Rappresentano la “decima” sui lavori compiuti per realizzare il presbiterio della parrocchia dei Santi Giacomo e Filippo
di Luisa BOVE
La parrocchia di Cornaredo ha destinato al Fondo Famiglia-Lavoro 20 mila euro, che corrisponde alla “decima” di quanto la comunità parrocchiale ha speso per la realizzazione dell’intero presbiterio. Il 13 settembre scorso, infatti, l’Arcivescovo riceveva da monsignor Fabio Turba la «generosissima offerta» – come l’ha definita lo stesso Cardinale -, in occasione della messa celebrata sul nuovo altare.
«Finalmente siamo riusciti a realizzare la riqualificazione di tutto il presbiterio: sede, ambone e altare – dice il parroco dei Santi Giacomo e Filippo -. Dopo i lavori conclusi nel 2006 dal mio predecessore che riguardavano tutta la chiesa, proprio nel centenario della sua dedicazione, l’unica parte rimasta fuori era appunto il presbiterio». Quando è arrivato in parrocchia un anno fa, monsignor Turba non ha «ostacolato» l’iniziativa e ha confermato «il progetto già voluto e pensato» da chi c’era prima. L’opera è stata realizzata dall’architetto Gaetano Arricobene, dallo scultore Sandro Leonardi e dal geometra Gaetano Piantoni. «La realizzazione è stata veloce: abbiamo utilizzato il marmo rosa Portogallo e per la pavimentazione un damascato Orobico».
Come vi siete preparati?
Abbiamo organizzato tre incontri: la prima sera era presente lo scultore che ha spiegato il progetto dell’opera; poi abbiamo avuto l’arciprete del Duomo, monsignor Luigi Manganini, che ha parlato del rito della dedicazione, mentre don Alberto Cozzi è intervenuto sugli aspetti pastorali: la sede di chi presiede, l’altare per la centralità dall’Eucaristia e l’ambone che rimanda alla “sottomissione” alla Parola. Sabato, invece, c’è stata una serata di preghiera con l’adorazione silenziosa.
Da dove nasce l’idea della “decima” a favore del Fondo Famiglia-Lavoro?
Abbiamo fatto riferimento a un testo di San Giovanni Crisostomo che diceva: «Addobbate le vostre chiese di marmi, rivestite di lini i vostri altari, ma non potete dimenticarvi di colui che invece è Cristo, non tanto nel corpo eucaristico, ma nel corpo del povero…». Durante il saluto all’Arcivescovo ho spiegato che abbiamo accolto il suo appello destinando la decima di quanto era stato investito per l’abbellimento della chiesa. Su 500 mila euro impiegati, 20 mila euro li abbiamo consegnati in quell’occasione.
Come state lavorando per il Fondo?
Nella parrocchia di S. Pietro all’Olmo ci sono le Acli, mentre noi come Caritas parrocchiale il venerdì dalle 17 alle 18.30 abbiamo tre persone per l’ascolto e il discernimento sulle diverse richieste. Due domande sono già state accolte: il sostegno va a una famiglia con due bambini piccoli e a una situazione di vedovanza con figli, rispettivamente di 4 mila e 3.400 euro. Questo è un bene perché la gente si chiede sempre come vengono utilizzati i soldi.