Dopo un intervento di manutenzione straordinaria, tornano all'antico splendore gli arredi lignei barocchi di Santa Maria del Carmine a Milano (piazza del Carmine, 2). Sabato 11 luglio, alle ore 17, avverrà l'inaugurazione con la presentazione dei lavori effettuati.
Redazione
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Progettata da Gerolamo Quadrio, la Sacrestia della chiesa di Santa Maria del Carmine a Milano è stata realizzata dall’intagliatore valtellinese Giovanni Quadrio e dalla sua bottega dal 1691 al 1707. La sacrestia appare come uno degli esempi più interessanti e di valore della maestria raggiunta dai maestri intagliatori lombardi alla fine del 1600 ed è considerata la più complessa ed articolata sacrestia barocca di Milano. L’arredo in noce segue il perimetro rettangolare della sala, smussandone con grazia gli angoli e si svolge su due ordini. Il secondo ordine si interrompe dove si aprono le finestre e si articola in comparti verticali; ognuno di questi compatti reca due formelle polilobate: con rilievi raffiguranti scene carmelitane, bibliche e agiografiche. Sugli angoli dell’alzata sono collocali putti e motivi decorativi, mentre sulla cornice superiore sono collocati busti di vescovi, affiancati da putti anch’essi sopra mensole. Sui mobili accanto all’altare (nei quali si aprono i ripostigli), sono posti due ovali raffiguranti due monache, mentre sopra la porta d’ingresso, è collocato un riquadro raffigurante Elia. Sopra l’altare troneggia un’ancona di forma polilobata, raffigurante la Vergine in gloria (incoronata da un angelo), che offre lo “scapolare” a San Simone Stock, mentre il Bambino Gesù offre una ghirlanda di fiori a Santa Teresa d’Avila. Da notare anche la tela di Federico Bianchi raffigurante il Beato Andrea Corsini. Progettata da Gerolamo Quadrio, la Sacrestia della chiesa di Santa Maria del Carmine a Milano è stata realizzata dall’intagliatore valtellinese Giovanni Quadrio e dalla sua bottega dal 1691 al 1707. La sacrestia appare come uno degli esempi più interessanti e di valore della maestria raggiunta dai maestri intagliatori lombardi alla fine del 1600 ed è considerata la più complessa ed articolata sacrestia barocca di Milano. L’arredo in noce segue il perimetro rettangolare della sala, smussandone con grazia gli angoli e si svolge su due ordini. Il secondo ordine si interrompe dove si aprono le finestre e si articola in comparti verticali; ognuno di questi compatti reca due formelle polilobate: con rilievi raffiguranti scene carmelitane, bibliche e agiografiche. Sugli angoli dell’alzata sono collocali putti e motivi decorativi, mentre sulla cornice superiore sono collocati busti di vescovi, affiancati da putti anch’essi sopra mensole. Sui mobili accanto all’altare (nei quali si aprono i ripostigli), sono posti due ovali raffiguranti due monache, mentre sopra la porta d’ingresso, è collocato un riquadro raffigurante Elia. Sopra l’altare troneggia un’ancona di forma polilobata, raffigurante la Vergine in gloria (incoronata da un angelo), che offre lo “scapolare” a San Simone Stock, mentre il Bambino Gesù offre una ghirlanda di fiori a Santa Teresa d’Avila. Da notare anche la tela di Federico Bianchi raffigurante il Beato Andrea Corsini.