Il nuovo gruppo di lavoro Sdr sta proponendo diverse iniziative per la pastorale di chi vive la sofferenza della fine di un amore. Chi si trova in questa situazione è ancora parte della Chiesa, un'appartenenza sovente difficile

di Alfonso e Francesca COLZANI Responsabili Servizio per la famiglia
Redazione

Il nuovo non è mai univoco nel suo presentarsi: può suscitare meraviglia e stupore, sorprendere il desiderio e ispirare gratitudine. Può al contrario apparire invadente e provocare paura e fastidio. Ma può anche presentarsi nella forma prevedibile dell’“era ora!”, perde così qualcosa della sua vitalità per aderire alla forma più modesta di ciò che doveva arrivare già da un po’. Non possiamo nascondere il nostro sollievo all’idea di poter comunicare quanto di nuovo il gruppo di lavoro Sdr del Servizio per la famiglia della Diocesi di Milano sta proponendo per la pastorale delle persone separate, divorziate e di nuova unione.
Due nuove iniziative diocesane prenderanno il via in questa settimana, aggiungendosi a quelle già attive a Cernusco, Erba e Malnate. Si tratta di due proposte diverse: la prima, a Seregno, offre un’occasione di “incontro nella fede” attorno alla Parola di Dio a fedeli separati, divorziati e risposati. Propone un itinerario di elaborazione della fede dopo l’evento doloroso e destabilizzante della fine di una relazione matrimoniale. Chi vive questa situazione è infatti ancora parte della Chiesa, un’appartenenza sovente difficile: qualcuno subisce discriminazioni a volte immotivate, qualche altro si esclude a motivo di eccessivi sensi di colpa o perché si sente giudicato.
Con queste iniziative, per ora attive in quattro zone della Diocesi, la Chiesa ambrosiana vuole affermare che nella comunità c’è posto per loro, sono figli amati e attesi. Questi “Incontri nella fede” sono il frutto di una lunga preparazione, i conduttori hanno iniziato a formarsi nel 2006, costituendo un gruppo di lavoro diocesano che quest’anno inizia a operare, dividendosi in équipe composte da una “coppia regolare”, un sacerdote, persone separate o divorziate. Va sottolineata quest’ultima presenza, si tratta di persone che hanno profondamente rielaborato nella fede la loro esperienza e possono quindi offrire sulla giusta lunghezza d’onda un aiuto anche ad altri.
La seconda iniziativa è una scuola per operatori pastorali che inizierà il 13 febbraio a Costamasnaga, località facilmente raggiungibile dalle zone di Monza e Lecco. È rivolta a tutti coloro che intendono acquisire una competenza e sensibilità pastorale sul tema: in particolare agli operatori di pastorale familiare. Il nuovo non è mai univoco nel suo presentarsi: può suscitare meraviglia e stupore, sorprendere il desiderio e ispirare gratitudine. Può al contrario apparire invadente e provocare paura e fastidio. Ma può anche presentarsi nella forma prevedibile dell’“era ora!”, perde così qualcosa della sua vitalità per aderire alla forma più modesta di ciò che doveva arrivare già da un po’. Non possiamo nascondere il nostro sollievo all’idea di poter comunicare quanto di nuovo il gruppo di lavoro Sdr del Servizio per la famiglia della Diocesi di Milano sta proponendo per la pastorale delle persone separate, divorziate e di nuova unione.Due nuove iniziative diocesane prenderanno il via in questa settimana, aggiungendosi a quelle già attive a Cernusco, Erba e Malnate. Si tratta di due proposte diverse: la prima, a Seregno, offre un’occasione di “incontro nella fede” attorno alla Parola di Dio a fedeli separati, divorziati e risposati. Propone un itinerario di elaborazione della fede dopo l’evento doloroso e destabilizzante della fine di una relazione matrimoniale. Chi vive questa situazione è infatti ancora parte della Chiesa, un’appartenenza sovente difficile: qualcuno subisce discriminazioni a volte immotivate, qualche altro si esclude a motivo di eccessivi sensi di colpa o perché si sente giudicato.Con queste iniziative, per ora attive in quattro zone della Diocesi, la Chiesa ambrosiana vuole affermare che nella comunità c’è posto per loro, sono figli amati e attesi. Questi “Incontri nella fede” sono il frutto di una lunga preparazione, i conduttori hanno