A conclusione del suo mandato da presidente diocesana, Valentina Soncini traccia un bilancio del triennio e lancia le sfide per il futuro. «Oggi, dalla forza delle nostre radici, è il momento di porre segni di profezia»
di Daniela PALUMBO
Redazione
Con l’anno associativo appena iniziato Valentina Soncini conclude il suo triennio alla guida dell’Azione cattolica ambrosiana.
Presidente, quali sono state le sfide sulle quali si è concentrata l’azione del suo mandato?
Dalla scorsa assemblea sono emerse sei sfide tra loro intrecciate che ci hanno impegnato: innanzitutto spirituale, poi associativa, culturale, laicale, ecclesiale ed educativa.
Tentiamo un bilancio: quali sono i punti di forza oggi per l’Ac ambrosiana, alla luce anche del suo mandato, e quali quelli di fragilità?
Un punto di forza, emerso dall’intenso lavorio del triennio è la vivacità spirituale a tutto tondo che si è espressa nella proposta qualificata di cammini per tutte le età. La partecipazione crescente alle iniziative di tipo spirituale è stato un segnale dell’esigenza diffusa di una rigenerazione della relazione tra fede e vita. Sicuramente siamo stati incoraggiati dall’insegnamento del nostro Arcivescovo che ci ha sempre richiamati al primato della vita spirituale. Segnalo una fragilità tra quelle possibili per una associazione, oggi: viviamo in una cultura individualista che corrode il senso di un legame associativo proprio in un tempo che chiede nuovi passi di comunione e nuovo gusto per la sinodalità soprattutto in una realtà ecclesiale che, trasformandosi, necessita ancor più di prima di fuochi di comunione qualificati e visibili. C’è bisogno di ripartire da un nuovo senso di appartenenza all’Azione Cattolica come cammino spirituale ed ecclesiale e da una rinnovata scoperta della “vocazione” a essere di Ac.
Qual è la specificità dell’Azione Cattolica ambrosiana rispetto ad altri territori?
L’organizzazione pastorale ambrosiana sta velocemente cambiando aprendo nuove vie per una relazione nuova tra Chiesa locale e territorio e per un nuovo volto missionario di Chiesa. In questo contesto l’Ac deve da un lato saper offrire la ricchezza della sua dedizione alla Chiesa locale, capace di essere presente e a servizio nei luoghi più quotidiani della pastorale. Dall’altro lato, il contesto fortemente secolarizzato ci sollecita a far leva in modo nuovo e vivace sulla nostra dimensione laicale e quotidiana per saper dire con la vita personale e associativa parole di Vangelo a chi non è più raggiunto da una presenza di Chiesa. Riscopriamo con forza la nostra indole a essere evangelizzatori e testimoni nella ferialità e a concorrere alla implantio ecclesiae nei nuovi contesti della vita sociale e culturale.
L’8 dicembre è la giornata dell’Adesione, molto importante per Ac ambrosiana perché da un decennio le adesioni sono in calo. La scommessa è sulle nuove generazioni? Ed eventualmente come la portate avanti?
Per parlare di adesione alle nuove generazioni cerchiamo di offrire loro contesti dove fare esperienza della bellezza di una condivisione e di un servizio in nome del Vangelo. In secondo luogo desideriamo far cogliere l’importanza di un servizio alla Chiesa locale come modalità per vivere una vocazione di dedizione che l’adesione aiuta a coltivare e a esprimere nel tempo.
Al di là dei numeri, perché secondo lei diventa sempre più difficile far aderire le persone a realtà associative come l’Azione Cattolica che ha una grande tradizione di penetrazione sul territorio lombardo?
Due i fattori che concorrono a sfavore: aderire è questione di fede e oggi la debolezza della fede è visibile nella cultura corrente. L’altro fattore è il diffuso individualismo che si contrappone a una scelta di legarsi e di appartenere a una realtà con uno statuto e delle regole democratiche.
Presidente Soncini, se dovesse essere confermata nel prossimo triennio quali sarebbero le sue priorità?
