Alberto Fedeli, segretario del Consiglio pastorale diocesano, sintetizza le riflessioni emerse nell'ultima sessione a Villa Sacro Cuore. L'organismo ha discusso sull'evento che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012
di Filippo MAGNI
Redazione
«Mi ha piacevolmente stupito il protagonismo nato spontaneamente in tutti i consiglieri, pareva un anticipo di ciò cui sono chiamati i fedeli ambrosiani in vista dell’evento del 2012». Alberto Fedeli, segretario del Consiglio pastorale diocesano, non nasconde la soddisfazione commentando con queste parole la sessione tenutasi lo scorso fine settimana a Triuggio. L’organismo diocesano (composto per la maggior parte da laici e presieduto dal cardinale Dionigi Tettamanzi) ha riflettuto sull’Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012 (www.family2012.com).
«La discussione è stata vivace – prosegue Fedeli – e i contributi particolarmente numerosi: il merito credo sia da attribuire al tema dell’Incontro, “La Famiglia: il lavoro e la festa”, che in diversi modi chiama in causa tutti». Di più, aggiunge, «con questo tema i fedeli, il territorio, si sentono interpellati nelle loro questioni quotidiane ed esprimono il desiderio di dire la propria opinione, fornire il proprio contributo al dibattito. Ne è prova il fatto che stanno nascendo incontri “verso Milano 2012”, come quello tenutosi a Busto Arsizio due settimane fa o il prossimo, domenica 22 gennaio, organizzato a Milano dall’Azione cattolica».
Numerosi suggerimenti sono stati sottoposti dai consiglieri al Cardinale. Tutti, afferma Fedeli, «accomunati dalla tendenza a coinvolgere soprattutto i laici nella preparazione e nello svolgimento dell’Incontro. Sarebbe pericoloso e poco fruttuoso se il cammino di avvicinamento al 2012 fosse letto dalle parrocchie come “una delle tante incombenze per il parroco”. Al contrario, il Consiglio ha suggerito che i sacerdoti attivino spazi e modalità affinché siano protagonisti i laici e il mondo delle associazioni. L’Incontro delle famiglie, possiamo dire in estrema sintesi, è una questione delle famiglie».
“Racconto” è una delle parole chiave emerse dalla sessione. Suggerita da mons. Erminio De Scalzi (delegato arcivescovile all’Incontro delle famiglie) ed evocata da mons. Franco Giulio Brambilla (responsabile del comitato teologicopastorale dell’evento), può rappresentare la cifra stilistica del percorso verso il 2012. «Immagino l’Incontro – ha affermato un consigliere – come una grande sala di registrazione in cui ognuno possa raccontare la propria famiglia». «Non proponiamo – gli ha fatto eco una collega – la descrizione della famiglia “ideale”, o testimonianze solo di famiglie che vivono vicende ammirevoli ma che possono apparire non accessibili a tutti, quali ad esempio la vita di comunità. Lasciamo parlare le persone più ordinarie – ha proposto – i nuclei familiari responsabili a livello educativo con i figli, aperti agli altri e aperti alla vita: mettiamo in luce la straordinarietà della normalità». La riflessione ha anche proposto modalità concrete per iniziare questa condivisione quali un sito internet che metta in rete tutte le ricchezze delle famiglie, o annuali feste di condominio per far incontrare i vicini, o ancora la valorizzazione della soggettività ecclesiale delle famiglie da parte delle parrocchie mediante l’aumento di gruppi di preghiera, di ascolto, visitatori, ecc.
Il Consiglio pastorale non ha trascurato l’ambito sociale del tema scelto da Benedetto XVI per l’Incontro del 2012. In particolare è emerso un richiamo alla «scarsa consapevolezza delle nostre comunità cristiane della rilevanza del lavoro sulle condizioni delle famiglie». E ancora: «Non si può mettere in agenda il problema lavorativo solo quando c’è una crisi in atto: la Chiesa, con le Acli e i sindacati, non deve pensare tanto alla difesa del lavoro, ma alla sua qualità». La proposta, infine, è di coinvolgere nell’Incontro del 2012 «il mondo imprenditoriale e finanziario, cattolico e non, rimarcando la necessaria attenzione agli stili di vita e alla sobrietà, sull’esempio dell’iniziativad el Fondo famiglialavoro ». Stili di vita che hanno polarizzato la discussione sul tema della "festa": «La comunità – hanno sintetizzato i consiglieri – deve farsi carico di tale dimensione affinché ogni famiglia possa esercitare il proprio diritto a fare festa in modo che non sia occasione per dividere la famiglia, ma per recuperare un rapporto educativo e di reciprocità». Al proposito la Chiesa ambrosiana «ha già un modello esportabile – hanno proseguito – che è l’oratorio, luogo per eccellenza del ritrovo e della festa. In oratorio la testimonianza della gioia cristiana trasmette in qualche modo la fede». Il Consiglio, rappresentanza dei fedeli ambrosiani, ha già iniziato il suo cammino verso il 2012 con la speranza, conclude Alberto Fedeli, «che un adeguato cammino di preparazione possa portare alla società benefici concreti che durino nel tempo ben oltre i giorni dell’evento». «Mi ha piacevolmente stupito il protagonismo nato spontaneamente in tutti i consiglieri, pareva un anticipo di ciò cui sono chiamati i fedeli ambrosiani in vista dell’evento del 2012». Alberto Fedeli, segretario del Consiglio pastorale diocesano, non nasconde la soddisfazione commentando con queste parole la sessione tenutasi lo scorso fine settimana a Triuggio. L’organismo diocesano (composto per la maggior parte da laici e presieduto dal cardinale Dionigi Tettamanzi) ha riflettuto sull’Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012 (www.family2012.com).