iniziato a formarsi nel 2006, costituendo un gruppo di lavoro diocesano che quest’anno inizia a operare, dividendosi in équipe composte da una “coppia regolare”, un sacerdote, persone separate o divorziate. Va sottolineata quest’ultima presenza, si tratta di persone che hanno profondamente rielaborato nella fede la loro esperienza e possono quindi offrire sulla giusta lunghezza d’onda un aiuto anche ad altri.La seconda iniziativa è una scuola per operatori pastorali che inizierà il 13 febbraio a Costamasnaga, località facilmente raggiungibile dalle zone di Monza e Lecco. È rivolta a tutti coloro che intendono acquisire una competenza e sensibilità pastorale sul tema: in particolare agli operatori di pastorale familiare. La Lettera dell’Arcivescovo Dunque, già da tempo la Chiesa aveva auspicato una particolare attenzione pastorale a chi, vivendo il fallimento e lo scacco del proprio matrimonio, rischiava l’emarginazione e l’allontanamento dalla stessa comunità ecclesiale a motivo di un pregiudiziale comportamento di sfiducia da parte dei credenti. Nel Direttorio di pastorale familiare (1992), al n. 191, si legge che la sollecitudine pastorale della Chiesa «deve farsi più viva anche verso le famiglie che si trovano in situazioni difficili o irregolari».Ma si sa, tra il dire e il fare, il tragitto può essere rallentato dalle tante correnti. Pensiamo alla preoccupazione della Chiesa di mantenere alta la forza, la grandezza, il valore dell’indissolubilità del sacramento del matrimonio nel suo significato di via di santificazione che vincola per la vita. Sappiamo che per questo è negata l’eucaristia a coloro che abbiano avviato una nuova unione, non agli altri però, non a coloro che sono in questa situazione loro malgrado, non avendo mai desiderato la rottura o avendola semplicemente subita e nemmeno a coloro che pur avendo voluto la separazione, hanno riconosciuto il peso della loro scelta continuando a ritenersi legati davanti a Dio dal vincolo matrimoniale (pur persistendo l’impossibilità di tornare a vivere con il coniuge).C’è anche la forte resistenza alla rassegnazione di fronte a tanti fallimenti, come se fosse facile evitarli e bastasse una norma rigorosa e incontrovertibile, c’è la durezza di cuore di chi non capisce quanto dolore si apre nell’esistenza quando si profila il dramma del fallimento matrimoniale. La separazione dei corpi, del cuore e della mente dopo una stagione di sogni e desideri comuni, di progetti e di vita insieme, lascia sempre una ferita bruciante perfino in Chi per primo ha voluto tutto questo. La sofferenza è enorme per tutti i soggetti coinvolti e la Chiesa se ne fa carico nel suo dovere dell’annuncio evangelico della praticabilità della vita sempre e comunque, anche nelle situazioni più dolorose che vedono le sue stesse indicazioni disattese.La lettera del cardinale Tettamanzi, Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, è stata decisiva e, finalmente, dopo il “dire”, si presenta all’orizzonte il “fare” sostenuto da una seria formazione che a partire dal 2001 ha visto via via coinvolte parecchie coppie della Diocesi, perché – e questa consapevolezza non è mai venuta meno – non si può improvvisare, ci vuole competenza, finezza e libertà, quelle che servono, quando le cose decollano, a lasciare che il bene cresca oltre noi stessi. Incontri a Seregno e Costa Masnaga – “Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito”, uno spazio di incontro nella fede (Parola di Dio, preghiera e confronto) rivolto a persone separate, divorziate e nuove unioni si terrà presso il Collegio Ballerini (via Verdi 77, Seregno). Quattro serate, la prima delle quali si è svolta ieri sera (poi 8 marzo, 12 aprile e 10 maggio), dalle 20.45 alle 22.15. Info: tel. 031.749574 – percorsidisperanza@libero.it Parte invece sabato 13 febbraio la Sdop di formazione di operatori per la pastorale di persone separate, divorziate, in nuova unione per le Zone di Monza e Lecco. Presso la Scuola dell’infanzia (via S. Maria Assunta 1) a Costa Masnaga (Lecco) dalle 15 alle 18. Iscrizioni: tel. 02.58391315 (lu-ve 9-13; 14-17.30) – sdop@diocesi.milano.it � –

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