Mercoledì 10 dicembre, alle 17, all'Università Cattolica, convegno sui 60 anni della Dichiarazione universale promosso dal Vicariato per la Vita sociale
Redazione
09/12/2008
di Cristina CONTI
Guerre, violenze, abusi. Storie che compaiono sulle pagine dei giornali. E si ripetono giorno dopo giorno, come se ormai fosse tutto lecito. In occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, mercoledì 10 dicembre, alle 17, nell’Aula Magna dell’Università Cattolica, si terrà un incontro dedicato a questo famoso documento: un momento di riflessione proposto dal Vicariato per la Vita Sociale della diocesi di Milano e dal Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell’ateneo milanese.
A discutere su questo tema ci saranno la giornalista Tiziana Ferrario, inviata speciale del Tg1, il professor Evandro Botto, del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa, monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la Vita sociale della diocesi, monsignor Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale della Cattolica e la professoressa Marta Cartabia, ordinario di diritto costituzionale dell’Università Bicocca.
«Il Convegno vorrebbe anzitutto colmare un drammatico “vuoto di memoria” esistente nelle coscienze personali, e un po’ anche nella coscienza civile di tutti – spiega monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la Vita sociale -. La civiltà delle urgenze (o per meglio dire della fretta e dell’improvvisazione) che ci avvolge e ci contagia da ogni parte, una civiltà spesso senza tempo, sempre più appiattita sul presente e dimentica del passato che pure l’ha costituita, penso abbia bisogno di qualche rimedio. Uno di questi può essere il regalarci una sosta riflessiva di un paio d’ore, in ascolto di tre interventi che sotto diverso profilo (quello della dottrina sociale della Chiesa, del diritto e dell’attualità) possono avvicinarci non ad un semplice testo, ma a un evento».
La Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo rappresenta infatti una delle grandi risposte a quello che è stato il più spaventoso conflitto vissuto nella storia, la seconda guerra mondiale. L’umanità che ne è uscita sconvolta ha deciso a quel tempo, il 10 dicembre 1948, non soltanto di darsi nuove regole per sopravvivere a se stessa e alle proprie follie. Ma ha cercato anche, più in profondità, di ritrovarsi unita sulle radici stesse della convivenza civile, su ciò che accomuna miliardi di persone proprio perché sta prima, al fondamento di tutte le possibili differenze riconoscibili all’interno della comunità degli uomini storicamente esistente: sociali, etniche, culturali e via dicendo.
«Un’operazione che non può rimanere soltanto elencata tra le grandi date storiche – aggiunge monsignor Monti -, ma che ci affida un compito, ci chiama sempre di nuovo ad apprendere quella lezione, cogliendola per quello che è: un enorme progetto, un “da farsi” e non soltanto un “da leggersi”, affinché insieme si possa costruire un tratto di storia veramente nuovo perché migliore, non soltanto perché verrà dopo l’attuale».
Info: tel. 02.72342561 – centro.dottrinasociale@unicatt.it