di Maria Teresa ANTOGNAZZA
Redazione

Con Natale torna a Venegono Inferiore (Varese) il grande evento culturale e religioso del Presepio vivente. Giunta alla sua trentanovesima edizione, la Sacra Rappresentazione della Natività non finisce mai di stupire le centinaia di spettatori che ogni anno arrivano nel piccolo paese del Varesotto per gustare lo spettacolo.
Una grande scenografia, in dimensioni reali, occupa tutto il cortile del vecchio oratorio femminile, presso il Centro parrocchiale La Benedetta. Qui, fin da settembre, una schiera di 150 «presepiatt» ha lavorato di pialla, sega, cazzuola, fiamma ossidrica e pennello per ricostruire nei minimi particolari l’ambientazione della rappresentazione. Tutto nuovo, tutto ricostruito su misura, come ad ogni nuova edizione, da quasi quarant’anni a questa parte: cambiano scenografia e sceneggiatura, testi e musiche, personaggi e storie. Tra muratori, imbianchini, elettricisti, geometri, insieme ai «creativi», disegnatori, sarte e attori, all’opera ogni giorno (i pensionati) e nel fine settimana (i più giovani collaboratori), è cresciuto come dal nulla un gigantesco presepio, che fa da sfondo alla storia della nascita di Gesù. Mentre negli anni passati la storia si collocava in un tipico paesaggio delle corti lombarde, con riproduzione di cortili, cascine, balconi e verande, stalle e locande, con l’attualizzazione del mistero della Natività, questa volta gli spettatori troveranno ad attenderli le casette, il castello di Erode, le botteghe degli artigiani, i pastori con le pecorelle, la legna con il fuoco, il mulino e il forno, tutto come in un presepio tradizionale, solo in dimensioni gigantesche.
Dentro la scena ecco muoversi i personaggi, giovani, adulti, bambini e anziani del paese, che animeranno una storia evangelica tutta riscritta in versi e metrica dal regista venegonese Marco Airoldi. Il tutto si concluderà naturalmente davanti alla stalla della nascita miracolosa, con tanto di bue e asinello, e l’insieme dei personaggi in adorazione. Non mancheranno naturalmente gli angeli, e nemmeno i Re Magi, attesi nella rappresentazione dell’Epifania.
«La notte in cui la storia si inchinò alla Gloria» è il titolo che i «presepiatt» hanno voluto dare all’edizione 2010 del presepio vivente. E a fare la parte del Bambinello, in ogni rappresentazione quotidiana, ci saranno i neonati del 2010, reclutati nelle famiglie dei due paesi di Venegono Inferiore e Superiore, con i loro genitori nelle vesti di Maria e Giuseppe.
Come l’anno scorso, tutta la scenografia è al coperto, per preservare attori, pubblico e costruzioni dalle eventuali intemperie, acqua e neve.
Ora non resta che attendere l’ora x, con la prima rappresentazione, prevista per il pomeriggio di Natale, con la ripetizione dello spettacolo a orario continuato dalle 16 alle 17.30. Nei giorni seguenti, per tutto il periodo delle vacanze scolastiche, tutti i pomeriggi festivi dalle 14.30 alle 17.30 e nei feriali quattro repliche con inizio alle 14.30, 15.15, 16 e 16.45. Venerdì 31 dicembre il presepio resterà chiuso mentre nelle domenica di gennaio 9 e 16 ci saranno ancora rappresentazioni a orario continuato dalle 14.30 alle 17.30.
Per altre informazioni si può consultare il ricchissimo sito, www. presepiovenegono.it, con traduzione delle pagine in ben sette lingue, tra cui cinese e giapponese.
