Uno sguardo sulla morte ironico, pungente e consolante...a partire da due affreschi, per offrire una riflessione sul tema dal punto di vista della fede cristiana
Il tema del “macabro”, con le sue diverse forme di espressioni ebbe una notevole diffusione a partire dalla fine del Medio Evo fino al XIX secolo, coinvolgendo la pittura, la letteratura, il teatro, la musica.
Si diffonde in seguito a un progressivo mutamento della percezione stessa della vita e della morte che il periodo a cavallo tra Medio Evo e Rinascimento produce non solo negli ambienti culturali e di pensiero, ma – forse soprattutto – nelle fasce più diverse della popolazione.
Cambiano le condizioni di vita: i commerci si intensificano favorendo la nascita e il consolidamento di un ceto intermedio di artigiani e commercianti che avranno un peso sempre maggiore nella società; le scoperte geografiche aprono nuovi e imprevedibili orizzonti; l’invenzione della stampa a caratteri mobili permette una maggiore circolazione di idee e di cultura; nuove tecnologie rendono più facili ed efficaci i processi produttivi generando nuovi impulsi all’economia…
Tutto questo conduce a una progressiva consapevolezza dell’identità dell’uomo e a un maggiore “attaccamento alla vita”, con la conseguente perdita della prospettiva escatologica, cioè lo sguardo sull’esito della vita dell’uomo e del suo destino futuro. In altre parole ha origine ciò che oggi, ai nostri tempi, è ormai macroscopico: il prevalere dell’avere sull’essere, che spinge a guardare solo al presente, vedendo con angoscia e paura il domani ultimo, la soglia della morte, fino a negarla o nasconderla.
Ogni giorno, di fatto, abbiamo sotto gli occhi la morte: TV, cinema, cronaca ce la buttano in faccia con abbondanza finché, assuefatti, la consideriamo lontana, o non la consideriamo più. Quando, però, le circostanze della vita la portano nel nostro orizzonte, l’uomo di oggi ne è terrorizzato e, il più delle volte, la subisce con il senso di una profonda ingiustizia.
Per riflettere sull’argomento la parrocchia di San Bernardo in Comasina propone dal 24 al 28 marzo una mostra dal titolo “Dov’è morte il tuo pungiglione?” che, attraverso due grandi affreschi (il Trionfo della morte di Clusone e la Danza macabra di Pinzolo) offre una riflessione sul tema della morte dal punto di vista della fede cristiana.
Il senso della mostra
Lo scopo di questa mostra è di offrire una riflessione sul tema della morte attraverso la conoscenza di due opere esemplari in questo filone dell’arte cristiana, che in realtà – ve ne accorgerete durante la visita – non hanno nulla di macabro.
Con sottile ironia e con un certo coraggio offrono un richiamo alla gente comune per imparare a “ben vivere” per poter anche “ben morire”.
Il messaggio di fondo della Danza Macabra e del Trionfo della Morte si orienta in due direzioni fondamentali: la prima, di stampo prevalentemente morale, è un invito a vivere con onestà e giustizia, cercando di fare il bene il più possibile, perché alla fine la morte ci consegnerà al Giudizio di Dio; la seconda, di matrice più filosofica, è un monito chiaro a non legarsi troppo alle cose e alle ricchezze, a non affidare ad esse le certezze della vita, perché esse non possono comprare nemmeno un minuto da aggiungere al tempo che ci è dato. Il titolo di questa mostra Dov’è, morte, il tuo pungiglione? si riferisce a un versetto della prima lettera di S. Paolo ai Corinzi (1Cor 15,55) dove l’apostolo proclama uno dei punti fermi della fede cristiana: la resurrezione di Cristo, vittoria sulla morte, è anche la resurrezione del discepolo, togliendo alla morte il gusto dell’ultima parola, lasciandola con un’arma ormai spuntata.
Luogo e data
La mostra è visibile nel “salone blu” della Parrocchia San Bernardo alla Comasina, piazza card. Gasparri, 11 – Milano
a partire da venerdì 24 marzo fino a martedì 28 marzo.
L’ingresso è gratuito Visite guidate senza prenotazione
Venerdì 24 marzo, ore 21.00 inaugurazione della mostra
Sabato 25 marzo, ore 16.00 e 21.00
Domenica 26 marzo, ore 11.30 e 16.00
Lunedì 27 marzo, ore 18.00 e 21.00
Martedì 28 marzo, ore 18.00 e 21.00
In altri orari è possibile concordare una visita (per un gruppo di almeno 10 persone) telefonando al n. 02 66227777