Sicuramente dovremmo continuare a investire per dar vita a una associazione all’altezza dei tempi, capace nell’oggi ecclesiale e culturale di rigiocare la forza delle sue radici e porre segni di profezia. Con l’anno associativo appena iniziato Valentina Soncini conclude il suo triennio alla guida dell’Azione cattolica ambrosiana.Presidente, quali sono state le sfide sulle quali si è concentrata l’azione del suo mandato?Dalla scorsa assemblea sono emerse sei sfide tra loro intrecciate che ci hanno impegnato: innanzitutto spirituale, poi associativa, culturale, laicale, ecclesiale ed educativa.Tentiamo un bilancio: quali sono i punti di forza oggi per l’Ac ambrosiana, alla luce anche del suo mandato, e quali quelli di fragilità?Un punto di forza, emerso dall’intenso lavorio del triennio è la vivacità spirituale a tutto tondo che si è espressa nella proposta qualificata di cammini per tutte le età. La partecipazione crescente alle iniziative di tipo spirituale è stato un segnale dell’esigenza diffusa di una rigenerazione della relazione tra fede e vita. Sicuramente siamo stati incoraggiati dall’insegnamento del nostro Arcivescovo che ci ha sempre richiamati al primato della vita spirituale. Segnalo una fragilità tra quelle possibili per una associazione, oggi: viviamo in una cultura individualista che corrode il senso di un legame associativo proprio in un tempo che chiede nuovi passi di comunione e nuovo gusto per la sinodalità soprattutto in una realtà ecclesiale che, trasformandosi, necessita ancor più di prima di fuochi di comunione qualificati e visibili. C’è bisogno di ripartire da un nuovo senso di appartenenza all’Azione Cattolica come cammino spirituale ed ecclesiale e da una rinnovata scoperta della “vocazione” a essere di Ac.Qual è la specificità dell’Azione Cattolica ambrosiana rispetto ad altri territori?L’organizzazione pastorale ambrosiana sta velocemente cambiando aprendo nuove vie per una relazione nuova tra Chiesa locale e territorio e per un nuovo volto missionario di Chiesa. In questo contesto l’Ac deve da un lato saper offrire la ricchezza della sua dedizione alla Chiesa locale, capace di essere presente e a servizio nei luoghi più quotidiani della pastorale. Dall’altro lato, il contesto fortemente secolarizzato ci sollecita a far leva in modo nuovo e vivace sulla nostra dimensione laicale e quotidiana per saper dire con la vita personale e associativa parole di Vangelo a chi non è più raggiunto da una presenza di Chiesa. Riscopriamo con forza la nostra indole a essere evangelizzatori e testimoni nella ferialità e a concorrere alla implantio ecclesiae nei nuovi contesti della vita sociale e culturale.L’8 dicembre è la giornata dell’Adesione, molto importante per Ac ambrosiana perché da un decennio le adesioni sono in calo. La scommessa è sulle nuove generazioni? Ed eventualmente come la portate avanti?Per parlare di adesione alle nuove generazioni cerchiamo di offrire loro contesti dove fare esperienza della bellezza di una condivisione e di un servizio in nome del Vangelo. In secondo luogo desideriamo far cogliere l’importanza di un servizio alla Chiesa locale come modalità per vivere una vocazione di dedizione che l’adesione aiuta a coltivare e a esprimere nel tempo.Al di là dei numeri, perché secondo lei diventa sempre più difficile far aderire le persone a realtà associative come l’Azione Cattolica che ha una grande tradizione di penetrazione sul territorio lombardo?Due i fattori che concorrono a sfavore: aderire è questione di fede e oggi la debolezza della fede è visibile nella cultura corrente. L’altro fattore è il diffuso individualismo che si contrappone a una scelta di legarsi e di appartenere a una realtà con uno statuto e delle regole democratiche.Presidente Soncini, se dovesse essere confermata nel prossimo triennio quali sarebbero le sue priorità?Sicuramente dovremmo continuare a investire per dar vita a una associazione all’altezza dei tempi, capace nell’oggi ecclesiale e culturale di rigiocare la forza delle sue radici e porre segni di profezia. Assistenti, il 21 incontro a Seveso – In vista dell’Assemblea diocesana dell’Azione cattolica ambrosiana (13 febbraio 2011), per tracciare le linee progettuali del prossimo triennio ed eleggere i nuovi responsabili associativi, gli Assistenti parrocchiali e decanali dell’Ac ambrosiana si incontreranno nel Seminario di Seveso giovedì 21 ottobre alle ore 10. A questo incontro sono invitati anche sacerdoti e diaconi sensibili alla formazione del laicato. Occorre segnalare la partecipazione (tel. 02.58391328; segreteria @azionecattolicamilano.it ).