Al via un progetto promosso da Greenaccord, in collaborazione con la diocesi: si tratta di una sensibilizzazione finalizzata all'adozione di stili di vita sostenibili
di Pino NARDI
Redazione
«La creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio e la sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la pacifica convivenza dell’umanità». Lo ha sostenuto Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata della pace di quest’anno. Anche nel mondo cattolico il tema ambientale sta trovando attenzioni sempre più grandi, trovando terreno fertile proprio in tempo di Quaresima e nell’anno di riflessione dedicato dalla Chiesa ambrosiana alla sobrietà e alla solidarietà.
Per questo sta partendo un progetto di ricerca promosso da Greenaccord, associazione di ispirazione cristiana, in collaborazione con la diocesi di Milano, con il sostegno della Fondazione Cariplo. Si tratta di un’iniziativa di sensibilizzazione finalizzata all’adozione di stili di vita sostenibili con un monitoraggio dell’impronta ecologica di 500 famiglie con il supporto delle parrocchie.
Le famiglie interessate a partecipare a questa iniziativa possono rivolgersi a impronta.ecologica.mi@wwfrp.it. «Scopri qual è il tuo impatto sull’ambiente e come ridurlo risparmiando risorse e denaro, aderendo al Progetto impronta ecologica», recita il volantino di presentazione. La partecipazione al progetto comporta la disponibilità a compilare un diario dei consumi per alcune settimane. Le famiglie coinvolte riceveranno tutto il materiale necessario, completo di istruzioni e in caso di difficoltà anche assistenza da operatori, che aiuteranno anche nella compilazione di un piano di cambiamento dei propri consumi.
«I frequenti richiami del Papa – sottolinea Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico di Greenaccord – sull’opportunità di non praticare modelli consumistici che danneggiano il creato e ostacolano un’equa distribuzione dei beni della Terra e di percorrere soluzioni ispirate alla sobrietà, più coerenti con l’insegnamento della Chiesa, fa sì che tra quanti in varia misura vivono un legame con le attività delle parrocchie possa sussistere una maggiore sensibilità nei confronti di tali temi di quanta sia mediamente riscontrabile nel Paese».
Per questo la ricerca si rivolge a un target di famiglie che fanno riferimento al mondo cattolico ambrosiano. «Operare con soggetti già sensibili a tali tematiche può quindi comportare da un lato la possibilità di sostenere le soluzioni proposte attraverso una conoscenza diretta dei loro effetti, dall’altro evidenziare quanto concretamente è possibile fare per praticare un modello di vita socialmente, ambientalmente e moralmente più giusto. Il risultato ottenuto avrebbe inoltre una consistenza tale da potere essere utilizzato come esempio concreto proponibile, attraverso la stampa cattolica e i giornali diocesani, a tutta la popolazione italiana che si richiama ai valori cristiani e rafforzerebbe il ruolo della parrocchia di sostegno delle famiglie in un percorso volontario di qualità e di promozione di comportamenti coerenti con la dottrina sociale della Chiesa».
L’impronta ecologica è un indicatore, utilizzato a livello internazionale, del “peso ambientale” dei comportamenti dei cittadini e della distribuzione delle risorse tra tutti i Paesi del mondo. L’impronta tiene conto dell’utilizzo o del degrado della terra produttiva causato dai nostri consumi. Misura quanta natura, espressa in «ettari di spazio bio-produttivo», è necessaria per la produzione delle risorse consumate da una determinata popolazione e per l’assorbimento dei rifiuti da essa prodotti, usando la tecnologia esistente, per far sì che la disponibilità futura di risorse e servizi naturali resti invariata. In questo senso è un indicatore di sostenibilità.
Le famiglie verranno invitate a partecipare volontariamente al calcolo della propria impronta ecologica, mettendo a disposizione informazioni sui consumi domestici e fornendo la disponibilità a modificare i propri comportamenti. Potranno confrontare la loro “performance” con le disponibilità medie del pianeta scoprendo se sono più o meno in linea con lo standard di sostenibilità mondiale. Oppure potranno confrontarsi con i valori espressi da altre comunità scoprendo la coerenza del loro stile di vita rispetto agli obiettivi di sostenibilità e di giustizia.
«Al fine di effettuare il calcolo si condurranno monitoraggi dei consumi delle famiglie per un adeguato periodo di tempo – dice Masullo -. Occorrerà censire le caratteristiche della famiglia, dell’abitazione, i consumi energetici, l’entità e la modalità dei consumi alimentari e degli altri beni, intensità e tipologia di utilizzo dei mezzi di trasporto, le modalità di svago e alcune altre variabili che servono per fotografare, con un adeguato dettaglio, lo stile di vita e i consumi. Ovviamente si opereranno alcune semplificazioni per rendere agevole, da parte delle famiglie e degli operatori, la raccolta dei dati. Sulla base di questi dati si procederà al calcolo dell’impronta ecologica con l’ausilio di opportuni e specifici strumenti di supporto».
