I compiti e la composizione degli organismi di partecipazione nella Chiesa ambrosiana, il significato dell'incarico e i criteri di scelta. Il mandato è di cinque anni, quello attuale ha avuto inizio nel 2005

di monsignor Gianni ZAPPA Moderator Curiae
Redazione

La prossima scadenza nell’Arcidiocesi di Milano del Consiglio presbiterale (giunto al X mandato), del Consiglio pastorale diocesano (giunto all’VIII mandato) e dell’incarico dei Decani, offre un’occasione a tutti i fedeli per crescere nella consapevolezza di appartenere a una Chiesa che vuole crescere nella capacità di lavorare insieme e nella condivisione delle scelte. Per cogliere il rilievo di questa tappa nel cammino di comunione della Chiesa ambrosiana è pertanto opportuno richiamare, almeno per sommi capi, quelli che sono i compiti e quella che è la composizione dei Consigli diocesani, nonché il significato dell’incarico e i criteri di scelta dei Decani.
La responsabilità della crescita nella corresponsabilità di una Diocesi è in primo luogo affidata al Vescovo, posto nella Chiesa particolare come il primo servitore e il vero garante dell’unità e della comunione di tutti i credenti e proprio per la realizzazione di questo compito il Vescovo ricorre alla collaborazione dei presbiteri, che rendono presente nel territorio diocesano il ministero episcopale, condividendo con il pastore della Diocesi l’unico sacerdozio di Cristo. Il Consiglio presbiterale, che verrà in prevalenza eletto (52 eletti su 76 componenti) nelle diverse Zone pastorali e tenendo conto delle diverse età del clero, nei giorni 4 (votazione per la scelta dei candidati) e 25 maggio (elezione), costituisce in questo senso l’organismo chiamato a sostenere e consigliare il servizio complessivo e proprio del Vescovo, al servizio della crescita nella comunione tra tutti i fedeli.
Il carattere proprio del Consiglio pastorale diocesano è posto nell’esprimere, in analogia a quanto avviene nei Consigli parrocchiali, la ricca varietà dell’intero popolo di Dio, offrendo all’Arcivescovo il consiglio sulle principali attività pastorali, in vista di precise scelte operative diocesane. Dovendo essere in qualche modo lo specchio di tutti i fedeli che, divenuti per il dono del Battesimo figli di Dio, abitano il vasto territorio diocesano, il Consiglio pastorale assume una composizione diversificata, che comprende: 74 laici dei decanati (eletti nei Consigli pastorali di Decanato nel periodo compreso tra il 4 aprile e il 25 maggio), 10 laici indicati dal coordinamento diocesano associazioni (9 indicati dalle associazioni e di diritto il presidente dell’Ac), 2 rappresentanti delle comunità etniche (designati dal cappellano dei migranti), 7 presbiteri delle Zone pastorali (eletti il 25 maggio), 2 diaconi permanenti (eletti dall’assemblea dei diaconi), 7 consacrati e 7 consacrate indicati dai rispettivi organismi di coordinamento e i membri che lo stesso Arcivescovo, visti gli altri componenti, vorrà indicare (nella misura di 20, di cui 14 suggeriti dai Vicari episcopali di Zona) per garantire al meglio la rappresentatività del Consiglio.
Per quanto concerne infine i Decani, possono essere definiti come i promotori a livello locale della condivisione pastorale tra parrocchie, confrontandosi con le indicazioni diocesane e favorendo la condivisione in Decanato, nell’ambito dell’assemblea decanale dei presbiteri e del Consiglio pastorale decanale (per il prossimo mandato decisive saranno le indicazioni della carta ci comunione per la missione). Dovendo da un lato essere al servizio della dimensione diocesana (anche attraverso la partecipazione al Collegio dei Decani) e dall’altro essere espressione delle dinamiche concrete di ogni Decanato, i Decani vengono scelti dall’Arcivescovo, ma tenendo conto delle indicazioni offerte a livello locale. In concreto, presbiteri e diaconi sono quindi chiamati il 4 maggio a proporre mediante votazione una terna di parroci, tra i quali l’Arcivescovo