L'invito del cardinale Tettamanzi a compiere «passi di santità» sull'esempio di san Carlo si traduce in una linea-guida

di Roberta AJROLDI
Redazione

Roberta Ajroldi, responsabile con suo marito Tommaso della Commissione famiglia diocesana dell’Azione cattolica, rilancia una modalità per tutte le famiglie di accogliere l’invito del Cardinale espresso in Santi per vocazione con riferimento allo stile di vita testimoniato dal buon samaritano. Ajroldi segnala inoltre come in questo cammino per tutti, si stia via via definendo quello delle famiglie che aderiscono all’Ac per le quali è in preparazione una regola spirituale familiare.

In quest’anno pastorale il Servizio per la Famiglia della Diocesi propone ai gruppi familiari un cammino che mette al centro gli “stili di vita” e che sollecita una verifica coraggiosa dei vissuti quotidiani familiari, al fine di mettere in atto una pedagogia semplice ed efficace, delle modalità concrete e “domestiche” per crescere in quella dimensione di santità come chiede il cammino pastorale dell’anno.
Questo testo (edito da In Dialogo) è nato dalla collaborazione dell’Azione cattolica con il Servizio stesso. Nel dare forma a questo itinerario è stata scelta proprio la parabola del buon Samaritano, capace di offrire indicazioni puntuali nella ricerca di uno “stile di vita familiare” improntato alla sobrietà e alla solidarietà. Di questo racconto si è data un’interpretazione in chiave familiare; tanto più che la parabola si conclude proprio sulla soglia di una casa: quella di Betania, di Marta, Maria e Lazzaro (Lc 9, 38-42).
Questo accostamento narrativo di Luca ci è parso una sorta di invito a far “svolgere” questa Parola proprio e anzitutto dentro la trama delle relazioni familiari, dentro quei vissuti quotidiani che, ogni giorno, fanno incontrare volti, situazioni, storie che chiamano in causa il modo di vivere, per essere capaci anche noi di vedere, come è accaduto al buon samaritano e poi di vivere secondo uno stile attento, ospitale e gratuito.
L’invito del cardinale Tettamanzi a compiere “passi di santità” sull’esempio di San Carlo si traduce in un’altra linea guida del lavoro della Commissione famiglia dell’Ac per l’anno 2010-2011, cioè la riflessione su una Regola di vita della famiglia che ci permetta di accorgerci che Dio sta dentro il quotidiano delle nostre case, che ci aiuti a tenere desto il senso delle nostre scelte, del nostro amare, educare, lavorare, gioire e soffrire… Il cammino di santità, infatti, si gioca nelle piccole cose di ogni giorno che non vogliamo disperdere nel tran tran spesso frettoloso delle nostre giornate. Una Regola ci permette di raccoglierle, di ordinarle, di custodirle, come ha fatto Maria. Solo custodendole potremo e sapremo andare in profondità, cioè capire il senso di ciò che abita i nostri giorni, di ciò che accade, si evolve, cresce.
Questa regola verrà presto anche tradotta visivamente in una icona della santità quotidiana che ha come modello ed esempio la casa di Nazaret, cioè la famiglia che raccoglie e svela il segreto dello stile che ha guidato Gesù nei pochi anni che ha vissuto fuori casa, avendo imparato e interiorizzato tutto quanto dall’educazione impartitagli da Maria e Giuseppe. Anche la nostra casa vuole diventare lo scrigno che accoglie, custodisce ed educa affinché nella comunità cristiana non manchi mai quell’appassionata vicinanza a ogni necessità umana di cui parla il Cardinale. Roberta Ajroldi, responsabile con suo marito Tommaso della Commissione famiglia diocesana dell’Azione cattolica, rilancia una modalità per tutte le famiglie di accogliere l’invito del Cardinale espresso in Santi per vocazione con riferimento allo stile di vita testimoniato dal buon samaritano. Ajroldi segnala inoltre come in questo cammino per tutti, si stia via via definendo quello delle famiglie che aderiscono all’Ac per le quali è in preparazione una regola spirituale familiare.In quest’anno pastorale il Servizio per la Famiglia della Diocesi propone ai gruppi familiari un cammino che mette al centro gli “stili di vita” e che sollecita una verifica coraggiosa dei vissuti quotidiani familiari, al fine di mettere in atto una pedagogia semplice ed efficace, delle modalità concrete e “domestiche” per crescere in quella dimensione di santità come chiede il cammino pastorale dell’anno.Questo testo (edito da In Dialogo) è nato dalla collaborazione dell’Azione cattolica con il Servizio stesso. Nel dare forma a questo itinerario è stata scelta proprio la parabola del buon Samaritano, capace di offrire indicazioni puntuali nella ricerca di uno “stile di vita familiare” improntato alla sobrietà e alla solidarietà. Di questo racconto si è data un’interpretazione in chiave familiare; tanto più che la parabola si conclude proprio sulla soglia di una casa: quella di Betania, di Marta, Maria e Lazzaro (Lc 9, 38-42).Questo accostamento narrativo di Luca ci è parso una sorta di invito a far “svolgere” questa Parola proprio e anzitutto dentro la trama delle relazioni familiari, dentro quei vissuti quotidiani che, ogni giorno, fanno incontrare volti, situazioni, storie che chiamano in causa il modo di vivere, per essere capaci anche noi di vedere, come è accaduto al buon samaritano e poi di vivere secondo uno stile attento, ospitale e gratuito.L’invito del cardinale Tettamanzi a compiere “passi di santità” sull’esempio di San Carlo si traduce in un’altra linea guida del lavoro della Commissione famiglia dell’Ac per l’anno 2010-2011, cioè la riflessione su una Regola di vita della famiglia che ci permetta di accorgerci che Dio sta dentro il quotidiano delle nostre case, che ci aiuti a tenere desto il senso delle nostre scelte, del nostro amare, educare, lavorare, gioire e soffrire… Il cammino di santità, infatti, si gioca nelle piccole cose di ogni giorno che non vogliamo disperdere nel tran tran spesso frettoloso delle nostre giornate. Una Regola ci permette di raccoglierle, di ordinarle, di custodirle, come ha fatto Maria. Solo custodendole potremo e sapremo andare in profondità, cioè capire il senso di ciò che abita i nostri giorni, di ciò che accade, si evolve, cresce.Questa regola verrà presto anche tradotta visivamente in una icona della santità quotidiana che ha come modello ed esempio la casa di Nazaret, cioè la famiglia che raccoglie e svela il segreto dello stile che ha guidato Gesù nei pochi anni che ha vissuto fuori casa, avendo imparato e interiorizzato tutto quanto dall’educazione impartitagli da Maria e Giuseppe. Anche la nostra casa vuole diventare lo scrigno che accoglie, custodisce ed educa affinché nella comunità cristiana non manchi mai quell’appassionata vicinanza a ogni necessità umana di cui parla il Cardinale.

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