Al via a settembre il Percorso di formazione per i giovani, a vent'anni dalla prima esperienza promossa dalla diocesi. L'iniziativa nasce dall'interesse delle nuove generazioni a conoscere e capire. Coinvolte numerose realtà cattoliche


Redazione

21/07/2008

di Pino NARDI

I cattolici tornano a scuola di politica. A vent’anni dalle prime iniziative di formazione all’impegno sociale, la diocesi di Milano rilancia un’esperienza che all’epoca ha dato molti frutti. Oggi lo scenario è radicalmente cambiato. Eppure l’esigenza di capire, di non limitarsi a essere spettatori passivi, ha suscitato nuovi entusiasmi. E i protagonisti sono proprio i giovani, che a gran voce hanno chiesto di realizzare luoghi per conoscere e pensare. Così a settembre partirà un nuovo percorso rivolto a giovani dai 18 ai 30 anni.

Un’esigenza che nasce dal basso. «L’iniziativa è partita da un gruppo di ragazzi del Collegio San Carlo – dice monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la Vita sociale della diocesi -. Dopo aver frequentato un riuscito corso sulla Costituzione, si sono resi disponibili a percorsi di approfondimento. Allora si è deciso di proseguire estendendo la proposta a tutti i giovani interessati. È diventata così l’occasione per rilanciare una formazione sistematica».

È significativo che il gusto alla politica per questi ragazzi sia nato proprio riscoprendo la Costituzione. Lo sottolinea Enrico Marcora, l’organizzatore di quel corso: «I giovani, non essendo più formati sulla Costituzione e sui valori che esprime, arrivano al momento del voto senza sapere per chi votano. È un vuoto incredibile. Il nuovo percorso è nato per rispondere a questa necessità: un’iniziativa per capire quali sono le regole del gioco nel Paese. Intanto il corso sulla Costituzione proseguirà anche l’anno prossimo: siamo già passati da 4 a 12 tra collegi e scuole paritarie milanesi coinvolte».

Sono il futuro della Chiesa e del Paese, questi giovani cattolici. La speranza di una nuova leva di appassionati del bene comune. «Spesso si pensa che i più attenti ai temi sociali siano gli over 50 – afferma monsignor Monti -. Pur avendo dato il loro contributo per anni, tante volte vivono con la nostalgia del passato, con un confronto istintivo tra l’oggi e il pre-1989. Mi ha fatto molto piacere invece incontrare giovani liberi da un passato, che può farsi ingombrante, e disponibili a costruire un futuro di cui sono già protagonisti».

Una novità rilevante è che in questa fase preparatoria stanno facendo pervenire la loro adesione numerose realtà del mondo cattolico impegnate nel sociale. Si tratta di associazioni, movimenti, fondazioni, unioni professionali, centri di studio e cultura sociale presenti in diocesi.

«È importante che ci sia anche oggi questa possibilità – afferma Martino Incarbone, vicepresidente dell’Azione Cattolica ambrosiana e responsabile del Settore giovani -, guardando oltre gli schemi “incrostati” del mondo cattolico. Tra noi giovani di diversi gruppi c’è l’esigenza di guardare al futuro: ci domandiamo perché le nostre realtà, che hanno una radice comune, fanno fatica a mettersi insieme. Allora questa iniziativa può aiutare il dialogo, con un lavoro personale di relazioni per coinvolgere le diverse organizzazioni. Quest’anno è un laboratorio, un esperimento. Essendo un progetto formativo interessa il merito delle questioni. Vogliamo diventare esperti, poi ciascuno deciderà come impegnarsi».

Lo sottolinea anche Marcello Menni, giovane direttore della Fondazione Vittorino Colombo: «Da una parte, un giovane come me, attivo nell’associazionismo cattolico e parrocchiale milanese, aveva bene in mente l’epoca straordinaria dei corsi degli anni Ottanta. Dall’altra, l’esperienza della Fondazione e l’intuizione di un fine intellettuale come Angelo Caloia, che la presiede, di iniziare una “nuova fase” dell’impegno socio-politico dei cattolici “dal basso” e rivolto alle nuove generazioni, mi ha fatto capire come la novità dovesse prevalere. Grazie ad amicizie e al passaparola abbiamo ottenuto di far dialogare un mondo cattolico articolatissimo e in passato non sempre coeso al proprio interno, per un progetto di grande respiro e, credo, condiviso fino in fondo».

Un ruolo determinante lo vogliono giocare le ragazze. «La presenza femminile in politica e il numero dei parlamentari donna è ancora basso, nonostante negli ultimi anni ci sia stata una crescita – afferma Luana Dalla Mora, vicepresidente Ac e responsabile dei giovani -. L’iniziativa diocesana è un’ottima occasione per una formazione socio-politica, a prescindere dal sesso. Tuttavia, nell’organizzazione del corso, non ho mai percepito alcun tipo di pregiudizio, sono sempre stata ascoltata e inoltre il dato indicativo è il numero piuttosto alto di ragazze impegnate nelle realtà coinvolte. Un ottimo punto di partenza e un bel segnale da cui partire a settembre».

«È l’occasione per gettare un seme nuovo – conclude monsignor Monti -. Siamo al livello di approfondimento culturale. Il desiderio è trovare nuove motivazioni, pronti un domani a mettere al servizio della società e della Chiesa i frutti di questo lavoro. Ma oggi l’esigenza è di voler capire, di non limitarsi ai giudizi emotivi che impediscono le riflessioni. Così come di superare gli schieramenti facili».

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