Un voto per società più “etiche”
di Alessandra VISCOVI
Direttore generale Etica Sgr
Chi compra le azioni di un’impresa ne diventa comproprietario e acquista il diritto di partecipare alle assemblee dei soci, votare i punti all’ordine del giorno, fare domande e intervenire nel dibattito. È la forma di azionariato attivo che, soprattutto in tempi di crisi e difficoltà, può lasciare tracce indicative nelle politiche aziendali. I fondi Valori Responsabili investono nelle azioni di molte imprese; Etica Sgr ha così deciso di esercitare attivamente i diritti di voto collegati al possesso delle azioni. Con lo scopo di sollecitare la riflessione delle imprese sugli aspetti sociali, ambientali e di governance della loro attività e per essere stimolo affinché le società quotate rendano sempre più concreto il proprio impegno nella tutela dei diritti umani e dei lavoratori, dell’ambiente e nell’adozione di buone pratiche di governo.
Etica Sgr ha cominciato nel 2005 a promuovere iniziative di azionariato attivo, quando decise di aderire a Iccr (Centro interreligioso sulla responsabilità sociale), diretto da suor Patricia Wolf, una coalizione internazionale di oltre 300 investitori cristiani ed ebraici. Ordini religiosi cattolici, Chiese protestanti, fondi pensione e fondazioni che non si accontentano di investire i loro patrimoni, ma li usano per votare ogni anno più di 100 risoluzioni di carattere sociale e ambientale nelle assemblee degli azionisti delle maggiori imprese americane. Negli anni il contributo di Iccr, ha fatto votare mozioni su temi come l’accesso ai medicinali di base, il pagamento eccessivo dei manager o la discriminazione sessuale sul luogo di lavoro.
Economia e diritti umani
L’adesione a Iccr ci ha permesso di delegare suor Patricia a rappresentarci nelle assemblee di alcune grandi multinazionali Usa. Un esempio concreto, l’ultimo del 2008. Etica Sgr ha votato all’assemblea degli azionisti della Cisco Systems, leader mondiale nel networking per internet, che si è svolta lo scorso 13 novembre. Con oltre 50 mila azioni abbiamo sostenuto la mozione presentata dalla società di gestione Boston Common Asset Management al fine di prevenire la cosiddetta internet fragmentation, cioè l’eventualità che gli strumenti messi a punto dalla società possano essere utilizzati in alcuni Paesi, quali la Cina, per limitare o censurare l’accesso al web da parte della popolazione. La mozione, che chiedeva all’impresa di pubblicare un rapporto sui rischi connessi alla fornitura di servizi informatici in Paesi sensibili dal punto di vista dei diritti umani, ha ottenuto un sostegno record da parte degli azionisti: il 32% ha votato a favore o si è astenuto, mentre l’impresa chiedeva di votare contro. O ancora. Lo scorso aprile, Etica sgr ha appoggiato all’assemblea di Eli Lilly, società farmaceutica americana le mozioni del sindacato Afl-Cio, perché l’impresa pubblichi un rapporto sui contributi che ha versato ai gruppi politici e dell’Ong animalista Peta, per una maggiore trasparenza nei test sugli animali. E ha votato contro il piano di stock options presentato dall’azienda.
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