La parrocchia organizza momenti di incontro anche dopo il sacramento
di Luisa BOVE
Redazione
In questi ultimi anni la Diocesi ha molto lavorato e riflettuto sul sacramento del Battesimo, cercando di individuare una pastorale sempre più adeguata all’oggi. Lo stesso Arcivescovo indirizzerà alle famiglie una lettera dal titolo Il dono più grande. Intanto la Conferenza Episcopale Milanese ha pubblicato una scheda nel volume In cammino con san Carlo, ma anche un intero documento dal titolo Verso la pienezza eucaristica della vita cristiana. Il rinnovamento dell’Iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi nelle comunità pastorali e parrocchiali della Diocesi.
Resta vivo l’invito a un’attenzione particolare verso i genitori che si rivolgono alla parrocchia per far battezzare il loro figlio. L’approccio dovrà essere a “tappe”, come spiegato nelle linee guida del Cem. Innanzitutto il parroco o un altro prete o un diacono incontrerà i genitori «per accogliere e valutare la richiesta del Battesimo», quindi altri operatori pastorali della parrocchia (preferibilmente sposi) visiteranno la famiglia nella loro casa come segno di vicinanza della comunità cristiana. Infine si proporrà un incontro in parrocchia a tutti i genitori che hanno richiesto il Battesimo, eventualmente invitando anche i futuri padrini e madrine dei bambini.
La celebrazione del Battesimo non dovrà essere vissuta in senso privatistico, ma dovrà avere una «connotazione visibilmente comunitaria», magari durante la Messa domenicale. Il cammino battesimale però non culmina con il sacramento, ma sarà importante «dare continuità alle relazioni avviate tra la comunità e le famiglie mediante un opportuno accompagnamento successivo al Battesimo». Questo non significa moltiplicare le serate in parrocchia, si tratta piuttosto «di realizzare a livello comunitario momenti sufficientemente collegati tra loro che favoriscano la scoperta delle potenzialità insite nel ministero dei coniugi».
Non è escluso che gli operatori laici, che avevano preso contatti con le famiglie prima del Battesimo del figlio, mantengano vivo questo rapporto incontrando altre volte le coppie di genitori. Inoltre potrebbero essere proposti incontri domenicali di gruppo per favorire la partecipazione, coinvolgendo «gli stessi bambini in qualche semplice iniziativa pensata per loro». In questa fase potrebbe essere utile «promuovere una collaborazione viva con le scuole dell’infanzia», specie quelle legate al mondo ecclesiale, con insegnanti che partecipano alle équipe battesimali avviate nelle parrocchie. In questi ultimi anni la Diocesi ha molto lavorato e riflettuto sul sacramento del Battesimo, cercando di individuare una pastorale sempre più adeguata all’oggi. Lo stesso Arcivescovo indirizzerà alle famiglie una lettera dal titolo Il dono più grande. Intanto la Conferenza Episcopale Milanese ha pubblicato una scheda nel volume In cammino con san Carlo, ma anche un intero documento dal titolo Verso la pienezza eucaristica della vita cristiana. Il rinnovamento dell’Iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi nelle comunità pastorali e parrocchiali della Diocesi.Resta vivo l’invito a un’attenzione particolare verso i genitori che si rivolgono alla parrocchia per far battezzare il loro figlio. L’approccio dovrà essere a “tappe”, come spiegato nelle linee guida del Cem. Innanzitutto il parroco o un altro prete o un diacono incontrerà i genitori «per accogliere e valutare la richiesta del Battesimo», quindi altri operatori pastorali della parrocchia (preferibilmente sposi) visiteranno la famiglia nella loro casa come segno di vicinanza della comunità cristiana. Infine si proporrà un incontro in parrocchia a tutti i genitori che hanno richiesto il Battesimo, eventualmente invitando anche i futuri padrini e madrine dei bambini.La celebrazione del Battesimo non dovrà essere vissuta in senso privatistico, ma dovrà avere una «connotazione visibilmente comunitaria», magari durante la Messa domenicale. Il cammino battesimale però non culmina con il sacramento, ma sarà importante «dare continuità alle relazioni avviate tra la comunità e le famiglie mediante un opportuno accompagnamento successivo al Battesimo». Questo non significa moltiplicare le serate in parrocchia, si tratta piuttosto «di realizzare a livello comunitario momenti sufficientemente collegati tra loro che favoriscano la scoperta delle potenzialità insite nel ministero dei coniugi».Non è escluso che gli operatori laici, che avevano preso contatti con le famiglie prima del Battesimo del figlio, mantengano vivo questo rapporto incontrando altre volte le coppie di genitori. Inoltre potrebbero essere proposti incontri domenicali di gruppo per favorire la partecipazione, coinvolgendo «gli stessi bambini in qualche semplice iniziativa pensata per loro». In questa fase potrebbe essere utile «promuovere una collaborazione viva con le scuole dell’infanzia», specie quelle legate al mondo ecclesiale, con insegnanti che partecipano alle équipe battesimali avviate nelle parrocchie.