San Satiro
Satiro, fratello maggiore di sant’Ambrogio, nacque probabilmente a Roma. Trascorse parte della sua fanciullezza a Treviri, dove il padre era prefetto del pretorio della Gallia. A Roma studiò con il fratello Ambrogio e intraprese una brillante carriera nella magistratura imperiale. Nel 375, ancora catecumeno, lasciò Roma per stabilirsi con la sorella Marcellina a Milano, presso il fratello vescovo. Ambrogio l’ebbe come valido aiuto nell’amministrazione. In un viaggio di ritorno dall’Africa, sulle coste della Sardegna, fece naufragio, e pur non essendo battezzato, volle assumere l’ostia consacrata che un viaggiatore portava con sé. Egli attribuì poi alla presenza eucaristica l’aver scampato il pericolo. Morì nel 377-78 dopo una grave malattia. Sant’Ambrogio tenne l’elogio funebre esaltando la sua fede, la sua disponibilità, il suo amore fraterno e la sua rettitudine e così concluse: “Non chiediamo conto al Signore, lamentandoci perché ce lo ha tolto; ringraziamolo, piuttosto, che ce lo ha donato”. Oggi la Chiesa ricorda anche sant’Ildegarda di Bingen, monaca benedettina, morta il 17 settembre 1179. Fondatrice di monasteri, ricca di grandi talenti, spaziò dalla botanica alla teologia, esprimendo le sue esperienze mistiche in scritti che Bernardo di Chiaravalle apprezzò e incoraggiò. Ella volle soprattutto insegnare a cantare l’amore di Dio; e in realtà si può forse considerare la prima donna musicista della storia cristiana.