Redazione
Il vescovo brasiliano ha sospeso lo sciopero della fame avviato contro le opere
di deviazione del fiume Sao Francisco, che mettono a repentaglio la vita di 15 milioni di persone,
ma prosegue il suo impegno contro il potere e a tutela di quelle popolazioni
18/01/2008
di Silvio MENGOTTO
Dopo 24 giorni monsignor Flavio Cappio ha deciso di terminare il “digiuno di preghiera”, lo sciopero della fame avviato contro le opere di deviazione del fiume Sao Francisco per garantire la sopravvivenza di 15 milioni di persone che vivono in 5 differenti Stati del Nordest brasiliano. La fine del digiuno non significa però la fine della lotta per la vita delle popolazioni coinvolte dal progetto di deviazione del fiume.
Durante il digiuno monsignor Cappio ha perso 9 chili. Pur nella provata condizione fisica, su una sedia a rotelle ha partecipato alla messa al campo svolta a fianco della cappella di San Francesco a Sobradinho, celebrata dal vescovo don Josè Geraldo di Juazeiro davanti a oltre mille persone presenti.
Per le precarie condizioni di salute del vescovo, l’amico Adriano Martins ha letto una sua nota di bilancio del periodo di digiuno. Monsignor Cappio racconta di aver accolto l’appello di familiari, amici e «fratelli e sorelle che sempre mi hanno desiderato vivo e in lotta per la vita».
Ha ricordato le numerose manifestazioni di solidarietà ricevute: in 12 Stati del Brasile si sono organizzate veglie di sostegno e oltre 200 persone hanno solidarizzato alla causa con altri digiuni. «Una delle nostre grandi allegrie in questo periodo è stato aver visto il popolo sollevarsi, e riaccendersi nel suo cuore la coscienza della forza dell’unione, bambini e giovani cantare canti di speranza, con le braccia alzate e gli occhi rivolti al futuro che desideriamo per il nostro amato Brasile. Un futuro dove tutti, senza alcuna eccezione, abbiano pane da mangiare, acqua da bere, terra da lavorare, dignità e cittadinanza».
La nota del vescovo ribadisce che la lotta principale è quella «di garantire la vita del rio San Francisco e del suo popolo, garantire l’accesso all’acqua e al vero sviluppo per la popolazione di tutto il Semi-Arido, non di una sola parte. Questo vale una vita e son felice di dedicarmi a questa causa».
Il giornale spagnolo El Pais ha pubblicato un reportage affermando che il vescovo è un «Don Chisciotte dell’ecologia» che sfida il presidente Lula da Silva. L’articolo prosegue definendo Cappio «vescovo verde», riferendo dello sciopero della fame realizzato per quasi un mese fino a perdere coscienza.
L’articolo termina dicendo che «Cappio non è un ingenuo, né un fondamentalista. Tutti lo considerano un uomo di fede che ha dedicato 40 anni ai più poveri e a studiare il fiume Sao Francisco, simbolo per lui della vita che dà acqua ai contadini rivieraschi: un fiume i cui 2800 chilometri ha percorso durante tutto un anno insieme a un sociologo e a un agricoltore, scrivendo in seguito un libro su di esso… Difensore delle cause disperate, continuerà a procurare mal di testa al potere».