�San Silvestro, papa (sec. IV)
Poco si conosce di questo papa, al di là della vita leggendaria, prima della sua elezione alla cattedra di Pietro nel 314, alla morte di papa Milziade. Forse egli divenne cristiano durante l’ultima grande persecuzione di Diocleziano; questo spiegherebbe la sua elezione al papato, poiché i vescovi erano scelti appunto tra i confessori della fede. Durante il lungo pontificato di papa Silvestro, dal 314 al 335, inizia una nuova era per i cristiani che con l’editto di Costantino avevano visto riconosciuto il diritto a professare pubblicamente la loro fede. La Chiesa, uscendo dalle catacombe, inizia a organizzare la sua disciplina e a riordinare il culto divino, mentre si edificano splendide basiliche nei luoghi santificati dal sangue dei martiri. Si attribuisce a papa Silvestro il fatto determinante di questo passaggio, cioè la conversione e il battesimo di Costantino. Ma alla pace esterna, non corrisponde la pace all’interno della cristianità, che fu turbata in quel tempo dallo scisma dei Donatisti e dall’eresia ariana. Al concilio di Arles e al concilio ecumenico di Nicea del 325, convocati per risolvere la crisi, Silvestro non sarà presente, ma invierà i suoi delegati. La preponderanza di Costantino e la sua ingerenza anche negli affari della Chiesa ha oscurato un poco la figura di papa Silvestro, che fu un santo pontefice, il primo santo non martire venerato nella Chiesa romana, come in Gallia san Martino di Tours e a Milano sant’Ambrogio. Molti si attribuiscono il possesso delle sue reliquie. In realtà Paolo I († 767) le depose nell’oratorio di un monastero sulla via Lata, da dove più tardi furono trasferite nella basilica che prese il nome di S. Silvestro in Capite.