Con l'aiuto dei volontari realizzato a Carpesino uno speciale presepe che raffigura i momenti più significativi della Passione e Resurrezione di Gesù
di Enrico
Viganò
Generalmente quando parliamo di presepe pensiamo sempre al Natale e non alla Pasqua. Quest’anno invece i Padri Passionisti di Carpesino di Erba hanno voluto raffigurare i momenti più significativi della Passione e Resurrezione di Gesù con scene tipiche di un presepe. Al padre Gianluca Garofalo, superiore dei Passionisti di Erba, però, non piace parlare di “Presepe pasquale”, ma di “Calvario”: «Noi padri Passionisti –dice – utilizziamo la parola Calvario, perché la rappresentazione plastica della Passione del Signore ha come centro il Calvario, il luogo dove Gesù venne inchiodato alla croce ed è morto. E poi il Calvario è il carisma proprio di noi padri passionisti».
Il “Calvario” dei padri Passionisti vuole essere un momento di meditazione della Passione: «Proprio così – continua padre Gianluca – . Vuole invitare a stare in silenzio e percorrere le scene, dall’entrata di Gesù in Gerusalemme, al Cenacolo, all’Orto degli Ulivi, alla Flagellazione, alla salita al Calvario, alla Crocefissione, fino alla Morte e Resurrezione. Abbiamo messo anche una panca per permettere alla gente di fermarsi a leggere il Vangelo e a pregare».
Al termine del percorso del “presepe pasquale”, è posta una copia della Sindone: «La Sindone – spiega ancora padre Gianluca – è una reliquia straordinaria che ci resta della Resurrezione di Cristo, perché più che l’icona del corpo martoriato di Cristo, è l’icona del Risorto. La luce del Cristo che risorge ci ha lasciato impresso l’immagine del suo corpo crocefisso».
E’ stato predisposto anche un opuscolo di spiegazioni del “Calvario” realizzato dai volontari che frequentano la Comunità dei Passionisti di Erba