture, le invocazioni in diverse lingue e le testimonianze. Con la riflessione del vescovo ausiliare monsignor Erminio De Scalzi, che dice «non esiste un dovere della missione accanto a quello di essere cristiani. Essere cristiani significa essere missionari».
E così Sant’Eustorgio, sabato 23 ottobre, gremita di tanti gruppi di singole parrocchie cittadine, diviene il luogo di una speranza e di un auspicio forti perché il Signore – continua De Scalzi – mandi tanti operai nella sua messe. In una "vigna" che talvolta può trasformarsi in un luogo di martirio. «Questo per tutti noi, missionari che restiamo nelle nostre città – conclude mons. De Scalzi -, diviene un richiamo a rendere più autentica la nostra fede. Con il martirio dei missionari quel cristianesimo che a tanti sembrava incapace di comunicare la propria bellezza improvvisamente ritrova la capacità di suscitare domande e di indicare la strada».
Poi la presentazione e la chiamata il rinnovo delle promesse battesimali, la preghiera di invio e la consegna del crocifisso ai due partenti da Milano (i missionari in partenza dalla Diocesi sono complessivamente 15): una religiosa delle Suore della Riparazione, che andrà in Papua Nuova Guinea, e un giovane inviato a Lusaka in Zambia. Si può essere missionari ogni giorno, non solo andando dall’altra parte del mondo, ma anche vivendo nelle nostre case e strade. A pensarci sembra una provocazione, mentre a pochi metri di distanza dalla basilica di Sant’Eustorgio, dove si celebra la Veglia missionaria per la città di Milano – contemporaneamente se ne svolgono in ciascuna delle Zone pastorali -, impazza una movida disordinata e consumistica.E allora il pensiero torna a quello “Spezzare il pane per tutti i popoli”, tema della 84esima Giornata missionaria mondiale che si ricorda nel rito attraverso le letture, le invocazioni in diverse lingue e le testimonianze. Con la riflessione del vescovo ausiliare monsignor Erminio De Scalzi, che dice «non esiste un dovere della missione accanto a quello di essere cristiani. Essere cristiani significa essere missionari».E così Sant’Eustorgio, sabato 23 ottobre, gremita di tanti gruppi di singole parrocchie cittadine, diviene il luogo di una speranza e di un auspicio forti perché il Signore – continua De Scalzi – mandi tanti operai nella sua messe. In una "vigna" che talvolta può trasformarsi in un luogo di martirio. «Questo per tutti noi, missionari che restiamo nelle nostre città – conclude mons. De Scalzi -, diviene un richiamo a rendere più autentica la nostra fede. Con il martirio dei missionari quel cristianesimo che a tanti sembrava incapace di comunicare la propria bellezza improvvisamente ritrova la capacità di suscitare domande e di indicare la strada».Poi la presentazione e la chiamata il rinnovo delle promesse battesimali, la preghiera di invio e la consegna del crocifisso ai due partenti da Milano (i missionari in partenza dalla Diocesi sono complessivamente 15): una religiosa delle Suore della Riparazione, che andrà in Papua Nuova Guinea, e un giovane inviato a Lusaka in Zambia. In 15 “fidei donum” hanno ricevuto il mandato – Sono 15 (3 preti, 6 religiosi e 6 laici) i "fidei donum" della Diocesi di Milano che hanno ricevuto il mandato il 23 ottobre scorso nelle rispettive zone pastorali e che ora si preparano a partire. Per la maggior parte si tratta della prima esperienza di missione, solo due suore hanno alle spalle anni di evangelizzazione, mentre qualcun altro è già stato in Paesi del Sud del mondo. Ognuno di loro si è preparato studiando la lingua e la cultura locale, per potersi inserire più rapidamente nel nuovo contesto missionario. Ecco i partenti: nella Zona 1 sono Kumar Galbiati che andrà in Zambia e suor Daisy Lucia Mutu (Suore della Riparazione) in Papua Nuova Guinea; Zona 2: suor Rita Serao (Missionarie comboniane) in Sudan e don Erve Simeoni in Niger; Zona 3: padre Robert Moa (Pime) in Papua Nuova Guinea; Zona 4: Moira Chiodini (Associazione laici Pime) in Bangladesh, don Luca Pozzi in Camerun e suor Elena Alzati (Suore di S. Giovanna Antida Thouret) in Ciad; Zona 5: Paola Corti in Zambia, Chiara e Roberto Parravicini in Perù, suor Roberta Pignoni (Missionarie dell’Immacolata) in Bangladesh; Zona 6: Enrico Pietroboni (Associazione Laici Pime) in Guinea Bissau; Zona 7: don Giambattista Inzoli in Perù e suor Emanuela Nardin (Missionarie dell’Immacolata) in Brasile. (L.B.) – Testimonianza/1 – Testimonianza/2 – Testimonianza/3