Da qui lancia il suo caloroso messaggio a tutti gli spettatori del presepio e ai bravissimi «presepiatt» il cardinale Dionigi Tettamanzi, che da anni segue con attenzione questa manifestazione, invitato più volte dagli organizzatori a visitarlo di persona: «Prima o poi ci riuscirò» confida nel video. Con Natale torna a Venegono Inferiore (Varese) il grande evento culturale e religioso del Presepio vivente. Giunta alla sua trentanovesima edizione, la Sacra Rappresentazione della Natività non finisce mai di stupire le centinaia di spettatori che ogni anno arrivano nel piccolo paese del Varesotto per gustare lo spettacolo.Una grande scenografia, in dimensioni reali, occupa tutto il cortile del vecchio oratorio femminile, presso il Centro parrocchiale La Benedetta. Qui, fin da settembre, una schiera di 150 «presepiatt» ha lavorato di pialla, sega, cazzuola, fiamma ossidrica e pennello per ricostruire nei minimi particolari l’ambientazione della rappresentazione. Tutto nuovo, tutto ricostruito su misura, come ad ogni nuova edizione, da quasi quarant’anni a questa parte: cambiano scenografia e sceneggiatura, testi e musiche, personaggi e storie. Tra muratori, imbianchini, elettricisti, geometri, insieme ai «creativi», disegnatori, sarte e attori, all’opera ogni giorno (i pensionati) e nel fine settimana (i più giovani collaboratori), è cresciuto come dal nulla un gigantesco presepio, che fa da sfondo alla storia della nascita di Gesù. Mentre negli anni passati la storia si collocava in un tipico paesaggio delle corti lombarde, con riproduzione di cortili, cascine, balconi e verande, stalle e locande, con l’attualizzazione del mistero della Natività, questa volta gli spettatori troveranno ad attenderli le casette, il castello di Erode, le botteghe degli artigiani, i pastori con le pecorelle, la legna con il fuoco, il mulino e il forno, tutto come in un presepio tradizionale, solo in dimensioni gigantesche.Dentro la scena ecco muoversi i personaggi, giovani, adulti, bambini e anziani del paese, che animeranno una storia evangelica tutta riscritta in versi e metrica dal regista venegonese Marco Airoldi. Il tutto si concluderà naturalmente davanti alla stalla della nascita miracolosa, con tanto di bue e asinello, e l’insieme dei personaggi in adorazione. Non mancheranno naturalmente gli angeli, e nemmeno i Re Magi, attesi nella rappresentazione dell’Epifania.«La notte in cui la storia si inchinò alla Gloria» è il titolo che i «presepiatt» hanno voluto dare all’edizione 2010 del presepio vivente. E a fare la parte del Bambinello, in ogni rappresentazione quotidiana, ci saranno i neonati del 2010, reclutati nelle famiglie dei due paesi di Venegono Inferiore e Superiore, con i loro genitori nelle vesti di Maria e Giuseppe.Come l’anno scorso, tutta la scenografia è al coperto, per preservare attori, pubblico e costruzioni dalle eventuali intemperie, acqua e neve.Ora non resta che attendere l’ora x, con la prima rappresentazione, prevista per il pomeriggio di Natale, con la ripetizione dello spettacolo a orario continuato dalle 16 alle 17.30. Nei giorni seguenti, per tutto il periodo delle vacanze scolastiche, tutti i pomeriggi festivi dalle 14.30 alle 17.30 e nei feriali quattro repliche con inizio alle 14.30, 15.15, 16 e 16.45. Venerdì 31 dicembre il presepio resterà chiuso mentre nelle domenica di gennaio 9 e 16 ci saranno ancora rappresentazioni a orario continuato dalle 14.30 alle 17.30.Per altre informazioni si può consultare il ricchissimo sito, www. presepiovenegono.it, con traduzione delle pagine in ben sette lingue, tra cui cinese e giapponese.Da qui lancia il suo caloroso messaggio a tutti gli spettatori del presepio e ai bravissimi «presepiatt» il cardinale Dionigi Tettamanzi, che da anni segue con attenzione questa manifestazione, invitato più volte dagli organizzatori a visitarlo di persona: «Prima o poi ci riuscirò» confida nel video.

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