Anche le Chiese cristiane condannano l'attentato ad Antrim
Carlo ROSSI
Redazione
Tornano a materializzarsi, in Irlanda del Nord, paure che sembravano svanite. Un passato di sangue in questi giorni minaccia il dialogo politico cominciato con lo storico accordo del Venerdì santo del 1998, che portò a un cessate il fuoco tra i gruppi paramilitari protestanti e l’Ira, la milizia repubblicana e cattolica che voleva unificare la provincia al resto dell’Irlanda. Sabato 7 marzo, Massereene, una base dell’esercito britannico nella contea di Antrim a mezz’ora da Belfast, è stata attaccata a colpi di arma da fuoco da un commando di estremisti repubblicani della Real Ira, l’ala scissionista repubblicana da sempre contraria al processo di pace: uccisi due militari, e altre quattro persone sono rimaste ferite. Tornano a materializzarsi, in Irlanda del Nord, paure che sembravano svanite. Un passato di sangue in questi giorni minaccia il dialogo politico cominciato con lo storico accordo del Venerdì santo del 1998, che portò a un cessate il fuoco tra i gruppi paramilitari protestanti e l’Ira, la milizia repubblicana e cattolica che voleva unificare la provincia al resto dell’Irlanda. Sabato 7 marzo, Massereene, una base dell’esercito britannico nella contea di Antrim a mezz’ora da Belfast, è stata attaccata a colpi di arma da fuoco da un commando di estremisti repubblicani della Real Ira, l’ala scissionista repubblicana da sempre contraria al processo di pace: uccisi due militari, e altre quattro persone sono rimaste ferite. Unanime condanna L’attacco è stato subito condannato da tutte le forze politiche ed esponenti religiosi, come monsignor Noel Treanor, vescovo della diocesi di Down and Connor, nella cui giurisdizione si trova la base di Massereene, e Alan Harper, arcivescovo anglicano di Armagh, primate di Irlanda. «Èstato chiaro per tanto tempo – commenta l’arcivescovo – che ci sono forze del male tese a destabilizzare la nostra comunità e a ritornare ai giorni del conflitto così come lo abbiamo conosciuto in passato, nonostante abbiamo lavorato costantemente per superare tutto questo». Da qui l’invito di Harper perché «nella nostra comunità si raddoppino gli sforzi a creare una società inclusiva e rispettosa, assicurando che non ci sia più posto tra di noi agli agenti del terrore».«Non ci deve essere, da parte della comunità, nessun supporto a coloro che cercano di trascinare la nostra società verso la distruzione e l’orrore di un passato violento» ribadisce monsignor Treanor. Davanti a fatti del genere «tutti i cittadini devono raddoppiare gli sforzi per costruire una società pacifica. Questo processo ha portato beneficio a tutti. Costoro devono sapere che tutti i cittadini responsabili respingono del tutto l’uso della violenza». «Mi appello – afferma il vescovo cattolico – a chiunque sia in possesso di notizie utili a consegnare alla giustizia gli autori di questo attacco, di informare la polizia». «Ai giovani – conclude il presule – dico di non farsi tentare dall’uso della violenza. Una volta scatenata, distrugge la vita e corrompe la società. Tutti coloro che hanno vissuto e sofferto la violenza di questi ultimi decenni lo sanno».Ieri, in apertura della loro assemblea primaverile, anche i vescovi della Conferenza episcopale irlandese hanno condannato l’attacco di Massereene. «Il popolo irlandese – ricordano – ha respinto a schiacciante maggioranza l’uso della violenza come mezzo per raggiungere fini politici. Chiediamo a tutti i cittadini di moltiplicare i loro sforzi per costruire una società pacifica, che persegua la giustizia e la riconciliazione attraverso il dialogo politico». Non si torna indietro «La gente non vuole tornare indietro, non vuole ripiombare nella violenza per questo non offre nessun appoggio a questi atti e ai loro esecutori. I cittadini sono convinti che si tratti di un vero e proprio attacco al processo politico, che per quanto fragile, si sta strutturando e sviluppando», spiega ancora monsignor Treanor. Ne è una chiara testimonianza quanto è avvenuto l’8 marzo ad Antrim, dove, «dopo una convocazione da parte dei propri leader religiosi, oltre mille persone si sono ritrovate spontaneamente in strada per un culto ecumenico. Hanno pregato, ma al tempo stesso hanno voluto dimostrare a quei pochi che credono alla lotta armata che la società non vuole e non tollera queste azioni».Ma non è una novità. «In Irlanda del Nord – afferma il vescovo di di Down and Connor – la violenza non ha mai avuto una connotazione religiosa. I cristiani di tutte le confessioni non hanno mai sostenuto la lotta violenta. Coloro che hanno rivendicato l’attentato sono i dissidenti dell’Ira, e questo attacco, come ha rimarcato il leader dello Sinn Fein, l’ala politica dell’Ira, Gerry Adams, è un gesto privo di strategia politica. Una netta posizione di condanna». Ue, l’impegno continua Monsignor Treanor, che per 15 anni ha ricoperto l’incarico di segretario generale della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea) a Bruxelles, è altrettanto convinto che l’attacco a Massereene non nuocerà al prosieguo del dialogo e all’impegno dell’Europa per la questione nordirlandese: «So quanto l’Europa ha fatto per risolvere la situazione in Irlanda del Nord favorendo il riavvicinamento delle parti in lotta. Il contesto europeo ha così trasformato la relazione tra Regno Unito e la repubblica di Irlanda, che oggi questi due Paesi oggi si considerano partner. L’Europa ha investito molto sia sotto il profilo della visione politica che economico e finanziario. Non credo, quindi, che questo attentato avrà l’effetto di bloccare il processo politico né tantomeno di minacciare le Istituzioni. Tuttavia questo triste momento esigerà da tutti uno sforzo più profondo e attivo per educare e formare la cittadinanza alle vie della pace, della riconciliazione e del rispetto dei diritti».