La significativa proposta formativa riparte sabato 18 aprile con un convegno presso la sede di via San Bernardino
Filippo MAGNI
Redazione
«Siamo entrati nel carcere di Monza ed eravamo pieni di domande per i detenuti. Ma all’interno della struttura abbiamo soprattutto ascoltato le loro esperienze». Anna Pignatta racconta così la visita effettuata lo scorso anno alla Casa circondariale della città brianzola. Canturina, 24 anni, la ragazza stava svolgendo servizio civile con la Caritas quando è venuta a conoscenza del progetto “Giovani e carcere”, che mira a far conoscere la realtà della reclusione ai ragazzi tra i 18 e i 30 anni. «L’idea mi ha subito affascinato, in quanto si sente spesso parlare della galera – racconta -: televisioni e giornali spendono fiumi di parole su questi argomenti, ma non volevo limitarmi ad averne un’idea “per sentito dire”». Così, colta l’occasione, Anna si è trovata insieme ad altri 30 coetanei all’interno del carcere per una visita breve, di 2 ore, ma sufficiente per scoprire una realtà che non immaginava. «Abbiamo imparato a guardare i detenuti con uno sguardo umano e non accusatorio – prosegue -. Due ore possono sembrare poche per poter dire di conoscere il carcere, ma di certo sono un buon inizio, rappresentano un’esperienza forte per un giovane».
“Giovani e carcere”, proposto già da diversi anni dalla Caritas Ambrosiana, non consiste solo nella visita a una casa circondariale, ma è un percorso formativo di conoscenza della realtà della prigione. A partire dal convegno introduttivo, che si terrà sabato 18 aprile presso la sede Caritas (via San Bernardino 4, Milano), dalle 14.30 alle 17.30. Tra il 27 aprile e il 7 maggio saranno invece organizzati incontri con i cappellani delle carceri e saranno definite le modalità di visita in programma sabato 16 maggio nelle strutture di Busto Arsizio, Opera, Bollate, San Vittore, Monza e Varese.
Info e iscrizioni: tel. 02.58391386 – giovani.ambrosiana@caritas.it – www.caritas.it/3. «Siamo entrati nel carcere di Monza ed eravamo pieni di domande per i detenuti. Ma all’interno della struttura abbiamo soprattutto ascoltato le loro esperienze». Anna Pignatta racconta così la visita effettuata lo scorso anno alla Casa circondariale della città brianzola. Canturina, 24 anni, la ragazza stava svolgendo servizio civile con la Caritas quando è venuta a conoscenza del progetto “Giovani e carcere”, che mira a far conoscere la realtà della reclusione ai ragazzi tra i 18 e i 30 anni. «L’idea mi ha subito affascinato, in quanto si sente spesso parlare della galera – racconta -: televisioni e giornali spendono fiumi di parole su questi argomenti, ma non volevo limitarmi ad averne un’idea “per sentito dire”». Così, colta l’occasione, Anna si è trovata insieme ad altri 30 coetanei all’interno del carcere per una visita breve, di 2 ore, ma sufficiente per scoprire una realtà che non immaginava. «Abbiamo imparato a guardare i detenuti con uno sguardo umano e non accusatorio – prosegue -. Due ore possono sembrare poche per poter dire di conoscere il carcere, ma di certo sono un buon inizio, rappresentano un’esperienza forte per un giovane».“Giovani e carcere”, proposto già da diversi anni dalla Caritas Ambrosiana, non consiste solo nella visita a una casa circondariale, ma è un percorso formativo di conoscenza della realtà della prigione. A partire dal convegno introduttivo, che si terrà sabato 18 aprile presso la sede Caritas (via San Bernardino 4, Milano), dalle 14.30 alle 17.30. Tra il 27 aprile e il 7 maggio saranno invece organizzati incontri con i cappellani delle carceri e saranno definite le modalità di visita in programma sabato 16 maggio nelle strutture di Busto Arsizio, Opera, Bollate, San Vittore, Monza e Varese.Info e iscrizioni: tel. 02.58391386 – giovani.ambrosiana@caritas.it – www.caritas.it/3. Il convegno – “Il carcere, la pena, la giustizia” è il titolo del convegno che dà il via al percorso “Giovani e carcere”. Organizzato da Caritas Ambrosiana sabato 18 aprile, l’incontro è aperto a tutti i giovani interessati. Relatori saranno la dottoressa Claudia Mazzuccato, ricercatrice di diritto penale in Università Cattolica e volontaria di Dike (associazione per la mediazione dei conflitti), e don Maurizio Tremolada, responsabile del Servizio giovani della Pastorale giovanile diocesana. –