Un circuito che, partendo da Monza, collega i luoghi brianzoli della fede e dell'arte, da percorrere preferibilmente a piedi, alla scoperta di antiche storie e nuove suggestioni.
Luca FRIGERIO
Redazione
A volte, verrebbe da dire “spesso”, sono proprio le cose che si hanno sotto gli occhi ad essere meno considerate. È il caso, anche se può sembrare incredibile, della Brianza. O, meglio, delle tante, tantissime testimonianze storiche, artistiche e religiose di cui è ricco il territorio brianzolo: note e amate da chi attorno vi è cresciuto, certo, ma non di rado sconosciute e ignorate a chi magari abita soltanto a pochi chilometri di distanza… Ci voleva allora una nuova idea per valorizzare questo straordinario patrimonio culturale, e l’idea, fortunatamente, è arrivata: suggerire un inedito, coinvolgente, affascinante itinerario capace di “collegare” chiese e santuari sparsi nella regione della Brianza “storica”, da Monza a Cantù, da Erba a Vimercate. Un nuovo pellegrinaggio, insomma, sul modello delle medievali vie della fede: il Cammino di sant’Agostino. A volte, verrebbe da dire “spesso”, sono proprio le cose che si hanno sotto gli occhi ad essere meno considerate. È il caso, anche se può sembrare incredibile, della Brianza. O, meglio, delle tante, tantissime testimonianze storiche, artistiche e religiose di cui è ricco il territorio brianzolo: note e amate da chi attorno vi è cresciuto, certo, ma non di rado sconosciute e ignorate a chi magari abita soltanto a pochi chilometri di distanza… Ci voleva allora una nuova idea per valorizzare questo straordinario patrimonio culturale, e l’idea, fortunatamente, è arrivata: suggerire un inedito, coinvolgente, affascinante itinerario capace di “collegare” chiese e santuari sparsi nella regione della Brianza “storica”, da Monza a Cantù, da Erba a Vimercate. Un nuovo pellegrinaggio, insomma, sul modello delle medievali vie della fede: il Cammino di sant’Agostino. Nel nome del vescovo di Ippona Il riferimento al vescovo di Ippona, naturalmente, non è stato scelto a caso. Agostino, infatti, come ricorda lui stesso nelle sue Confessioni, maturò la sua conversione alla fede cristiana ispirato da quelle parole di Ambrogio che ebbe modo di meditare nella quiete della villa di Cassiciacum, che gli studiosi ormai identificano con una certa sicurezza nel comune lecchese di Cassago (anche se, per correttezza, bisogna ricordare che anche Casciago, nel varesotto, reclama tale ruolo). Agostino, quindi, legato alla diocesi di Milano. Ma anche Agostino come “patrono” d’Europa, anzi, dell’intero bacino del Mediterraneo, con le sue origini tunisine, la sua formazione latina, il suo soggiorno ambrosiano: ponte fra Settentrione e Meridione, come il suo maestro Ambrogio lo fu fra Occidente e Oriente. 350 chilometri, 25 santuari Ideatore di questa nuova proposta turistica e culturale è Renato Ornaghi, che ha raccolto in un volume le notizie storiche e le informazioni utili di tutti i siti “toccati” dal Cammino di sant’Agostino. Un itinerario concepito in 14 tappe per un totale di oltre 350 chilometri, mirato su 25 santuari “principali” ma arricchito di innumerevoli luoghi “minori”: chiese parrocchiali, cappelle, edifici storici. Da conoscere, o riscoprire, secondo lo spirito degli antichi pellegrini: con fede, con curiosità e… a piedi! Perchè, pur non essendo evidentemente “obbligatorio” (la Brianza, per fortuna, è attraversata da numerose strade carrozzabili, anche troppe…), proprio l’atto di mettersi in cammino può disporre il visitatore-pellegrino a un contatto diverso, più autentico, nuovo persino, con queste antiche vestigia, custodi di tradizioni e di devozioni secolari. Mete della fede, e dell’arte, conquistate passo dopo passo. A differenza delle “classiche” vie di pellegrinaggio, tuttavia, come quelle verso Roma, Gerusalemme o Santiago de Compostella, il brianzolo Cammino è concepito come un circuito, o, per restare nell’ambito dell’iconografia agostiniana, come una “cintura”: quella cintura che, secondo la tradizione, la Vergine stessa “concesse” alla madre di Agostino, Monica, e che è diventata simbolo caratterizzante dell’abito dei religiosi agostiniani. Si parte da Monza, insomma, dal santuario di Santa Maria delle Grazie, per tornare infine ancora a Monza. In mezzo, giorno dopo giorno (ma anche una volta alla settimana, o al mese, a seconda dei propri ritmi e dei propri impegni), fanno da punto di riferimento i tanti, spesso bellissimi, sempre suggestivi templi mariani. E allora, non resta che mettersi in viaggio. Sul Cammino di sant’Agostino, appunto. Una guida completa Il Cammino di sant’Agostino è la nuova guida realizzata da Renato Ornaghi, edita da Opificio Monzese delle Pietre Dure (260 pagine, foto a colori e cartine): un libro davvero interessante (anche il prezzo: 15 euro) in vendita, per ora, soprattutto nelle librerie monzesi. Info sul sito www.camminodiagostino.it