«La discussione è stata vivace – prosegue Fedeli – e i contributi particolarmente numerosi: il merito credo sia da attribuire al tema dell’Incontro, “La Famiglia: il lavoro e la festa”, che in diversi modi chiama in causa tutti». Di più, aggiunge, «con questo tema i fedeli, il territorio, si sentono interpellati nelle loro questioni quotidiane ed esprimono il desiderio di dire la propria opinione, fornire il proprio contributo al dibattito. Ne è prova il fatto che stanno nascendo incontri “verso Milano 2012”, come quello tenutosi a Busto Arsizio due settimane fa o il prossimo, domenica 22 gennaio, organizzato a Milano dall’Azione cattolica».Numerosi suggerimenti sono stati sottoposti dai consiglieri al Cardinale. Tutti, afferma Fedeli, «accomunati dalla tendenza a coinvolgere soprattutto i laici nella preparazione e nello svolgimento dell’Incontro. Sarebbe pericoloso e poco fruttuoso se il cammino di avvicinamento al 2012 fosse letto dalle parrocchie come “una delle tante incombenze per il parroco”. Al contrario, il Consiglio ha suggerito che i sacerdoti attivino spazi e modalità affinché siano protagonisti i laici e il mondo delle associazioni. L’Incontro delle famiglie, possiamo dire in estrema sintesi, è una questione delle famiglie».“Racconto” è una delle parole chiave emerse dalla sessione. Suggerita da mons. Erminio De Scalzi (delegato arcivescovile all’Incontro delle famiglie) ed evocata da mons. Franco Giulio Brambilla (responsabile del comitato teologicopastorale dell’evento), può rappresentare la cifra stilistica del percorso verso il 2012. «Immagino l’Incontro – ha affermato un consigliere – come una grande sala di registrazione in cui ognuno possa raccontare la propria famiglia». «Non proponiamo – gli ha fatto eco una collega – la descrizione della famiglia “ideale”, o testimonianze solo di famiglie che vivono vicende ammirevoli ma che possono apparire non accessibili a tutti, quali ad esempio la vita di comunità. Lasciamo parlare le persone più ordinarie – ha proposto – i nuclei familiari responsabili a livello educativo con i figli, aperti agli altri e aperti alla vita: mettiamo in luce la straordinarietà della normalità». La riflessione ha anche proposto modalità concrete per iniziare questa condivisione quali un sito internet che metta in rete tutte le ricchezze delle famiglie, o annuali feste di condominio per far incontrare i vicini, o ancora la valorizzazione della soggettività ecclesiale delle famiglie da parte delle parrocchie mediante l’aumento di gruppi di preghiera, di ascolto, visitatori, ecc.Il Consiglio pastorale non ha trascurato l’ambito sociale del tema scelto da Benedetto XVI per l’Incontro del 2012. In particolare è emerso un richiamo alla «scarsa consapevolezza delle nostre comunità cristiane della rilevanza del lavoro sulle condizioni delle famiglie». E ancora: «Non si può mettere in agenda il problema lavorativo solo quando c’è una crisi in atto: la Chiesa, con le Acli e i sindacati, non deve pensare tanto alla difesa del lavoro, ma alla sua qualità». La proposta, infine, è di coinvolgere nell’Incontro del 2012 «il mondo imprenditoriale e finanziario, cattolico e non, rimarcando la necessaria attenzione agli stili di vita e alla sobrietà, sull’esempio dell’iniziativad el Fondo famiglialavoro ». Stili di vita che hanno polarizzato la discussione sul tema della "festa": «La comunità – hanno sintetizzato i consiglieri – deve farsi carico di tale dimensione affinché ogni famiglia possa esercitare il proprio diritto a fare festa in modo che non sia occasione per dividere la famiglia, ma per recuperare un rapporto educativo e di reciprocità». Al proposito la Chiesa ambrosiana «ha già un modello esportabile – hanno proseguito – che è l’oratorio, luogo per eccellenza del ritrovo e della festa. In oratorio la testimonianza della gioia cristiana trasmette in qualche modo la fede». Il Consiglio, rappresentanza dei fedeli ambrosiani, ha già iniziato il suo cammino verso il 2012 con la speranza, conclude Alberto Fedeli, «che un adeguato cammino di preparazione possa portare alla società benefici concreti che durino nel tempo ben oltre i giorni dell’evento». – – Tettamanzi: «Creatività, saggezza e audacia» – De Scalzi: partire subito – Mettere in rete le realtà familiari nelle sette Zone – Le idee per comunicare l’evento – Busto Arsizio: tra affetti e affanni