Dopo l’annuncio del cardinale Tettamanzi, per i singoli e le comunità è tempo di aderire all’iniziativa di solidarietà

di Carlo ROSSI

Parte il Fondo famiglia-lavoro. Dopo l’annuncio che l’Arcivescovo ha dato in Duomo nella Messa di Mezzanotte di Natale, è tempo di cominciare ad aderire concretamente. L’appello è rivolto a tutti, ai singoli e alle comunità parrocchiali.
I fondi raccolti confluiranno in un conto corrente aperto dalla Diocesi, che veglierà sull’intera operazione, sulla raccolta dei fondi e sulla loro destinazione. Il tutto avverrà all’insegna della trasparenza e verrà data adeguata comunicazione degli importi raccolti e delle modalità di destinazione.
Diverse offerte sono state già consegnate personalmente all’Arcivescovo da sacerdoti e singoli fedeli: tanto più sarà alimentato con le risorse di tutti, tanto più il progetto potrà rispondere alle esigenze di chi ha perso o perderà il lavoro, non riuscendo così più a mantenere se stesso e la propria famiglia.
Si parte con il primo milione di euro annunciato dal cardinale Tettamanzi,
che però necessita dell’appoggio di tutte le persone di buona volontà.

Le modalità concrete

Ecco le prime modalità per inviare il proprio contributo. È stato aperto un conto corrente bancario, il numero 2405 presso l’Agenzia 1 di Milano del Credito Artigiano: Abi 03512; Cab 01602; codice Iban IT 03Z0351201602000000002405, intestato a Arcidiocesi Milano – Fondo Famiglia Lavoro e un conto corrente postale, numero 312272 intestato a: Arcidiocesi di Milano – Causale: Fondo famiglia-lavoro. Per chi è titolare di reddito d’impresa sono previsti oneri deducibili al 2% come da articolo 100, comma 2 del DPR 917 del 1986.
Nelle prossime settimane verranno rese note altre modalità operative a proposito del Fondo, la sua incrementazione e la sua successiva distribuzione a chi è nel bisogno. Centrale sarà il ruolo del Decanato. Questa non è ancora la fase in cui vengono distribuiti i contributi: ora è invece importante l’azione di sensibilizzazione da parte delle comunità cristiane sulle ricadute della crisi, le cause e sul dovere della sobrietà e della solidarietà. La Caritas Ambrosiana e le Acli si stanno attivando per collaborare fattivamente all’iniziativa dell’Arcivescovo.

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