Il card. Tettamanzi ha presentato ufficialmente il Fondo per aiutare chi ha perso il lavoro. Coinvolti nel progetto la Caritas e le Acli. Il contributo della Fondazione Cariplo.

di Pino NARDI

fondo famiglia-lavoro

È partito ufficialmente il Fondo famiglia-lavoro, annunciato dal cardinal Tettamanzi nella Notte di Natale. Giovedì 5 febbraio, in Arcivescovado, è stato presentato alla stampa il progetto definito nei particolari. E anche annunciato come la generosità della gente abbia già risposto a un mese dall’annuncio: ben 357.439,25 euro fatti arrivare sul conto corrente bancario e su quello postale. Versamenti anche di piccola entità che danno il segno di quanto la proposta dell’Arcivescovo abbia colpito nel segno. Queste risorse – sommate all’iniziale milione stanziato da Tettamanzi e al milione messo a disposizione dalla Fondazione Cariplo – ammontano a una cifra di quasi 2,4 milioni di euro. Tutti destinati a chi ha più bisogno, infatti neanche un euro di questo Fondo sarà speso per l’organizzazione burocratica e logistica, perché si basa sulla disponibilità volontaria del comitato di gestione, ma soprattutto sulla vasta rete di centri d’ascolto delle Caritas parrocchiali e dei patronati e circoli delle Acli.

 

La campagna di lancio

«Un milione di motivi. Per dare una mano a chi perde il lavoro» è lo slogan della campagna che parte in questi giorni in tutte le parrocchie della diocesi. Già stampati oltre 500 mila pieghevoli da distribuire capillarmente oltre ai manifesti da appendere. Visibilmente soddisfatto il cardinal Tettamanzi per quanto si sta mettendo in moto a partire dalla sua proposta. Non solo a Milano, ma anche in altre diocesi italiane, con attenzione della Cei ed echi anche all’estero. Il Cardinale ha voluto precisare gli obiettivi dell’operazione Fondo, che si affianca a tutte le altre iniziative che a livello diocesano e locale sono già in atto, senza sovrapposizioni. Un gesto concreto di solidarietà per quelle famiglie che sono colpite dalla perdita di lavoro dei suoi componenti e che gli ammortizzatori sociali e il Welfare non riescono a soddisfare.

Il Fondo è integrativo, non sostitutivo

«Il Fondo è integrativo delle iniziative della società civile – sottolinea il Cardinale -. Non intendiamo sostituirci, né farlo diventare un alibi per evitare il doveroso intervento delle istituzioni pubbliche». Ma il messaggio che si vuole lanciare con il Fondo è anche “educativo”: l’Arcivescovo ha più volte sottolineato l’importanza di educarsi alla sobrietà, a stili di vita diversi, a un sistema economico da ripensare. Mons. Luigi Testore è stato chiamato a presiedere il consiglio di gestione di questa fondazione con struttura amministrativa autonoma, ma interna alla diocesi. «Quando parliamo di famiglie – precisa mons. Testore -, lo intendiamo nel senso più ampio possibile, a partire dagli sposati, ai conviventi, ai separati, che abbiano però perso il lavoro, ma figli da fare crescere».

Il ruolo di Caritas e Acli

La presenza capillare sul territorio di Caritas e Acli farà da antenna e da ricettore dei bisogni. «Chi si rivolgerà a noi troverà assistenza, attivando innanzitutto le possibilità offerte dal Welfare, anche degli enti locali – sottolinea Gianni Bottalico, presidente delle Acli milanesi -. Se questi non sono possibili o insufficienti a quel punto interviene il Fondo». Bottalico parla di un Osservatorio sul lavoro per avere il polso della situazione nelle singole zone. Tra le più in sofferenza è la Brianza. Ma l’occasione è positiva anche per rilanciare l’attenzione dal valore del lavoro anche nelle parrocchie. Luciano Gualzetti, vicedirettore della Caritas ambrosiana e segretario del consiglio di gestione del Fondo, annuncia che la segreteria operativa che raccoglierà le domande coincide con il Siloe, il servizio della Caritas e del Servizio per la vita sociale e il lavoro che interviene a favore delle diverse situazioni di povertà, disagio ed esclusione sociale.

L’annuncio di Guzzetti

Il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, davanti al Cardinale ha annunciato la destinazione del cospicuo contributo al Fondo, sottolineando la bontà della proposta, sia nel metodo («senza costi di gestione»), sia nel merito («è un emblematico esempio di sussidiarietà»).

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