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Redazione

E’ duplice l’impegno della Caritas per venire incontro alle necessità dei senza dimora. Innanzitutto l’unità mobile “Strada facendo” che facilita percorsi di inserimento. «Ben venga la Ronda della carità con Magda che va in giro la sera o la Croce rossa – precisa Raffaele Gnocchi -. Crediamo però che l’intervento educativo di giorno consenta a chi opera di notte di proporre un’ospitalità che possa essere accolta con fiducia dal clochard». In secondo luogo, il centro diurno “La piazzetta” di viale Famagosta. «A oggi Milano non ha centri diurni per senza dimora a bassa soglia come quello gestito da Caritas Ambrosiana e Farsi Prossimo, se non nel caso siano anche tossicodipendenti – sottolinea -. L’unico presente è dentro il dormitorio pubblico dove c’e una portineria e criteri d’accesso». Ogni giorno 35-40 persone frequentano il centro diurno seguite da tre operatori sociali, con un percorso di accompagnamento e di recupero di abilità lavorativa. C’è chi passa la giornata guardando la tv, giocando a carte o chi qui fa colazione e si riscalda perché ha dormito fuori. «Un luogo di riparo anche fisico in giornate come queste. Altrimenti li trovi sui bus oppure in un famoso magazzino in centro: i divanetti del primo piano, nel reparto abbigliamento e cravatte per uomo, sono occupati da senza dimora, che tra l’altro sono "invisibili", non ti rendi conto se non li conosci». Il centro diurno non ha finanziamenti pubblici: è una «scelta onerosa» per la Caritas, finanziata da quella nazionale, ma è a scadenza: nessuno se n’è fatto ancora carico a livello istituzionale, pur essendo un servizio pubblico. (p.n.)

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