di Marcello VILLANI
Redazione

Il decanato di Primaluna, ovvero della Valsassina, nella zona Pastorale III di Lecco, è un decanato atipico. Nel senso che dai suoi 15 mila abitanti passa in estate a più di 20 mila, fino a quasi a raddoppiare la sua popolazione nella zona dell’altipiano (Barzio, Cremeno, Maggio e Moggio). Un’opportunità, per i sacerdoti valsassinesi, ma anche un grandissimo fardello. E “l’esercito” rimane sempre quello: 15 sacerdoti, dei quali alcuni malati o anziani.
Don Mauro Malighetti, decano di Primaluna, parroco e coordinatore della Comunità pastorale “Madonna della Neve” (che riunisce le parrocchie di Primaluna, Introbio, Cortenova, Taceno e Parlasco), non si scoraggia: «Le difficoltà qui da noi in estate non mancano, anche perché dei nostri preti qualcuno non ci può dare grande aiuto per età o malattia. La difficoltà maggiore consiste nel riuscire a rispondere alle esigenze pastorali e personali di così tanta gente. Ci sono, per esempio, le feste alpine, nei rifugi, in montagna, e il carico di lavoro aumenta vertiginosamente. Molti paesi qui tengono tantissimo a queste belle tradizioni, positive perché aggregano gente, ma per noi molto faticose perché si aggiungono alla normale vita liturgica».
Qualche volta arriva da Milano qualche sacerdote “in vacanza” di rinforzo: «Qualcuno di solito arriva, ma non ci si può fare conto – spiega don Malighetti -. Innanzitutto perché non sappiamo mai prima chi e quanti saranno. In estate la Valsassina, soprattutto per quanto riguarda l’altopiano (Maggio, Moggio, Cremeno e Barzio) raddoppia le presenze e non c’è tempo di stare dietro a tutto». Una prima soluzione, anche in periodi invernali, è stata quella di diffondere le comunità e le unità pastorali: «Con il 1° settembre si creerà la Comunità pastorale “Maria Regina dei Monti” che comprenderà Barzio, Moggio, Cremeno (con Maggio) e Pasturo, il cui parroco deve essere ancora nominato.
Poi sono attive, oltre alla mia comunità pastorale, anche le unità pastorali di Premana con Pagnona (responsabile don Mauro Ghislanzoni dal 2002), e di Casargo con Margno (don Antonio Brunello dal 1972). L’ultimo arrivato tra noi sacerdoti, nel 2008, è don Riccardo Sanvito, coadiutore nella mia Comunità pastorale. Gli altri sono qui già dal 2006, i più recenti». Quello che in altri decanati è un periodo di relativo riposo, per il decanato di Primaluna è un periodo caldo, caldissimo: «Per riposarci dovremmo scappare via – scherza il decano -. Però qualcosa si muove: dando maggior responsabilità ai laici per quel che compete loro, stiamo ottenendo i primi risultati. I laici stanno rispondendo pian piano, ma certamente i processi di questo tipo sono lunghi: c’è da fare formazione, cambiare la mentalità. Un processo lento, ma i cui segnali cominciano a essere evidenti». Il decanato di Primaluna, ovvero della Valsassina, nella zona Pastorale III di Lecco, è un decanato atipico. Nel senso che dai suoi 15 mila abitanti passa in estate a più di 20 mila, fino a quasi a raddoppiare la sua popolazione nella zona dell’altipiano (Barzio, Cremeno, Maggio e Moggio). Un’opportunità, per i sacerdoti valsassinesi, ma anche un grandissimo fardello. E “l’esercito” rimane sempre quello: 15 sacerdoti, dei quali alcuni malati o anziani.Don Mauro Malighetti, decano di Primaluna, parroco e coordinatore della Comunità pastorale “Madonna della Neve” (che riunisce le parrocchie di Primaluna, Introbio, Cortenova, Taceno e Parlasco), non si scoraggia: «Le difficoltà qui da noi in estate non mancano, anche perché dei nostri preti qualcuno non ci può dare grande aiuto per età o malattia. La difficoltà maggiore consiste nel riuscire a rispondere alle esigenze pastorali e personali di così tanta gente. Ci sono, per esempio, le feste alpine, nei rifugi, in montagna, e il carico di lavoro aumenta vertiginosamente. Molti paesi qui tengono tantissimo a queste belle tradizioni, positive perché aggregano gente, ma per noi molto faticose perché si aggiungono alla normale vita liturgica».Qualche volta arriva da Milano qualche sacerdote “in vacanza” di rinforzo: «Qualcuno di solito arriva, ma non ci si può fare conto – spiega don Malighetti -. Innanzitutto perché non sappiamo mai prima chi e quanti saranno. In estate la Valsassina, soprattutto per quanto riguarda l’altopiano (Maggio, Moggio, Cremeno e Barzio) raddoppia le presenze e non c’è tempo di stare dietro a tutto». Una prima soluzione, anche in periodi invernali, è stata quella di diffondere le comunità e le unità pastorali: «Con il 1° settembre si creerà la Comunità pastorale “Maria Regina dei Monti” che comprenderà Barzio, Moggio, Cremeno (con Maggio) e Pasturo, il cui parroco deve essere ancora nominato.Poi sono attive, oltre alla mia comunità pastorale, anche le unità pastorali di Premana con Pagnona (responsabile don Mauro Ghislanzoni dal 2002), e di Casargo con Margno (don Antonio Brunello dal 1972). L’ultimo arrivato tra noi sacerdoti, nel 2008, è don Riccardo Sanvito, coadiutore nella mia Comunità pastorale. Gli altri sono qui già dal 2006, i più recenti». Quello che in altri decanati è un periodo di relativo riposo, per il decanato di Primaluna è un periodo caldo, caldissimo: «Per riposarci dovremmo scappare via – scherza il decano -. Però qualcosa si muove: dando maggior responsabilità ai laici per quel che compete loro, stiamo ottenendo i primi risultati. I laici stanno rispondendo pian piano, ma certamente i processi di questo tipo sono lunghi: c’è da fare formazione, cambiare la mentalità. Un processo lento, ma i cui segnali cominciano a essere evidenti».

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