di Annamaria BRACCINI
«Le nostre Chiese soffrono per le gravi conseguenze dell’attuale crisi economica e lavorano moltissimo per offrire vicinanza, accompagnamento e aiuto a tante persone e famiglie che versano nel bisogno». Inizia così la sua omelia il cardinale Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona, presiedendo la celebrazione eucaristica in Duomo, durante la visita a Milano, a testimoniare che il tema del Fondo, della solidarietà concreta della Chiesa – e, segnatamente, delle Chiese locali – verso chi non ha più lavoro, non è solo questione di un convegno per quanto importante.
«In questi ultimi due anni ho potuto notare che se la crisi si è acuita, è cresciuta di pari passo la solidarietà, anche nelle persone più semplici e non facoltose. E questo, soprattutto, perché a Milano come a Barcellona, vi è stato un impegno reale per la sensibilizzazione della gente e per trovare risposte alle necessità più urgenti che vengono da precarietà, disoccupazione, mobilità. In questo senso siamo soddisfatti», aveva, d’altra parte, riflettuto lo stesso Arcivescovo catalano a conclusione dell’incontro dedicato al Fondo Famiglia-Lavoro.
«Cercare insieme soluzioni alle problematiche che coinvolgono intere nazioni, mi pare che sia la via migliore da percorrere, in sinergia, potendo collaborare e contare sulla buona volontà di tanti laici credenti, uomini e donne che comprendono il valore di una testimonianza autentica. Oggi, in Spagna, abbiamo 4 milioni di disoccupati, di cui un milione sono giovani: mi sembra importante ricordare a tutti che, abbandonandoli al loro destino, si può perdere un’intera generazione. È gravissimo che chi rappresenta il domani di una società si trovi senza speranza».
E, poi, ancora, il pensiero dell’arcivescovo di Barcellona torna a iniziative come il Fondo («mi è proprio piaciuta»), confida con semplicità il Cardinale, che aggiunge: «È una scelta che potremmo replicare anche nella nostra Diocesi. Ho ascoltato, infatti, con molto interesse gli interventi e le testimonianze che ne hanno approfondito il significato, il meccanismo virtuoso e ho già detto pubblicamente che anche noi dobbiamo pensare qualcosa di simile al Fondo della Chiesa di Milano. In questa logica stiamo lavorando da tempo, con le Caritas diocesane, già fortemente mobilitate sul territorio, le parrocchie, le Fondazioni e gli Enti. Vogliamo preparaci con molta serietà e speranza, perché i numeri sono impressionanti: constatiamo la povertà infantile, la difficoltà abitativa, tocchiamo con mano ogni giorno le tragedie di chi perde il lavoro, delle migliaia di persone che abbiamo aiutato, degli spagnoli, come degli immigrati».
«I rischi – conclude Sistach – non sono legati unicamente alla questione economica, ma anche e più a lungo termine, alla disgregazione sociale, all’individualismo. A fronte di tutto questo, la consapevolezza, il coinvolgimento, l’accoglienza evangelica, il sostegno, non solo, ovviamente, economico, la sensibilizzazione sociale a nuovi modi di vivere più rispettosi degli altri e sobri, il dare spazi di visibilità per ingiustizie palesi, sono le nostre idee guida, così come per voi a Milano». Per usare l’espressione del cardinale Tettamanzi, Chiese, le nostre, solidali, «sorelle dell’umanità» e nell’umanità.