Domenica 2 marzo il Family Day 2 in 1300 piazze italiane. Alla petizione in corso di svolgimento anche on line si è aggiunta la richiesta del Forum delle associazioni familiari di incontrare i candidati premier per discutere con loro di problemi educativi e di deduzioni fiscali. Ne parla il presidente del Forum Giacobbe
Redazione
29/02/2008
a cura di Gigliola ALFARO
“Un fisco a misura di famiglia”. Domenica 2 marzo in 1300 piazze italiane si raccoglieranno firme per la petizione lanciata dal Forum delle associazioni familiari per un fisco più giusto (il modulo per firmare la petizione è anche on line: www.forumfamiglie.org).
Nei giorni scorsi l’associazione ha inviato a tutti i candidati alla Presidenza del Consiglio un documento in cui chiede un incontro per discutere di fisco e problema educativo. Ne parliamo con il presidente nazionale del Forum Giovanni Giacobbe.
Quali sono le richieste fatte ai candidati premier?
Il documento che abbiamo inviato, partendo dalla premessa del riconoscimento della soggettività sociale della famiglia fondata sul matrimonio e dell’impegno alla tutela della vita dal concepimento al suo termine naturale, avanza due richieste specifiche da inserire nei programmi elettorali. Chiediamo l’adozione di strumenti legislativi per il raggiungimento di un trattamento equipollente tra scuole statali e paritarie; in particolare, insistiamo sugli aspetti fiscali. Si chiede, poi, agli aspiranti premier di assumere l’impegno di introdurre un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento dei familiari a carico, che preveda anche un’imposta negativa a favore degli incapienti e una coerente riforma del sistema tariffario e delle addizionali locali. Abbiamo richiesto ai candidati un incontro urgente. Infatti, tutti i partiti dicono di mettere al primo posto le politiche per le famiglie, ma non si sa bene che intendono fare.
Forse alcuni considerano famiglia anche altre formazioni sociali?
A chi obietta che la politica fiscale andrebbe fatta anche per le coppie di fatto e per quelle omosessuali, noi rispondiamo che la Costituzione, quando parla di politica per la famiglia, si riferisce alla società naturale fondata sul matrimonio. Se oggi le famiglie si trovano a combattere con la difficoltà di arrivare a fine mese è colpa sia dell’inflazione, sia della pressione fiscale. Per quanto riguarda il problema del caro-prezzi, auspichiamo un intervento che possa frenare questa spirale. Ci rendiamo conto che, vivendo in un sistema politico ed economico fondato sul liberismo e sulla libera concorrenza di mercato, non sono possibili interventi diretti da parte del Governo, ma qualcosa si deve fare. La spirale dell’aumento dei prezzi è dipesa, infatti, dal mancato controllo degli effetti dell’ingresso dell’euro: in realtà le mille lire di una volta sono diventate un euro.
Per le famiglie anche la casa è diventata un lusso…
Infatti, anche i prezzi delle case sono raddoppiati. Per politiche abitative, noi propugniamo innanzitutto una misura dell’Ici secondo la famiglia. Se una coppia di sposi con un figlio ha una casa di 200 mq vive in agiatezza; se una coppia di sposi con cinque figli vive in una casa delle stesse dimensioni ha una necessità, ed è ingiusto fare pagare all’uno e all’altra la stessa Ici, che oggi si commisura ai metri quadri. Invece, se si fa una politica a misura di famiglia, a parte l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, si deve stabilire che l’Ici sia commisurata al numero dei componenti della famiglia. Questo rientra tra le politiche fiscali. L’obiettivo primario è quello della deduzione dei carichi di famiglia, perché noi sosteniamo che il mantenimento del figlio è un dovere imposto dalla Costituzione e di rilevanza sociale. Qui si collega il problema della scuola, perché la nostra Costituzione impone alle famiglie di istruire, educare, mantenere i figli e stabilisce che lo Stato concorra per consentire alle famiglie di realizzare quest’obiettivo. Ma nella realtà ciò non accade perché la famiglia che intenda realizzare un progetto educativo che prescinda dalla scuola pubblica a favore di quella non statale non ha i mezzi sufficienti per farlo.
La petizione del Forum per “un fisco a misura di famiglia” rientra, quindi, in una strategia più vasta…
La nostra petizione per un fisco a misura di famiglia s’inserisce nella più generale problematica della tutela della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e della tutela della vita. Possono sembrare questioni distinte, ma tutta la problematica della difesa della vita, dalla sua origine al suo termine naturale, coinvolge la famiglia in prima linea. Per la difesa della vita abbiamo aderito alla moratoria sull’aborto, ma questo non significa che aderiamo alla lista di Ferrara, perché siamo al di fuori di ogni dialettica di partito. In generale, anche se abbiamo richiesto la difesa della vita come valore fondamentale di ogni programma politico, non vuol dire che appoggeremo i partiti che accettano tale linea e contrasteremo quelli che la negano, ma che esprimiamo una valutazione che sarà recepita o meno da chi va a votare. Deve essere chiaro che come Forum non ci schieriamo né a favore degli uni, né contro gli altri. Noi affermiamo il principio.
E la raccolta di firme?
Sta andando bene. Auspichiamo di raggiungere i due milioni.