Info e scheda di adesione. «La creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio e la sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la pacifica convivenza dell’umanità». Lo ha sostenuto Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata della pace di quest’anno. Anche nel mondo cattolico il tema ambientale sta trovando attenzioni sempre più grandi, trovando terreno fertile proprio in tempo di Quaresima e nell’anno di riflessione dedicato dalla Chiesa ambrosiana alla sobrietà e alla solidarietà.Per questo sta partendo un progetto di ricerca promosso da Greenaccord, associazione di ispirazione cristiana, in collaborazione con la diocesi di Milano, con il sostegno della Fondazione Cariplo. Si tratta di un’iniziativa di sensibilizzazione finalizzata all’adozione di stili di vita sostenibili con un monitoraggio dell’impronta ecologica di 500 famiglie con il supporto delle parrocchie.Le famiglie interessate a partecipare a questa iniziativa possono rivolgersi a impronta.ecologica.mi@wwfrp.it. «Scopri qual è il tuo impatto sull’ambiente e come ridurlo risparmiando risorse e denaro, aderendo al Progetto impronta ecologica», recita il volantino di presentazione. La partecipazione al progetto comporta la disponibilità a compilare un diario dei consumi per alcune settimane. Le famiglie coinvolte riceveranno tutto il materiale necessario, completo di istruzioni e in caso di difficoltà anche assistenza da operatori, che aiuteranno anche nella compilazione di un piano di cambiamento dei propri consumi.«I frequenti richiami del Papa – sottolinea Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico di Greenaccord – sull’opportunità di non praticare modelli consumistici che danneggiano il creato e ostacolano un’equa distribuzione dei beni della Terra e di percorrere soluzioni ispirate alla sobrietà, più coerenti con l’insegnamento della Chiesa, fa sì che tra quanti in varia misura vivono un legame con le attività delle parrocchie possa sussistere una maggiore sensibilità nei confronti di tali temi di quanta sia mediamente riscontrabile nel Paese».Per questo la ricerca si rivolge a un target di famiglie che fanno riferimento al mondo cattolico ambrosiano. «Operare con soggetti già sensibili a tali tematiche può quindi comportare da un lato la possibilità di sostenere le soluzioni proposte attraverso una conoscenza diretta dei loro effetti, dall’altro evidenziare quanto concretamente è possibile fare per praticare un modello di vita socialmente, ambientalmente e moralmente più giusto. Il risultato ottenuto avrebbe inoltre una consistenza tale da potere essere utilizzato come esempio concreto proponibile, attraverso la stampa cattolica e i giornali diocesani, a tutta la popolazione italiana che si richiama ai valori cristiani e rafforzerebbe il ruolo della parrocchia di sostegno delle famiglie in un percorso volontario di qualità e di promozione di comportamenti coerenti con la dottrina sociale della Chiesa».L’impronta ecologica è un indicatore, utilizzato a livello internazionale, del “peso ambientale” dei comportamenti dei cittadini e della distribuzione delle risorse tra tutti i Paesi del mondo. L’impronta tiene conto dell’utilizzo o del degrado della terra produttiva causato dai nostri consumi. Misura quanta natura, espressa in «ettari di spazio bio-produttivo», è necessaria per la produzione delle risorse consumate da una determinata popolazione e per l’assorbimento dei rifiuti da essa prodotti, usando la tecnologia esistente, per far sì che la disponibilità futura di risorse e servizi naturali resti invariata. In questo senso è un indicatore di sostenibilità.Le famiglie verranno invitate a partecipare volontariamente al calcolo della propria impronta ecologica, mettendo a disposizione informazioni sui consumi domestici e fornendo la disponibilità a modificare i propri comportamenti. Potranno confrontare la loro “performance” con le disponibilità medie del pianeta scoprendo se sono più o meno in linea con lo standard di sostenibilità mondiale. Oppure potranno confrontarsi con i valori espressi da altre comunità scoprendo la coerenza del loro stile di vita rispetto agli obiettivi di sostenibilità e di giustizia.«Al fine di effettuare il calcolo si condurranno monitoraggi dei consumi delle famiglie per un adeguato periodo di tempo – dice Masullo -. Occorrerà censire le caratteristiche della famiglia, dell’abitazione, i consumi energetici, l’entità e la modalità dei consumi alimentari e degli altri beni, intensità e tipologia di utilizzo dei mezzi di trasporto, le modalità di svago e alcune altre variabili che servono per fotografare, con un adeguato dettaglio, lo stile di vita e i consumi. Ovviamente si opereranno alcune semplificazioni per rendere agevole, da parte delle famiglie e degli operatori, la raccolta dei dati. Sulla base di questi dati si procederà al calcolo dell’impronta ecologica con l’ausilio di opportuni e specifici strumenti di supporto».Info e scheda di adesione.