San Vincenzo, diacono e martire
Vincenzo nasce a Huesca, nella penisola iberica, da una famiglia consolare. Per gli studi fu affidato alle cure del vescovo di Saragozza, Valerio. Divenuto arcidiacono, svolse con competenza i due servizi che caratterizzano il ministero diaconale: l’amministrazione dei beni della comunità e la predicazione del Vangelo. Durante la persecuzione di Diocleziano, Vincenzo venne arrestato e portato a Valenza insieme al vescovo Valerio, dove fu torturato e rinchiuso in prigione. Posto agli arresti domiciliari perché ritrattasse la sua fede in Cristo, non si piegò, e fu decapitato il 22 gennaio 304. In questo giorno si celebra la sua festa liturgica. La fama del suo martirio, come scrisse sant’Agostino, si diffuse subito “fin dove si estende l’impero romano o il nome cristiano” (Sermo 276,14). Su Vincenzo martire scrissero anche Paolino da Nola, Prudenzio (nel Peristephanon) e Venanzio Fortunato. Del suo martirio abbiamo una redazione del III secolo, raccolta nel Pasionario hispanic o. * Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2011). Il tema di quest’anno è tratto da At 2,42: "Uniti nell’insegnamento degli apostoli,nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera" Tema di riflessione del giorno: “Spezzare il pane nella speranza”. Dai tempi della prima chiesa di Gerusalemme e tuttora, lo spezzare il pane è stato il gesto fondamentale per i cristiani. Per i cristiani di Gerusalemme oggi, lo spezzare il pane parla da tempo immemore di amicizia, perdono e impegno verso l’altro.