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Redazione Diocesi

A cinquant’anni dalla morte del Beato Card. Schuster non solo è dovere di riconoscenza farne memoria, ma pure èbisogno del cuore che desidera rivivere momenti grandi nella vita della Chiesa di Milano, e nel contempo ricordare momenti della tua vita personale, se per dono della Provvidenza ha avuto la grazia di incontrare significativamente il Beato Cardinale.

Prima dell’ordinazione sacerdotale hai del tuo Vescovo sempre una grande stima… se poi è il Vescovo che ti ha cresimato, che ti ha introdotto nella vita della Chiesa ambrosiana, ancora di più la stima, l’affetto e la riconoscenza ti prendono l’animo e il cuore.

Poi ti avvicini al giornodella tua ordinazione presbiterale; l’attaccamento al tuo Vescovo diventa comprensibile, quasi non governabile…
Ed osi, proprio il giorno della Festa dei fiori: hai il dono di avere l’Arcivescovo in Seminario, che celebra la grande Messa, alla quale il prossimo ordinando ha la ventura di servire e la Messa e il Cardinale…

Alla fine, con confidenza che tradisce la fresca cultura teologica, dici al tuo Vescovo: Mi dica, Eminenza, tra poco saremo ordinati sacerdoti proprio da Lei; ma da quale Apostolo deriverebbe la nostra ordinazione?.
Ossia la ininterrotta imposizione delle mani donde trova la sua origine?

Il Cardinale con il suo sorriso disarmante e intelligente come non mai soprattutto in quella circostanza, dice così con il suo tipico accento: Ma dall’apostolo Pietro!.

Tu resti perplesso; e lui prosegue: mi ha ordinato Vescovo Pio XI, il Papa, successore di Pietro…

Dopo la ordinazione presbiterale non hai ancora la destinazione al ministero; ti capita di incontrare il tuo Arcivescovo che ti dice: dove sei? come stai?

E non sai come e che cosa rispondere… ti ricordi di quel giorno nel quale gli hai promesso obbedienza… giorno nel quale, allora, hai concelebrato con Lui: ti rendeva prete; ti ricordi di quel giorno nel quale i sacerdoti da ordinare erano molti: diocesani e religiosi…

Il rito era iniziato nel Duomo di Milano alle ore sette; l’Arcivescovo con il suo stile liturgico non si prolungava più di tanto; era nel contempo ieratico, devoto e veloce…
Pertanto il Cardinale di fronte alla mia perplessità nella risposta, capiva, comprendeva, incoraggiava; e tu proseguivi con nel cuore la certezza che non deludevi il tuo Vescovo…

Poi arrivò quel mattino del 30 agosto 1954, presto, ero nel seminario di Seveso, la notizia: È morto l’Arcivescovo. Vai di corsa a Venegono a pregare per lui e incontri molti altri preti che ti hanno preceduto e che vivono la tua medesima situazione spirituale, che ti accompagnano nel tuo dolore: come se fosse morto uno di casa tua, uno che ti ha iniziato alla vita presbiterale…

Non vuoi perdere l’occasione per rendere omaggio al tuo Arcivescovo, devi dire a te stesso: io c’ero… ed ero lì lungo il percorso che la salma dell’Arcivescovo faceva da Venegono a Milano.

Ai funerali hai partecipato con commozione e devozione, anche se dovevi aiutare i piccoli seminaristi a possedere un contegno dignitoso, nonostante tutto, che allora era richiesto dinanzi a sì grande folla…

Siamo a cinquant’anni da quel 30 agosto 1954; e ancora avverti nuova e viva la forza dello spirito che il 7 giugno 1952 con la imposizione delle mani del tuo Card. Schuster hai ricevuto.

E comprendi oggi più di allora che è giunta l’ora, non solo di ammirarlo; questo lo hai sempre fatto; e non solo di pregarlo, questo lo hai fatto dagli inizi della causa di beatificazione; ma è giunta l’ora di imitarlo. Che dal Cielo sempre ci benedica e ci esaudisca, soprattutto nel nostro desiderio di vocazioni sacerdotali, valide e generose, più che numerose…
mons. Angelo Mascheroni
Vescovo ausiliare diocesi di Milano

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