sceglierà quanti riterrà più idonei per mettersi al servizio delle comunità che costituiscono il Decanato. La prossima scadenza nell’Arcidiocesi di Milano del Consiglio presbiterale (giunto al X mandato), del Consiglio pastorale diocesano (giunto all’VIII mandato) e dell’incarico dei Decani, offre un’occasione a tutti i fedeli per crescere nella consapevolezza di appartenere a una Chiesa che vuole crescere nella capacità di lavorare insieme e nella condivisione delle scelte. Per cogliere il rilievo di questa tappa nel cammino di comunione della Chiesa ambrosiana è pertanto opportuno richiamare, almeno per sommi capi, quelli che sono i compiti e quella che è la composizione dei Consigli diocesani, nonché il significato dell’incarico e i criteri di scelta dei Decani.La responsabilità della crescita nella corresponsabilità di una Diocesi è in primo luogo affidata al Vescovo, posto nella Chiesa particolare come il primo servitore e il vero garante dell’unità e della comunione di tutti i credenti e proprio per la realizzazione di questo compito il Vescovo ricorre alla collaborazione dei presbiteri, che rendono presente nel territorio diocesano il ministero episcopale, condividendo con il pastore della Diocesi l’unico sacerdozio di Cristo. Il Consiglio presbiterale, che verrà in prevalenza eletto (52 eletti su 76 componenti) nelle diverse Zone pastorali e tenendo conto delle diverse età del clero, nei giorni 4 (votazione per la scelta dei candidati) e 25 maggio (elezione), costituisce in questo senso l’organismo chiamato a sostenere e consigliare il servizio complessivo e proprio del Vescovo, al servizio della crescita nella comunione tra tutti i fedeli.Il carattere proprio del Consiglio pastorale diocesano è posto nell’esprimere, in analogia a quanto avviene nei Consigli parrocchiali, la ricca varietà dell’intero popolo di Dio, offrendo all’Arcivescovo il consiglio sulle principali attività pastorali, in vista di precise scelte operative diocesane. Dovendo essere in qualche modo lo specchio di tutti i fedeli che, divenuti per il dono del Battesimo figli di Dio, abitano il vasto territorio diocesano, il Consiglio pastorale assume una composizione diversificata, che comprende: 74 laici dei decanati (eletti nei Consigli pastorali di Decanato nel periodo compreso tra il 4 aprile e il 25 maggio), 10 laici indicati dal coordinamento diocesano associazioni (9 indicati dalle associazioni e di diritto il presidente dell’Ac), 2 rappresentanti delle comunità etniche (designati dal cappellano dei migranti), 7 presbiteri delle Zone pastorali (eletti il 25 maggio), 2 diaconi permanenti (eletti dall’assemblea dei diaconi), 7 consacrati e 7 consacrate indicati dai rispettivi organismi di coordinamento e i membri che lo stesso Arcivescovo, visti gli altri componenti, vorrà indicare (nella misura di 20, di cui 14 suggeriti dai Vicari episcopali di Zona) per garantire al meglio la rappresentatività del Consiglio.Per quanto concerne infine i Decani, possono essere definiti come i promotori a livello locale della condivisione pastorale tra parrocchie, confrontandosi con le indicazioni diocesane e favorendo la condivisione in Decanato, nell’ambito dell’assemblea decanale dei presbiteri e del Consiglio pastorale decanale (per il prossimo mandato decisive saranno le indicazioni della carta ci comunione per la missione). Dovendo da un lato essere al servizio della dimensione diocesana (anche attraverso la partecipazione al Collegio dei Decani) e dall’altro essere espressione delle dinamiche concrete di ogni Decanato, i Decani vengono scelti dall’Arcivescovo, ma tenendo conto delle indicazioni offerte a livello locale. In concreto, presbiteri e diaconi sono quindi chiamati il 4 maggio a proporre mediante votazione una terna di parroci, tra i quali l’Arcivescovo sceglierà quanti riterrà più idonei per mettersi al servizio delle comunità che costituiscono il Decanato.

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